Hanno ucciso uno dei rarissimi esemplari di avvoltoio Capovaccaio che viene a nidificare in Italia.
Bracconieri, nient’altro che delinquenti.
Il Capovaccaio (Neophron percnopterus) è il più piccolo avvoltoio del Vecchio Continente. Suddiviso in tre sottospecie, occupa un areale vastissimo, dall’Europa meridionale all’India, all’Africa, ma gli esemplari sono ormai piuttosto rari.
La specie è in pericolo.
Noto anche come Avvoltoio degli Egizi, perché raffigurato nei geroglifici, ha in media un’apertura alare di circa 150-170 centimetri ed è quasi esclusivamente necrofago.
In Europa e, complessivamente, nell’area del Mediterraneo si stima la presenza di 2.600-3100 coppie, con un calo del 50% negli ultimi quarant’anni.
In Italia, dove arriva nel periodo primavera-estate dall’Africa per riprodursi, era presente dalla Toscana alla Sicilia, lungo la Penisola, ma è diminuito dell’80% a partire dagli anni ’70 del secolo scorso: “Nel 1970 il capovaccaio contava 71 coppie distribuite in Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia mentre nel 2008 risultavano solo otto-nove coppie tra Sicilia, Basilicata e Calabria (-89%). Questo valore si è mantenuto stazionario sino al 2013 per poi diminuire nuovamente”. Solo sette coppie nidificanti nel 2022.
Per questi motivi è ancora più importante l’arrivo di una coppia di Capovaccai in Sardegna, dove non erano mai stati reperiti come nidificanti, nonchè la presenza di un giovane nato nell’Isola, a Porto Conte, dove sono stati realizzati e sono in corso di realizzazione con successo due progetti LIFE per difendere e incrementare la più grande unica colonia naturale italiana di Grifone (Gyps fulvus).
E’ stato predisposto un Piano d’azione nazionale per il Capovaccaio (Min. Ambiente, 2009) con l’obiettivo di contribuire alla sua salvaguardia.
Il drastico declino è dovuto alla distruzione degli habitat, all’inquinamento da pesticidi e alla caccia, mentre diversi esemplari sono stati uccisi da centrali eoliche, soprattutto in Spagna.
Eppure continuano a esserci delinquenti che li uccidono.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
dal Corriere dell’Umbria, 8 ottobre 2023
Li ammazzano a fucilate. E rischiano di sterminare la specie dei capovaccai, i piccoli avvoltoi del Vecchio Mondo: sono già pochissimi e contrastare i bracconieri per loro è difficilissimo, quasi impossibile. Ora è stata uccisa anche Sara, una dei pochi esemplari ancora in vita. Ha lasciato il compagno e il figlio e non si sa che fine hanno fatto, visto che lei era dotata di Gps e loro no. A raccontare la storia è il Cerm Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio, comune di Semproniano, provincia di Grosseto, con un comunicato che fa salire la rabbia di chi ama gli animali.
“È la fine di agosto 2023 – si legge nella nota – una foto scattata in Basilicata attraverso un cannocchiale ritrae due capovaccai adulti posati a terra che sorvegliano un giovane, il loro figlio, nato tre mesi prima. Si tratta di tre individui molto preziosi perché in Italia, ormai, non sono che una decina le coppie di capovaccaio che si riproducono. Il ritratto è quello di una famigliola quasi pronta per iniziare la migrazione autunnale verso l’Africa. La madre di questa famiglia si chiama Sara ed è un capovaccaio molto speciale perché è nato in cattività al Cerm Centro Rapaci Minacciati ed è stato liberato in Puglia nel lontano 2015. Sara, però, la sua migrazione 2023 la inizia ma non può concluderla: in Africa non riesce ad arrivare perché viene uccisa a fucilate il 19 settembre 2023 durante l’attraversamento del Canale di Sicilia, tra l’Isola di Marettimo (Egadi) e Capo Bon (Tunisia)”.
“A quale destino siano andati incontro il compagno e il figlio non è dato sapere – continua il comunicato – perché Sara era l’unico dei tre a essere dotato di un Gps. Negli anni precedenti Sara era stata fortunata riuscendo a concludere 5 migrazioni verso l’Africa; la prima volta nel settembre 2015, quando era partita dall’area di liberazione in Puglia e, con 3.980 km di volo in meno di un mese, era arrivata in Niger. Dopo quattro anni trascorsi in Africa, dal 2019 in avanti ogni primavera Sara faceva ritorno in Italia, vi trascorreva cinque mesi e poi si spostava nuovamente nella fascia subsahariana, area che ospita i giovani capovaccai nei primi anni di vita e poi gli adulti nel periodo autunnale ed invernale. Nel 2022, finalmente, durante la permanenza in Italia Sara aveva nidificato per la prima volta ed aveva allevato due giovani con successo. Una grande speranza per il progetto di salvaguardia della specie che aveva entusiasmato le migliaia di persone che seguivano le sorti di Sara attraverso i social ed i tanti amici che l’avevano fotografata durante le migrazioni. E’ grazie ai dati forniti dal suo Gps e da quelli di altri esemplari nati in cattività e liberati in natura, con lo scopo di rafforzare la popolazione italiana, che si è riusciti a scoprire che il bracconaggio sta decimando i capovaccai e, con loro, la speranza di salvare la specie in Italia“.
“Questi dati – spiega il Cerm – raccontano che in quel medesimo tratto di mare, poco lontano da dove ha trovato la morte Sara, cadde Agata nel 2015 ed è stato ucciso Tommy nel 2022. Proprio i dati Gps di Tommy hanno, finalmente, fatto piena luce su quanto avviene nelle acque internazionali del Canale di Sicilia: il giovane avvoltoio, nato al Cerm e liberato in Basilicata nell’agosto 2022, il 21 settembre aveva lasciato le isole Egadi e si era diretto verso la Tunisia. Dopo 86 km di volo sul mare, il suo Gps aveva segnalato un anomalo e repentino cambio di rotta, seguito da un percorso verso nord-ovest a velocità costante di 20-21 km/h (tipica di un’imbarcazione). Poi più nulla, sino a quando, cinque giorni più tardi il suo Gps non aveva inviato nuovi segnali che lo avevano fatto localizzare 337 km a sud-est, vicinissimo alle coste dell’isola di Malta. Ed è su una spiaggia di Malta che il Gps di Tommy fu ritrovato dalla polizia maltese e da volontari di BirdLife, con le fettucce in teflon che fissavano l’apparecchio all’animale tagliate di netto. Si ipotizza che Tommy sia stato abbattuto e issato a bordo di un natante e poi conservato in una cella frigo; una volta giunti in prossimità dell’isola, i criminali si sono accorti del Gps e lo hanno gettato in mare”. I capovaccai sono sempre meno, rischiano l’estinzione, ma i bracconieri continuano indisturbati la loro opera, forse senza nemmeno capire che tra un po’ non avranno più avvoltoi a cui sparare.
(disegno S.D., foto Wikipedia)