Auto goal al Corriere

1 year ago 58

Cosa c’è dietro ai formalismi dei comunicati che ieri hanno raccontato la decisione di due giorni di sciopero decisi a maggioranza dell’assemblea del Corriere della Sera? Un’ assemblea di ore, accese discussioni, la votazione su tre mozioni ciascuna vincolata alla maggioranza assoluta, e le dimissioni del comitato di redazione che aveva portato una proposta di accordo raggiunto con l’azienda, ma considerata inadeguata. Molti giornalisti del Corriere non erano d’accordo su questa valutazione negativa soprattutto per la parte che riguardava lo smart working, che prolungava per un anno l’accordo sperimentale, che scadrà il 1° luglio, e che prevede sei giornate mensili di lavoro a distanza. Apertura dell’azienda anche sull’aggiornamento professionale di 2mia700 euro l’anno per trovare un modo per sviluppare l’accordo in termini di wellfare , più problematica l’estensione dell ‘accordo a tutti i giornalisti in organico (attualmente almeno una settantina ne sono esclusi, o ricevono una somma inferiore).

La maggioranza ha scelto di andare allo sciopero segno di dura contestazione verso l’editore Cairo e anche nei confronti del direttore, Luciano Fontana, intervenuto, quasi fuori tempo massimo, con una proposta di buon senso, ma senza successo. E cosi sabato 9, e domenica 10 giugno il Corriere non è arrivato in edicola. Un’assenza di cui ci si ricorderà perché concomitante la finale della Champions League a Instanbul con in campo l’Inter e il Manchester City. Finalissima, all fine persa dalla squadra italiana, per cui però erano in programma edizioni specialissime del Corriere.

Le dinamiche che hanno portato allo sciopero segnalano seri contrasti e contraddizioni all’interno della redazione con numerosi giornalisti contrari alla sospensione del lavoro perché ritenevano che il risultato raggiunto dal cdr fosse l’inizio di un tragitto positivo per soddisfare le richieste sul tavolo.

E allora cosa è successo per far trionfare le posizioni più massimaliste? C’è chi dice che le difficoltà nel trovare un accordo tra i giornalisti sia il risultato della disomogeneità che si è creata all’interno della redazione allargata per l’arrivo dei redattori provenienti dalle edizioni locali del Corriere, che hanno perso lo status autonomo per essere accorpate nell’edizione nazionale, i cui giornalisti hanno trattamenti inferiori da un punto di vista economico e di status professionale

Lo sciopero è stato un atto di forza che lascia un discreto cumulo di problemi: la trattativa sindacale sarà interrotta fino alla nomina di un nuovo comitato di redazione, per cui sarà necessario almeno un mese di tempo, con tensioni in redazione non facili da gestire. E ci sono strascichi di immagine anche per il direttore Fontana che ha dimostrato una inaspettata debolezza di fronte ai comportamenti autolesionisti della redazione.

È infine la brutta figura fatta con i dirigenti, i giocatori e i tifosi dell’Inter, e con tutti i lettori del Corriere che i giornalisti hanno dimostrato di tenere in nessuna considerazione, un atteggiamento incomprensibile tanto più in questi tempi di evidente disaffezione del pubblico verso i quotidiani.

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