Le batterie vendute sul mercato europeo dovranno essere più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, grazie alle nuove norme votate dal Parlamento Ue in plenaria.
Ieri, mercoledì 14 giugno, gli eurodeputati (587 favorevoli, 9 contrari, 20 astenuti) hanno approvato in via definitiva il regolamento che disciplina la filiera di ogni tipo di batteria, in ottica di economia circolare, dall’estrazione di materie prime al recupero/riciclo, passando per la produzione e l’utilizzo.
Sono misure molto importanti per il settore, considerando la mole crescente di progetti per nuove gigafactory europee.
Infatti, al momento l’industria delle batterie ha pianificato oltre 1 TWh di capacità produttiva a livello Ue per il 2027, con un potenziale di 1,8 TWh al 2030, secondo i dati recentemente diffusi dall’organizzazione Transport & Environment.
In Italia,ad esempio, sono previste due grandi fabbriche con capacità produttiva superiore a 10 GWh/anno, quella di Italvolt a Scarmagno e quella di Acc (Stellantis) a Termoli.
Intanto in Francia, a Billy-Berclau Douvrin, la stessa Automotive Cells Company ha inaugurato nelle scorse settimane la sua prima gigafactory di batterie, che partirà con 13 GWh.
Vediamo in sintesi i punti più importanti del provvedimento, che ora deve essere approvato formalmente dal Consiglio Ue prima della sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Innanzitutto, le aziende (ad eccezione delle Pmi) che vendono batterie nell’Ue dovranno eseguire una “due diligence” per identificare e mitigare i rischi ambientali e sociali, connessi alle forniture di materie prime usate nelle batterie, come litio, cobalto, nichel.
I produttori, spiega una nota del Parlamento, dovranno poi calcolare e dichiarare le emissioni complessive di CO2 “sul ciclo di vita” delle batterie di veicoli elettrici, mezzi di trasporto leggeri (tra cui biciclette elettriche e monopattini) e batterie industriali ricaricabili con capacità superiore a 2 kWh.
Dal 2028 non si potranno vendere batterie sopra una determinata soglia di emissioni totali di CO2, fissata dalla Commissione Ue tenendo conto delle migliori tecnologie produttive disponibili.
Ci sarà anche un passaporto digitale che conterrà una serie di informazioni, riguardanti il tipo e l’origine della batteria, il suo stato e la durata di vita utile stimata.
Il regolamento fissa poi obiettivi specifici per il recupero e riciclo dei materiali dagli accumulatori esauriti.
Si dovrà recuperare il 50% del litio entro il 2027 e l’80% entro il 2031. Per cobalto, rame, piombo e nichel, le percentuali obbligatorie di recupero sono, rispettivamente, 90% al 2027 e 95% al 2031.
Inoltre, le nuove batterie immesse sul mercato dovranno contenere specifiche percentuali minime di materiali riciclati.
Otto anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, le batterie dovranno avere le seguenti percentuali di elementi riciclati: 16% per il cobalto, 85% per il piombo, 6% per litio e nichel.
Queste percentuali, 13 anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, saliranno a: 26% per il cobalto, 85% per il piombo, 12% per il litio e 15% per il nichel.
- Testo votato (pdf)