Ambrosini (Ali): in Italia si legge poco, è mancata strategia delle Istituzioni

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Il fatto che in Italia si legga ancora poco è “un problema annoso perché negli anni scorsi è mancata una strategia istituzionale forte per la promozione del libro e della lettura. Per forte intendo un impegno economico rilevante”. E’ la posizione che Paolo Ambrosini, presidente dei Librai italiani (Ali), esprime commentando con l’AdnKronos i dati Istat secondo cui il 40,8% degli italiani legge almeno un libro all’anno per motivi non strettamente scolastici o lavorativi. Dati che attestano una predominanza di lettori nel Centro-Nord del Paese, tra le donne e tra chi possiede un titolo di studio e che pongono il Sud in una posizione di debolezza anche perché, in molte realtà, mancano le librerie.

Ambrosini sottolinea però anche qualche elemento positivo: “Come prospettiva mi sembra che al livello istituzionale ci sia attenzione verso il tema del libro e della lettura. Il ministro della Cultura Sangiuliano, infatti, ha recentemente dichiarato, durante il nostro incontro del 3 marzo organizzato per il lancio della Scuola dei Librai italiani, che come esiste un fondo per lo spettacolo così dovrebbe esistere un fondo unico per il libro”. Il numero uno dei Librai auspica pertanto “che ci sia da parte delle Istituzioni attuali un impegno forte a sostenere delle politiche attive sulla lettura. Ovvero per esempio, come chiediamo da decenni, varando la detrazione fiscale sui libri. Sarebbe una forma di aiuto alle famiglie”.

Da parte loro, ricorda il presidente dell’Ali, le librerie sono attive nella diffusione capillare del libro e del piacere della lettura attraverso una serie di iniziative tra cui spiccano “le presentazioni di libri, la creazione di circoli e gruppi di lettura, la promozione dei libri nelle scuole e i consigli dei librai ai lettori. Si tratta di attività che le librerie svolgono singolarmente. Stiamo discutendo internamente una strategia comune perché finalmente, per la prima volta da quando l’associazione è stata fondata nel 1946, intorno allo stesso tavolo siedono tutti i player più importanti del mondo librario. Siamo in presenza quindi di un momento favorevole per definire una linea dell’Associazione che possa poi essere rappresentativa di quello che gli operatori fanno nel mercato”. Inoltre, come dimostra con i suoi dati l’Istat, c’è una carenza di lettori nel Sud Italia perché, dice Ambrosini, “c’è una rarefazione della rete commerciale. Ciò che chiediamo è che ci siano fondi per sostenere l’apertura e rinnovo delle librerie nelle zone dove non ce ne sono, premiando chi ne apre di nuove in zone sprovviste”, conclude Ambrosini.

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