Cerebrolesioni Brandizzate per l'italiano medio. I giornali sportivi.

4 years ago 393

E non solo... Siamo nell'era dei 'format', del cretinismo valorizzato e valorizzabile, dell'emulazione segaiola da social, dei followers di insipienze e degli influencer che accumulano un gran seguito di guardoni, cretini ed analfabeti funzionali.

Di Massimo Greco

Il tutto non sfugge alle leggi del mercato e quindi tutto, o quasi tutto, assume connotato di merce e potenziale business. Inclusi i sogni frustrati di chi cede la propria immagine, con le cazzate del giorno, mal posate, ridicolamente essenziali nell'orgia narcisista e pacchiana di instagram, facebook o tik tok.


È impressionante vedere come a tutto questo si sia adeguato il mondo dell'editoria. In special modo nella versione "mobile" (occhio alla pronuncia... non mi riferisco alla mobilia...) di quotidiani e stampa sportiva.

Per fare un autorevole esempio basta osservare i tre principali quotidiani sportivi: 'La Gazzetta dello Sport', "Il Corriere Dello Sport" e "Tuttosport" e non trascurerei le sezioni inerenti di qualsiasi quotidiano.

Non può sfuggire, anche a prima vista, la totale (drammatica) assenza di una qualsiasi differenza. Nei titoli quanto nei sottotitoli, nelle immagini, nelle priorità attentive, nella successione di "contenuti sponsorizzati" e, perfino..., in quella specie di rubriche fisse per segaioli frenetici, sull'ultima avventura di Diletta Leotta, sull'ultimo Selfie di Georgina, Belèn o Wanda Nara o ... di questa modella o quella moglie di calciatore.

Una ruttacola GENERALE, generalizzata e GENERALIZZANTE di fesserie maniacali fatte di pose, anche stile Donne&Motori, modalità da trendizzare, pettegolezzi da viralizzare e, soprattutto, clic da monetizzare.
Tette e culi, tartarughe e tatuaggi (questi ultimi spesso, malamente scoloriti e tremendamente banali)

Una gran bella roba.

Un tempo il cretinismo si nutriva di specifiche riviste specializzate in manicalità varie, i quotidiani offrivano oroscopi in apposite sezioni per imbecilli, le rubriche sportive erano decisamente più sobrie ed attinenti. 

Poi è arrivata la Tv commerciale dove dai venditori di pentole si è passati presto alle scimmie urlatrici modello Wanna Marchi, ai culi ginnicamente animati, che interrompevano le telenovelas... ed abbiamo avuto il Ventennio berlusconiano.


Ma oggi siamo ben oltre. Molto oltre.

A chi si rivolge tutta questa grandissima operazione mediatica? Su chi può contare? Qual è il suo target privilegiato?

Analizzare il profilo psicologico e sociologico del destinatario di un  messaggio mercificato è operazione fondamentale che qualsiasi studio di marketing riconosce come elemento essenziale, necessitato e da cui non si può prescindere. Se non si capisce questo.... è ovvio (ed anche naturale...) che non si capisce ciò che si è tentato di leggere fin'ora.

Sono tre domande che facilmente possono essere risolte in un'unica sintesi:

L'imbecillità del cretinismo endemico dell'attuale italiano medio e che va, anche, a votare...

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