Potreste essere incappati in una delle condivisioni copia-incolla che stanno cominciando a circolare su Facebook (per esempio qui, qui, qui, qui e qui), dove si parla di un «bimbo di sei mesi morto dopo sei vaccinazioni», compresa quella contro il nuovo Coronavirus. Lo screen che accompagna questa narrazione viene mostrata in bassa risoluzione una tabella del VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System), ovvero l’ente americano che raccoglie tutte le segnalazioni di eventi avversi a seguito dell’assunzione di vaccini, senza verificarne autenticità e connessione causale.
Per chi ha fretta:
- Purtroppo in rari casi i bambini muoiono in culla a prescindere dai vaccini.
- I report del Vaers si basano su segnalazioni non verificate.
Analisi
Lo screen in oggetto è accompagnato nelle condivisioni italiane dalla seguente didascalia:
Bimbo di 6 mesi inoculato il 16 settembre scorso con prodotti anti covid-19, difterite, tetano, pertosse, epatite B, polio, influenza, pneumococchi, più gocce di rotavirus. Trovato morto stecchito in culla il 26 settembre. Omicidio volontario , dai genitori che non credono a chiedere gli effetti collaterali studiati per anni. Lo hanno voluto loro. Devono essere puniti eternamente dal loro tormento.
Nell’immagine è possibile leggere il VAERS ID: 2479506. Abbiamo quindi potuto accertare la reale natura del report, risalente al decesso di un bimbo ricoverato nello stato dell’Iowa affetto da otite, che assumeva famotidina e omeprazolo, verosimilmente per trattare un reflusso gastroesofageo.
Nel commento si legge: «morte inaspettata: fare un pisolino nel pomeriggio e trovata senza polso nella culla». Ma noi sappiamo che purtroppo esiste anche la Sindrome della morte in culla. Colpisce i bambini tra un mese e un anno di età, anche senza evidenti patologie pregresse. Per quanto i gruppi No vax cerchino di attribuirla ai vaccini, si tratta purtroppo di un fenomeno molto raro la cui causa resta ignota.
Conclusioni
È scorretto utilizzare delle segnalazioni del Vaers per allarmare le persone sui presunti eventi avversi dei vaccini nei bambini, si tratta infatti di dati non verificati che non possono dimostrare un reale rapporto di causa-effetto. Come leggiamo in una nota dei CDC, in America è stata estesa la vaccinazione pediatrica anti-Covid dai sei mesi ai 5 anni d’età fin dal giugno 2022. Si tratta di un traguardo raggiunto solo dopo che tutte le altre fasce di popolazione hanno ricevuto le prime dosi, quando ormai ne era stata confermata la già nota efficacia e sicurezza, arrivando oggi alla somministrazione a partire dai sei mesi, «raccomandato solo per quelli con condizioni di fragilità ma su richiesta dei genitori».
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