Reti metalliche, ringhiere, reti di plastica, transenne, strade chiuse, strade vietate, cantieri aperti (pochi), cantieri chiusi (manco uno), cantieri senza soldi, cantieri abbandonati (tanti), cantieri minimalisti (parecchi), traffico bloccato (quotidianamente), commercianti furenti (moltissimi), cittadini arrabbiati (pure di più).
Sarebbe bastato programmare lo svolgimento dei tanti lavori pubblici non in contemporanea, audace e financo epica impresa non impossibile.
Cagliari, capitale del Mediterraneo, capoluogo della Sardegna, estrema periferia dell’Impero.
Circa 150 mila abitanti, meno del Municipio I di Roma Capitale.
Qualità della vita molto buona, fra mare, spiagge, zone umide, promontori e Maestrale.
Nonostante chi l’amministri da tempo, almeno questa è l’impressione di un gran numero di cagliaritani.
Però, forse, i cagliaritani sbagliano.
Gli intendimenti del sindaco Paolo Truzzu e del suo assessore al blocco del traffico Alessio Mereu devono esser invece nobilissimi, costringere ecologicamente i cagliaritani e le migliaia di sardi e turisti che giungono quotidianamente in città ad abbandonare l’auto (ma anche i mezzi pubblici) insieme a ogni speranza di decenza e, soprattutto, dare nuovo impulso all’economia creando pollai.
Tanti pollai, pronti ad accogliere i polli che avranno il coraggio di votarli nuovamente.
Stefano Deliperi, cagliaritano
(foto S.D., archivio GrIG)