Arriva il primo PC antisanzione made in Russia ed è un tablet mascherato. Seriamente, l’ennesimo tentativo autarchico di Madre Russia sembra essere uscito da uno di quei brillanti canali YouTube che insegnano a come trasformare un cellulare scassato in un laptop costruendo un’intelaiatura di legno con monitor e tastiera cui collegare il cellulare suddetto.
Il MIG Akinak, basato sul chip “Skif” (l’assonanza è col popolo sciita, essendo “Akinak” un tipo di spada, non con la parola italiana per esprimere disappunto…) ha le specifiche di un tablet occidentale del 2019, incastonato però in un minitorre dall’aria discretamente amatoriale con monitor e tastiera esterni, ci riferisce Tom’s Hardware.
Per essere precisi, un’architettura basata sul chip Skif, progettato in Russia e basato su architettura ARM. Fa uso di quattro core Cortex A53, ha un TDP di 24W e sfrutta una GPU PowerVR GE8300.
Arriva il primo PC antisanzione made in Russia: alquanto deludente
Tanto per farci capire, un esempio di tablet basato su Cortex A53 è il Mediapad T3 del 2017, il tipico tablet economico per ragazzini e pensionati che puoi ancora trovare per poco più di un centone.
Il processore usato garantisce una velocità di 1,8Ghz, ponendolo in quello che in Occidente chiameremmo il settore economico anche per i tablet.
Fonti russe dichiarano che il prodotto ha richiesto un anno di lavoro, di cui nove mesi solo per progettare e testare la Mainboard: un parto però che si conclude in un disappunto.
Persino la GPU nasce per il gaming mobile di fascia bassa, “gaming nextgen” a prezzi competitivi, ma non aspettatevi di aver in mano un ROG, uno SteamDeck o anche solo una onesta macchina da ufficio HP. Siamo lontani anni luce.
Parafrasando una favola di Esopo: è un tablet, a scienza mia. Ma se chiedi a lui, ti dirà di essere un PC fisso.
Statistiche dal sapore retrò
Le memorie di massa tradiscono le origini di “tablet riadattato”: parliamo di un modulo eMMC 5.1 da 32 GB saldato sulla mainboard, con RAM LPDDR4 da 8GB espandibile fino a 64Gb, anche se Tom’s Hardware fa notare che le sanzioni potrebbero rendere il prezioso upgrade inottenibile.
Anche la memoria di massa può essere espansa, e il “gamer” occidentale abituato alle SSD M2 avrà un moto di sussiego: le espansioni consentite sono uno slot microSD che supporta fino a 32GB (tecnicamente non puoi neppure farci il backup della scheda di una Nintendo Switch…) e un’interfaccia SATA II per montare un disco fisso meccanico o SSD fino ad un massimo di 2TB.
I due connettori M.2 sulla scheda non sono infatti destinati all’uso delle SSD, anche se i produttori si dichiarano possibilisti.
I due slot M.2 sono infatti destinati il primo al modulo Wi-Fi e Bluetooth e il secondo per un modem 5G opzionale (tanto per far impazzire i complottisti).
La connettività integrata, in un mondo che ha già accettato le USB3.x è fermo al palo delle USB 2.0, jack cuffie e altoparlanti esterni, HDMI e un anticlimatico “buco” per un alimentatore interno quando l’Akinak, nuovamente tradendo le sue origini da tablet che si crede un PC, lo ha esterno.
Connettori opzionali UART, I2C, SPI dovrebbero garantire la possibilità di usarlo nelle imprese. Dovrebbero è di obbligo.
Ancora problemi per Akinak
Nonostante la legge Russa abbia sdoganato la Pirateria Informatica, l’Akinak arriverà con una distribuzione di Linux nazionalpopolare, sul modello “ghe pensi mi” della Corea del Nord, da usarsi con mouse e tastiera attaccati sulle USB 2.0, mediante un hub dato che con due porte USB o fai quello o non usi più i pendrive.
La stessa ditta produttrice ha dovuto però ammettere che Skif non è “adatto a compiti di mobilità aziendale”, aspettando nuovi chip made in Russia.
E potrebbe essere una lunga attesa.
Come abbiamo visto per il portatile Russo Bitblaze Titan BM15, anche esso basato su Cortex, la tecnologia Russa parte da un enorme “debito” rispetto alla tecnologia occidentale, ancora oggetto del desiderio.
Debito che richiederà molto più che tablet medio-gamma mascherati da PC e portatili per essere colmato.
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