Come funziona l’orientamento dei piccioni? Questa è davvero una gran bella domanda: al momento esistono molteplici ipotesi e la scienza moderna non è in grado di scartarne qualcuna con certezza o escludere una concorrenza di fattori.
Perché al contrario di quello che spesso pensano i complottisti, se una risposta manca non è perché “noncielodikeno”, ma perché anche quello che è apparentementemente semplice forse non non lo è affatto, e il metodo scientifico rimbalza di ipotesi in ipotesi.
Come funziona l’orientamento dei piccioni?
Una delle ipotesi più risalenti prevede un “sesto senso” magnetico che rende i piccioni viaggiatori delle calamite e delle bussole viventi. Tale teoria, sia pur accettata, si scontra con l’assenza di tale “organo magnetico” e i depositi di metalli trovati nel becco dei piccioni rilevati essere opera dei macrofagi.
Ma si rinverdisce con la ricerca di quell’organo magnetico nelle orecchie e negli occhi dei volatili, che sarebbero quindi in grado di “vedere” e “sentire” i campi magnetici terrestri.
Ipotesi parallela vede i piccioni orientarsi col Sole, come gli antichi marinai con stelle e sestante, e quindi perdere l’orientamento quando le condizioni di visibilità non gli consentono di usare la posizione solare come guida.
Ipotesi altrettanto simile è che i piccioni, come gli esseri umani ma assai meglio, siano abituati a riconoscere elementi ambientali e quindi possano orientarsi, come noi siamo in grado di percorrere quotidianamente le strade cittadine imparando a riconoscere negozi ed elementi fisici.
Non si è riuscito ad escludere il ricorso agli infrasuoni, specie contando che inquinamento, traffico e attività antropica sono effettivamente disturbo per i volatili.
La soluzione corretta? Probabilmente una triangolazione tra uno o più di questi elementi.
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