Ancora sangue e morte dei lavoratori sui cantieri di RFI; ancora le ormai insopportabili frasi di circostanza e di scarico di responsabilità da parte del committente e della dirigenza societaria che vuole far passare questa strage continuata come effetto di improvvidi comportamenti di lavoratori stessi che eludono le norme di sicurezza:
Basta con questa infinita ipocrisia e basta con la mistificazione!
Le reali cause degli infortuni gravi, gravissimi e mortali, sui cantieri ferroviari sono da attribuire a una visione di impresa che ha banalizzato la specificità dei rischi nel settore ferroviario e preteso di applicare modalità di gestione delle attività non compatibili con la delicatezza di queste operazioni a scapito della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori interessati.
La logica privatistica agita attraverso la catena più volte da noi denunciata degli appalti, dei subappalti e dei sub-subappalti, adottata da RFI, ha dimostrato da tempo la sua micidiale portata di attacco alle condizioni di lavoro nel settore, con orari notturni insopportabili e tempi di riposo costantemente erosi dalle pretese produttive delle imprese appaltatrici. Tutto ciò sta creando un circuito vizioso che ha trascinato verso il basso lo stesso impianto normativo e di prassi applicato ai ferrovieri del settore stesso.
Questa stessa logica sta riversando i suoi nefasti effetti anche sulla garanzia di sicurezza dovuta per il servizio ferroviario provocando la tremenda somma di morti, tra viaggiatori e lavoratori, sparsi nel Paese: da Viareggio a quello di oggi a San Giorgio di Piano, passando per Pioltello, per Livraga, per Brandizzo (a un mese dal primo anniversario), per Corigliano Calabro.
Per questo non bastano le lacrime o le parole di circostanza ma serve ripensare l’intero sistema di trasporto ferroviario, reduce da mesi molto difficili per i lavoratori e i passeggeri, rimettendo al centro la sua specificità, la salute e la sicurezza e gli interessi di chi ci lavora e di chi viaggia.
Gli unici che sembrano non accorgersene sono il Ministro Salvini e gli Amministratori Delegati e i massimi dirigenti del Gruppo Ferrovie dello Stato che invece di assumersi la responsabilità che gli compete, preferiscono nascondersi dietro alibi, scuse e chiodi piantati male.
Per questo occorre che il parlamento discuta e approvi il disegno di legge presentato per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e per il rafforzamento del ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicureza (RLS)
I ferrovieri risponderanno come sanno fare: sciopero intera giornata il 9 ottobre della manutenzione e infrastrutture per fermare la strage di ferrovieri e per rilanciare una ferrovia pubblica, sicura ed efficiente.
USB Attività Ferroviarie