Come l’Ue vuole cambiare il mercato del gas con idrogeno e biometano

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La rete europea del gas dovrà cambiare per sostituire una quota crescente di combustibile fossile con biometano e sviluppare le infrastrutture per produrre e distribuire idrogeno verde (prodotto al 100% da fonti rinnovabili) e low-carbon (a basse emissioni di CO2, ma prodotto da fonti non rinnovabili).

Queste le principali novità votate ieri, giovedì 9 febbraio, dalla Commissione Energia e Industria del Parlamento europeo (Committee on Industry, Research and Energy, Itre).

Gli eurodeputati hanno adottato una posizione comune su due provvedimenti: una proposta di direttiva e una proposta di regolamento che intendono facilitare la diffusione dei gas rinnovabili e “decarbonizzati”, tra cui appunto idrogeno e biometano, in linea con gli obiettivi del piano REPowerEU presentato da Bruxelles a maggio 2022.

La proposta di direttiva, precisa una nota del Parlamento, è stata adottata con 62 voti favorevoli, 2 contrari e 7 astensioni, mentre la proposta di regolamento ha ottenuto 54 voti favorevoli, 17 contrari e una astensione.

Si attende ora il via libera formale in sessione plenaria a Strasburgo (13-16 marzo) per poi avviare i negoziati istituzionali “a tre” con la Commissione europea e gli Stati membri (il Consiglio Ue deve ancora definire la sua posizione in materia).

Sempre ieri, ricordiamo, la stessa commissione Itre ha approvato la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (Epbd, Energy performance of buildings directive), che prevede scadenze anticipate per il rinnovamento degli immobili ma anche diverse deroghe e scappatoie, tra cui spicca la possibilità di continuare a installare caldaie a gas a condizione che siano “hydrogen ready”, cioè in grado di bruciare miscele di gas e H2.

Tra i tanti emendamenti approvati in commissione Itre alla direttiva sul gas, si spiega, gli eurodeputati hanno stabilito che i cosiddetti corridoi dell’idrogeno”, individuati nel piano REPowerEU, dovrebbero essere supportati da infrastrutture e investimenti adeguati, al fine di creare un mercato europeo integrato dell’idrogeno, che permetta a questo vettore energetico di circolare liberamente attraverso i vari Paesi.

Si parla, infatti, di una “hydrogen backbone”, una spina dorsale dell’idrogeno: vale a dire, una rete transeuropea in grado di trasportare e distribuire H2 dai centri di produzione ai consumatori finali (edifici, industrie, trasporti).

Inoltre, le nuove norme puntano a creare un sistema di certificazione per i gas a basse emissioni di carbonio e a garantire che i consumatori possano cambiare fornitore più facilmente, per scegliere gas rinnovabili nei loro contratti, al posto del metano di origine fossile.

Passando agli emendamenti approvati al regolamento, evidenzia la nota Ue, entro il 2030 gli Stati membri, collettivamente, dovrebbero produrre e immettere in rete almeno 35 miliardi di metri cubi di biometano ogni anno. Ciò consentirebbe di sostituire il 20% circa delle importazioni di gas russo con una alternativa green prodotta localmente.

Tra le altre proposte della commissione Itre:

  • riformare la Rete europea dei gestori dei sistemi per la trasmissione del gas (EntsoG: European Network of Transmission System Operators for Gas), al fine di includere anche i gestori delle reti di H2; il nuovo EntsoG&H sarebbe quindi responsabile del piano decennale di sviluppo della rete Ue per quanto riguarda gas e idrogeno;
  • inclusione del meccanismo per coordinare gli acquisti comuni di gas tra Stati membri, inizialmente istituito con una procedura di emergenza;
  • eliminare gradualmente il gas fossile il prima possibile, tenendo conto della disponibilità di alternative; gli Stati membri possono decidere di anticipare la scadenza dei loro contratti a lungo termine per le forniture di gas fossile senza sistemi di abbattimento della CO2.

Il tedesco Jens Geier (socialdemocratici), relatore sulla direttiva, nel commentare il voto della commissione Itre, ha evidenziato che bisogna pianificare in modo coordinato le varie infrastrutture energetiche (gas, idrogeno, elettricità) e che per i consumatori finali, l’idrogeno deve essere la priorità nei settori difficili da decarbonizzare, come le industrie a elevato consumo di energia fossile.

Fortissime perplessità, aggiungiamo noi, suscita l’potesi di utilizzare l’idrogeno nelle attuali reti gas, anche in quantità minima e per utenze residenziali e civili.

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