Non è bastata l’elezione di Lula, insidiatosi l’1 gennaio scorso, e la promessa di portare a zero il disboscamento. Anzi, secondo il governo sarebbe una vendetta contro l’elezione dell’ex sindacalista. Fatto sta che a febbraio sono stati distrutti 321,97 chilometri quadrati di foresta, il 62 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando in carica c’era ancora Jair Bolsonaro. Lo ha riferito l’Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe), registrando il peggior dato da quando ha iniziato la rilevazione periodica nel 2015. Ma le brutte notizie non finiscono qui. Tra gennaio 2017 e novembre 2021 sono oltre 5 milioni gli ettari di foresta amazzonica andati perduti, pari all’intero territorio del Costa Rica. In questo caso sono gli «occhi» dei satelliti Sentinel-1 di Copernicus, il programma di osservazione della Terra di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione europea a segnalare la deforestazione in atto, con un monitoraggio capace di catturare lo stato di salute delle foreste giorno e notte, anche in presenza di nubi, nebbia, fumo o aerosol.
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