C’è davvero un correlazione tra obesità e reddito? Sì, il paradosso povertà-obesità

10 months ago 55

Recentemente un illuminato articolo su Marie Claire ha fatto luce su un legame tra obesità e reddito, equiparando il cibo ad un atto politico e evidenziando come la percentuale di sovrappeso tra chi non è economicamente in grado di nutrirsi correttamente sia prossima al 30%.

C'è davvero un correlazione tra obesità e reddito? Sì, il paradosso povertà-obesità

C’è davvero un correlazione tra obesità e reddito? Sì, il paradosso povertà-obesità

Può sembrare un dato controintuitivo e contro il sentire comune. Ad esempio va contro le “lezioncine sul Medioevo”, e qui andiamo in un campo sospeso tra i fatti accertati e le false credenze di cui pure ci occupiamo, del signorotto medioevale obeso e pieno di gotta contro il povero villano affamato.

In realtà la cosa ha non solo perfettamene senso logico, ma ha anche un nome scientifico nell’Occidente associato alla ricchezza e l’opulenza anche nel cibo: il paradosso povertà-obesità (o al contrario che dir si voglia).

C’è davvero un correlazione tra obesità e reddito? Sì, il paradosso povertà-obesità

L’obesità, che spesso porta in dote disturbi cardiovascolari, muscoloscheletrici, diabete e predisposizione a talune forme di cancro è fortemente influenzata dal reddito, ma non nel modo in cui pensate.

Una ricerca stabilita negli USA alcola un incremento del 145% delle persone obese negli stati più povero, ovvero col 35% degli abitanti sotto le soglie minime di sussistenza, con l’Europa che ha visto nonostante la crisi economica il triplicarsi della popolazione affetta da obesità.

Ci sono al riguardo tre teorie esaminae dai ricercatori.

Il basso costo dei cibi conservati e industriali

Questa teoria è la prima e la più amara nonostante la dolcezza. Suggerisce infatti che senza una forma di regolamentazione la sugar tax, la “tassa sulle bibite e sui cibi zuccherati” introdotta in vari paesi e che dal Governo Conte del 2020 si cerca di introdurre in Italia di rinvio in rinvio, nonostante le buone intenzioni rischierebbe di diventare una vera e propria tassa sulla miseria.

Il povero infatti viene facilmente tenttato dall’acquistare cibi conservati e con elevato contenuto in calorie ma scarso valore nutrizionale, come merendine conservate e alimenti ricchi di zuccheri ma poveri in proteine, legati inoltre a ricerche che ne evidenziano la dipendenza fisica.

Riempire la dispensa di merendine e bevande zuccherate scontate diventa un modo per riempire una dispensa altrimenti vuota con poco, placare la fame e consentire di mandare i figli a scuola con una “merenda” nello zainetto, non sana, ma quello che passa il convento.

Il che ci rimanda al secondo punto

Troppo poco tempo, troppe poche risorse

Se non hai soldi per curare l’alimentazione, e non hai le conoscenze relative all’alimentazione (sovente una famiglia impoverita ha anche un accesso ridotto all’istruzione), semplicemente vivi di buono sconto in buono sconto.

Immagina una casa dove si vive sotto le soglie di sussistenza, e dove per sbarcare il lunario bisognerà fare diversi lavoretti precari. Non hai tempo né soldi per metterti ai fornelli, e non hai una gran scelta di ingredienti.

Vivi di buono sconto in buono sconto, di offerta alla tavola calda in offerta, scegliendo non in base alle esigenze nutrizionali, ma in base a quanto puoi ottenere con la minima spesa possibile.

Soglie psicologiche e sicurezza alimentare

Nel film “dal vivo” ispirato alla serie animata “I Cavalieri dello Zodiaco” e che ne costituisce un reboot all’Occidentale nel primo incontro tra l’eroico orfano Pegasus e la compagna di lotta Lady Isabel, incarnazione moderna della Dea Atena, Pegasus confessa ad Isabel di essere abituato a ingozzarsi a tavola perché essendo stato orfano sin dalla più tenera età, povero e in fuga “non ha mai idea se riuscirà a mangiare il giorno dopo”.

Si è riscontrato dal punto di vista psicologico ed etologico, non solo nell’essere umano ma in molti altri animali dotati dello stimolo della fame, la tendenza a mangiare molto di più quando si vive in un ambiente dove la risorsa cibo è scarsa.

Psicologicamente, se sai che oggi mangerai ma domani probabilmente finirai a saltare il pasto, non ti “arrischi” nel limitarti sapendo che domani potresti patire la fame.

Mangi tutto quello che hai e subito, perché un domani potrebbe non esserci.

Conclusione

È difficile trarre conclusioni definitive da una materia complessa: studi simili, ad esempio questo tenuto in Polonia, confermano però che avere accesso al cibo, e al cibo sano per tutti, uniti a programmi alimentari sia di distribuzione del cibo che legati alla cultura del cibo possa migliorare effettivamente le condizioni di vita delle persone creando non solo il desiderio, ma la possibilità economica e sociale di una sana nutrizione.

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