Busitalia Umbria fa male i suoi conti, ora è sentenza: è un obbligo per il lavoratore rifiutarsi di eseguire un ordine illegittimo.

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C’è voluta la costanza e l’irremovibilità della nostra RSU, Gianluca Liviabella della società Busitalia Sita Nord della regione Umbria e del nostro legale Bartolo Mancuso, per arrivare ad una sentenza che dimostra per l’ennesima volta come questa azienda, in modo sempre più arrogante, pretende di gestire un servizio pubblico essenziale in barba ad ogni tipo di normativa del settore; in particolar modo la completa trascuratezza delle norme sulla sicurezza sul lavoro e sul servizio mettendo regolarmente a rischio gli addetti al settore e gli utenti.

Il problema delle manovre da considerarsi rischiose, era da tempo stato denunciato dalle RSU di questa O.S. che più volte hanno richiesto interventi specifici alla società al fine di mettere il servizio in sicurezza ma mai nulla è stato fatto; una assurda logica di superficialità ed insolenza che ha trovato terreno fertile anche grazie al sostegno delle altre sigle sindacali aziendali, comprese le loro RSU.

Ma quel giorno del 3 giugno del 2023 alla guida del bus ad affrontare una manovra di inversione di marcia in Viale della Vittoria, presso i Giardini di Via Oberdan, in Todi, in condizioni di pericolo e in violazione del Codice della Strada, c’era Gianluca che rendendosi conto della situazione ha tirato il freno a mano; si è rifiutato di rassegnarsi di dover obbedire a delle disposizioni di servizio illogiche, illegittime e decisamente pericolose per l’incolumità del personale e dell’utenza.

Un gesto che invece di produrre una riflessione di merito da parte aziendale, ha visto una reazione sproporzionata…ovviamente parliamo di una RSU scomoda che mai si è tirata indietro ad affrontare con forte decisione le innumerevoli problematiche aziendali; probabilmente per questo al direttore del personale non è sembrato vero che gli si presentasse l’occasione su un piatto d’argento per aggredire Gianluca scegliendo così di mirare esclusivamente alla repressione.

30 giorni di sospensione dal servizio e 6 mesi di retrocessione per Gianluca che ha semplicemente preteso di effettuare il proprio servizio in sicurezza; chi ha firmato quel provvedimento disciplinare, dopo aver fatto qualche minuto di silenziosa e pietosa vergogna verso se steso con la testa poggiata al muro, ora dovrebbe raccogliere le sue poche cose dalla scrivania e sparire…le sue dimissioni sarebbero a dir poco da ritenere cosa scontata come lo dovrebbero essere per quei funzionari della polizia municipale che hanno sempre sostenuto la tesi aziendale non eccependo nulla di anomalo in una manovra di inversione di marcia di un mezzo pubblico, con utenza a bordo, in prossimità di una curva…sempre tutto regolare, tutto normale…eppure si continua a morire sul lavoro, eppure di incidenti stradali di bus che trasportano cittadini, pendolari, studenti purtroppo non ne mancano e quando l’incidente arriva i riflettori si accendono su chi ha le mani sullo sterzo; se ha rispettato tutte le norme, le leggi, lo stesso codice della strada che chiedeva di rispettare Gianluca, i suoi tempi di guida, la velocità del mezzo, i suoi riposi, il suo stato psicofisico.

Questa sentenza è decisamente importante perché in chiare note stabilisce che _"Il rifiuto opposto dal lavoratore di adempiere ad un ordine impartito che si pone contro le leggi è legittimo";ma non solo, ha configurato un vero e proprio obbligo in capo al lavoratore di rifiutarsi di eseguire un ordine illegittimo.

Una sentenza quindi che sicuramente rende giustizia per gli addetti al servizio della società Busitalia Sita Nord Umbria, a partire da Gianluca e tutti i lavoratori che lo hanno sempre sostenuto, ma anche uno strumento in più per i lavoratori tutti, non solo gli autoferrotranvieri perché di società arroganti come la Busitalia ce ne sono tante, troppe e nei più svariati settori.

Per tutte e tutti, questa sentenza, è uno strumento in più per dire NO al padrone.

*sentenza in allegato

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