Ci lascia Salvatrice Elena Greco, nota come Sandra Milo, l’estrosa e carismatica diva di generazioni di Italiani. L’immagine stessa del divismo, ma nel senso più buono e gentile del termine. Una “svanita saggia” come fu descritta, dall’aria bellissima e innocente ma affamata di vita e ricca di una saggezza diretta e vissuta.
L’immagine stessa della diva e della Musa, non a caso la “Sandrocchia” del celebre Federico Fellini.
Addio Sandra Milo, musa di Fellini, diva di generazioni
Classe 1933, nacque a Tunisi e visse in Toscana. Sposa giovanissima, aveva solo 15 anni, affrontò presto, sin troppo presto, il dolore di un aborto e l’annullamento del matrimonio dopo soli 21 giorni.
La sua tempestosa e avventurosa vita spesso eclissò la sua carriera cinematografica, non meno stupenda e ricca di avventura, spesso latrice di soddisfazioni e spesso di dolori: al grande successo del “Generale della Rovere” seguì una brutale e crudele stroncatura per Vanina Vanini, che le costò l’essere ribattezzata “Canina Canini”.
Tornò al cinema l’anno dopo, nel 1962, e di lì a poco conobbe Fellini, un sodalizio nell’arte e nell’amore che fece sbocciare il suo ruolo, donando al mondo capolavori come “8½” del 1963 e “Giulietta degli spiriti” del 1965.
Si fermò per un decennio, dal 1968, per prendersi cura della famiglia e degli affetti, per poi ripartire come diva del cinema e del piccolo schermo, senza mai fermarsi più, neppure per un secondo.
Pupi Avati la volle nel 2003 nel suo film “Il cuore altrove” e nel 2010 Salvatores nel suo “Happy Family”
Per il teatro ci diede “8 donne e un mistero”, “Il letto ovale”, ‘Fiori d’acciaio”, “Il club delle vedove” e “Una fidanzata per papà”. Nel 2023 l’ultimo programma tv, “Quelle brave ragazze” su Sky.
E adesso, si è semplicemente addormentata, stanca dopo una lunga vita, circondata dal meritato amore dei suoi cari.
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