Aquila del Bonelli e delinquenti sparatori.

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Nei giorni scorsi, in concomitanza con la preapertura della stagione venatoria, è stato ucciso da un delinquente sparatore un esemplare di Aquila del Bonelli, liberato nell’ambito del progetto di reintroduzione in corso agli inizi dell’estate dalla voliera di acclimatazione presso Bosa.

Purtroppo, non è la prima volta che accade e speriamo che le indagini del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale possano individuare il responsabile.

L’Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus) è un rapace tipico del Mediterraneo, sebbene piuttosto raro.  

E’ diffuso anche nel Maghreb, in Medio Oriente, in India e nel sud est asiatico, tendenzialmente con densità contenute.

L’habitat europeo è costituito da una commistione di praterie naturali, aree agricole estensive e pascoli, intercalati da aree a vegetazione arbustiva mediterranea.

In Italia è presente in Sicilia, con una quindicina di coppie nidificanti, saltuariamente in Calabria.

In Sardegna s’Abilastru era in origine ampiamente diffusa, ma nel corso della seconda metà del ‘900 è andata via via rarefacendosi a causa della riduzione degli habitat naturali e, soprattutto, del piombo calibro 12.

Le ultime nidificazioni accertate risalgono alla fine degli anni ’80 del secolo scorso.

E’ in corso l’importante progetto “Aquila a-LIFE”, avviato nell’ottobre del 2017 grazie alla collaborazione della ONG spagnola GREFA con l’I.S.P.R.A. (con il supporto dell’Agenzia regionale Forestas) e altri partner spagnoli e francesi, avente come obiettivo proprio quello di reintrodurre l’Aquila del Bonelli, classificata in pericolo critico di estinzione in Italia.

La reintroduzione dell’Aquila di Bonelli in Sardegna rappresenta una grande opportunità per la conservazione della specie anche attraverso il ripristino della continuità di areale nel Mediterraneo centro-occidentale.

Tra gli obiettivi indicati nel progetto anche “l’aumento del rispetto della società nei confronti dell’Aquila del Bonelli in particolare, e dei rapaci in generale”.

Obiettivo non facile da raggiungere per la persistenza di delinquenti armati di fucile che non si fan scrupoli di sparare ai rapaci.

Dei cinque esemplari di Aquila del Bonelli reintrodotti in Sardegna nel parco naturale regionale di Tepilora (agosto 2018), una femmina è deceduta presso il Rio Palmas (Sulcis) a causa del virus West Nile, che agisce sul sistema nervoso centrale e provoca il decesso per encefalite (autunno 2018), un’altra femmina è stata impunemente uccisa a fucilate presso il Lago di Monte Pranu, nel Sulcis (settembre 2019), un maschio è stato gravemente ferito (e poi oggetto di eutanasia) per impatto con linee elettriche ad alta tensione nella piana di Arborea (gennaio 2020), mentre un’altra femmina è deceduta sempre per impatto su linee elettriche ad alta tensione presso Siligo (maggio 2020).

Nel settembre 2020 altri sette esemplari di Aquila del Bonelli sono stati liberati e, dopo un mese di ambientamento, hanno iniziato a solcare i cieli isolani.

Purtroppo, alla fine di settembre 2020 un esemplare è stato ritrovato ferito seriamente nelle campagne di Decimomannu ed è poi deceduto, nonostante un’operazione chirurgica effettuata presso il Centro recupero della fauna selvatica (C.A.R.F.S.) di Bonassai.

Nel dicembre 2020, altri due esemplari sono stati ritrovati deceduti nel Campidano (Siamaggiore e San Gavino Monreale) a causa delle linee elettriche ad alta tensione, mentre nel maggio 2021 altri tre esemplari sono stati liberati nell’Isola.

Nel mese di maggio 2022 è stato liberato l’ultimo gruppo di esemplari di Aquila del Bonelli sui monti di Montresta.

Dal 2018 ad oggi, il progetto europeo di reintroduzione dell’Aquila del Bonelli in Sardegna ha completato il rilascio in natura di 25 esemplari. Per quattro di questi, il destino è del tutto sconosciuto poiché il trasmettitore GPS – di cui tutti sono dotati – non ha più inviato dati. Di questi, 11 sono con certezza ancora vivi, di 4 si sono perse le tracce, gli altri purtroppo sono deceduti”.

Un risultato finora comunque positivo, perché ha riportato l’Aquila del Bonelli in Sardegna.

L’impatto delle linee elettriche ad alta tensione è, purtroppo, molto grave: “sono complessivamente 17 – su 87 marcati – gli esemplari deceduti a causa delle linee elettriche, di cui tre in Sardegna. In Spagna la problematica dell’elettrocuzione è molto sentita: di recente, alcune delle società elettriche operanti nel territorio sono state riconosciute colpevoli per aver causato la morte di specie in pericolo di estinzione e per questo multate”.

Grifone (Gyps fulvus)

In Sardegna il rischio è anche per il Grifone: “benché la rete elettrica sia meno sviluppata che altrove in Italia e molti tratti siano in elicord, sistema che impedisce il verificarsi di elettrocuzione, sono ancora moltissime le situazioni di forte rischio. Sono già almeno tre le aree in cui le linee elettriche si sono rivelate fatali per le aquile di Bonelli reintrodotte: la piana di Bolotana, Arborea, e l’area dove ha trovato la morte Abbaluchente (Siligo, n.d.r.), tutte ottime zone di caccia per i rapaci”.

Sono stati acquisiti anche elementi interessanti per la conoscenza della specie: “il costante monitoraggio degli spostamenti delle aquile ha permesso di comprendere meglio il loro comportamento e le loro abitudini, contribuendo a migliorare le conoscenze riguardo la biologia e l’ecologia di questa specie in Sardegna. Ad esempio, la propensione nei primi anni di vita a frequentare e stabilirsi in zone umide, dove le aquile si stabiliscono per lunghi periodi. Qui trovano diversità ed abbondanza di prede, elemento che conferma l’incapacità di predare animali di grandi dimensioni, prediligendo invece cornacchie, uccelli acquatici o, più raramente, altri rapaci come la poiana”.

Ora l’auspicio risiede nell’auspicata formazione di coppie e conseguente riproduzione.

Un bel segnale di speranza per il futuro della specie, sempre che linee elettriche e delinquenti armati stiano alla larga.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

p.s. l’Aquila del Bonelli è il simbolo storico del GrIG!

Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus)

da La Nuova Sardegna, 10 settembre 2024

La denuncia. Un’aquila di Bonelli trovata morta nelle campagne di Ozieri: uccisa da una rosa di pallini.

La scoperta è stata fatta dal corpo forestale che ha già informato la Procura della Repubblica. L’esemplare era stato reintrodotto in Sardegna nell’ambito del progetto europeo Life.

Sassari Un’aquila di Bonelli (Hieraaetus fasciatus), reintrodotta in Sardegna nell’ambito del progetto europeo Life “Aquila a-Life”, è stata trovata morta in località Fraigas, nel territorio di Ozieri, dal personale della stazione forestale.

Il ritrovamento è avvenuto grazie al segnale Gps che era stato applicato sull’esemplare che dopo il recupero è stato esaminato dagli specialisti del Centro di Bonassai dell’Agenzia Forestas. Proprio da questi ultimi è arrivata la conferma che la morte è stata causata da una rosa di pallini di piombo.

Il corpo forestale ha già informato la Procura della Repubblica di Sassari e ha avviato un’indagine per individuare i responsabili dell’uccisione.

Di certo si tratta di un duro colpo al processo di reintroduzione dell’aquila di Bonelli, sviluppato grazie alla collaborazione tra Regione, Ispra, Corpo Forestale, Agenzia Forestas e l’organizzazione spagnola Grefa. Questo rapace rappresenta infatti una delle testimonianze più importanti dell’avifauna storica italiana.

da I.S.P.R.A. News, 3 marzo 2022

Aquila di Bonelli in Sardegna, ultimi esemplari in arrivo.

A settembre la chiusura del progetto.
Previsto per maggio 2022 l’arrivo in Sardegna dell’ultimo gruppo di aquile di Bonelli grazie al progetto AQUILA a-LIFE. Quest’anno l’area di rilascio sarà nel comune di Montresta in provincia di Oristano, dove è già pronta un’apposita grande voliera. Come negli anni precedenti, i pulcini saranno costantemente monitorati ed “allenati” alla vita in natura durante il periodo che trascorrono all’interno della voliera prima di essere rilasciati. Una volta liberati saranno monitorati grazie a speciali trasmettitori GPS, così da poter intervenire in caso di necessità e allo stesso tempo identificare ancor meglio gli habitat ed i siti idonei per questa specie in Sardegna.

Dal 2018 ad oggi, il progetto europeo di reintroduzione dell’Aquila del Bonelli in Sardegna ha completato il rilascio in natura di 25 esemplari. Per quattro di questi, il destino è del tutto sconosciuto poiché il trasmettitore GPS – di cui tutti sono dotati – non ha più inviato dati. Di questi, 11 sono con certezza ancora vivi, di 4 si sono perse le tracce, gli altri purtroppo sono deceduti.
Nonostante le difficoltà, questo è un risultato significativo, che ha portato nuovamente esemplari di una specie ormai estinta a ripopolare i cieli dell’isola. Ad ottenerlo lo sforzo coordinato di vari enti e istituzioni: ISPRA, Grefafauna, Agenzia Regionale Forestas e Corpo Forestale, Edistribuzione. La collaborazione con quest’ultima è stata fondamentale per applicare misure di adeguamento e messa in sicurezza delle linee elettriche in quelle aree critiche dove forte è il rischio di morire per elettrocuzione per rapaci ed altri uccelli. Almeno cinque delle Aquile di Bonelli sinora rilasciate sono morte folgorate sui tralicci, facendo dell’elettrocuzione la prima causa di morte per questa specie in Sardegna. Grazie al progetto parallelo ElectroRevolution, finanziato dalla Fondazione Segré, sono stati individuati i tratti più pericolosi, che verranno presto messi in sicurezza.
Il costante monitoraggio degli spostamenti delle aquile ha permesso di comprendere meglio il loro comportamento e le loro abitudini, contribuendo a migliorare le conoscenze riguardo la biologia e l’ecologia di questa specie in Sardegna. Ad esempio, la propensione nei primi anni di vita a frequentare e stabilirsi in zone umide, dove le aquile si stabiliscono per lunghi periodi. Qui trovano diversità ed abbondanza di prede, elemento che conferma l’incapacità di predare animali di grandi dimensioni, prediligendo invece cornacchie, uccelli aquatici o, più raramente, altri rapaci come la poiana.
L’auspicio è che gli esemplari oggi presenti in Sardegna si stabilizzino e formino le prime coppie. Proseguirà poi il lavoro di identificazione dei migliori habitat e siti idonei per questa specie in Sardegna, così da adeguare e proteggere le linee elettriche eventualmente in essi presenti.
Nelle immagini animate, alcuni dei movimenti più spettacolari che abbiamo potuto osservare nel corso di questi quattro anni e gli spostamenti della maggior parte degli animali seguiti nel corso del 2021.

Video

Sardegna, foresta mediterranea

(foto A.N.S.A., S.D., archivio GrIG)

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