Come lo Stato elargisce i nostri soldi alle associazioni venatorie (e s’impallinano le bimbe).

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Ghiandaia (Garrulus glandarius)

Quando veniamo a conoscenza dei consueti tagli ai servizi pubblici, al servizio sanitario, al sostegno delle famiglie e delle persone meno abbienti dobbiamo ricordare che ogni anno vagonate di soldi pubblici vengono elargiti per puro clientelismo elettorale.

Fra i tanti rivoli di denaro pubblico così sottratti a migliori utilizzi c’è il sostegno a fondo perduto al mondo venatorio.

Lo Stato, cioè la collettività dei cittadini italiani, sovvenziona le associazioni venatorie più rappresentative dei circa 470 mila cacciatori.

Arsiero, Via Maso, altana di caccia

Un bel pacco di soldi ogni anno.

Infatti l’art. 24 della legge n. 157/1992 e s.m.i. prevede che presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (allora Ministero del Tesoro) sia costituito un fondo alimentato dagli importi versati annualmente dai titolari della c.d. licenza di caccia a titolo di tassa di concessione governativa (la soprattassa di euro 5,16 sulla tassa attualmente pari a euro 173,16).

Di tale fondo viene distribuito il “95  per  cento  fra  le   associazioni   venatorie   nazionali riconosciute, in proporzione alla rispettiva, documentata consistenza associativa” (art. 24, comma 2°, lettera c, della legge n. 157/1992 e s.m.i.).  Alla distribuzione si provvede annualmente con un decreto interministeriale.

Sulla gestione di tali fondi di provenienza pubblica non viene svolto alcun controllo da parte della Corte dei conti (art. 24, comma 4°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.).

bossoli abbandonati in campagna

Così sono stati distribuiti i fondi negli ultimi anni:

* il D.M. 12 ottobre 2022, n. 517230 (fondo anno 2020) ha distribuito euro 1.012.132,00, così ripartiti

– Federazione Italiana della Caccia € 566.931,61

– Arcicaccia € 70.235,90

– Ente Produttori di Selvaggina € 6.498,87

– Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro € 101.588,71

– A.N.U.U. Migratoristi € 41.223,78

– Associazione Nazionale Libera caccia € 183.886,08

– Italcaccia € 41.767,05

Totale ——————– € 1.012.132,00

* il D.M. 16 novembre 2021, n. 598762 (fondo anno 2019) ha distribuito euro 1.012.132,00, così ripartiti

– Federazione Italiana della Caccia € 565.324,81

– Arcicaccia € 72.173,68

– Ente Produttori di Selvaggina € 8.300,44

– Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro € 105.397,09

– A.N.U.U. Migratoristi € 43.027,12

– Associazione Nazionale Libera caccia € 175.054,90

– Italcaccia € 42.853,95

Totale ——————– € 1.012.132,00

* Il D.M. 31 dicembre 2020, n. 9404464 (fondo anno 2018) ha distribuito euro 1.012.132,00, così ripartiti

– Federazione Italiana della Caccia € 563.785,94

– Arcicaccia € 72.865,33

– Ente Produttori Selvaggina € 8.031,70

– Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro € 105.347,63

– A.N.U.U. Migratoristi € 43.589,61 – Associazione Nazionale Libera caccia € 176.882,14

– Italcaccia € 41.629,65

Totale ——————– € 1.012.132,00

Fringuello (Fringilla coelebs) e cartuccia

Ma non finisce qui.

L’ art. 1, comma 449°, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025) dispone che “il fondo di cui all’articolo 24 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, è incrementato di 500.000 euro annui a decorrere dall’anno 2023”.

In parole povere, grazie al Governo Meloni, che evidentemente intende sdebitarsi per qualcosa, a partire dal 2023 vengono utilizzati 500 mila euro provenienti dalle tasche di tutti i contribuenti italiani per incrementare il fondo destinati al 95% a finanziare le associazioni venatorie più rappresentative.

bossoli di cartucce da caccia abbandonati

Ogni anno più di un milione e mezzo di euro saranno destinati a finanziare l’attività ludica di una piccola minoranza che si diverte a sparare alla fauna selvatica, patrimonio dello Stato, cioè di tutti i cittadini italiani.

Per non parlare delle tante altre forme di finanziamento più o meno surreali diffuse fra regioni ed enti locali vari.

E’ bene che i cittadini sappiano come vengono elargiti i soldi pubblici, i soldi di tutti noi, soprattutto a fronte dei sistematici tagli alla spesa pubblica in favore di servizi ai cittadini.

Ed è bene che se lo ricordino, magari quando pallini o pallettoni gli entreranno in giardino o in casa, a norma di legge, ma anche no, quando, per esempio, finiscono per colpire una bimba di tre anni che gioca nel giardino.

Pensa se fosse tua figlia o tua nipote.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

“incidente” di caccia

da La Nazione, 25 settembre 2023

Ferita da una fucilata. Un pallino colpisce bimba a una guancia. Occhio salvo per miracolo.

Dramma a nord di Arezzo, in una zona dedicata alla caccia . Una testimone: “Ho gridato più volte ai cacciatori di allontanarsi”.

Le urla disperate di una bambina di tre anni hanno rotto l’incantesimo di una domenica di fine settembre. Fino a pochi istanti prima giocava spensierata nel cortile di casa poi le sirene dell’ambulanza e delle volanti della polizia hanno richiamato l’attenzione di tutti. La piccola ha rischiato di perdere un occhio, che si è salvato per pochi millimetri: un pallino da munizione di caccia l’ha infatti colpita e ustionata a una guancia. È stata portata d’urgenza al pronto soccorso di Arezzo, medicata e poi dimessa, per il sollievo dei genitori.

È successo ieri intorno alle 11.30 alla periferia nord della città, a Patrignone, area vocata da sempre alla caccia dei volatili. Una zona dove un tempo sorgevano molte cave di ghiaia, in parte ancora attive, con relativi impianti di trattamento. Oggi sono luoghi dove molta gente viene a fare passeggiate o va in bici grazie a una natura che resta comunque bellissima nonostante anni di sfruttamento intensivo.

“A un gruppo di cacciatori avevamo detto pochi minuti prima di allontanarsi dalle case ma ci hanno risposto che erano a più di 200 metri e che quindi rispettavano la legge” racconta una vicina di casa. Infatti, secondo le normative della caccia servono almeno 150 metri dai centri abitati per poter sparare.

La signora è stata tra le prime a precipitarsi in strada quando ha sentito dalla finestra le urla della bambina per l’intenso bruciore alla guancia. In via Pozzo Nuovo, dove si è consumato il dramma, ci sono una manciata di case a schiera di recente costruzione, dove tutti si conoscono: ognuna ha un piccolo giardino recintato davanti alla porta di casa e proprio lì stava giocando la bambina colpita al volto dai pallini da caccia.

“Da un po’ di tempo si sentivano pallini battere sull’asfalto e sulle recinzioni delle nostre case – continua la signora con la garanzia dell’anonimato – per questo a un certo punto ho richiamato l’attenzione dei cacciatori dalla finestra per chiedergli di spostarsi. Mi hanno risposto che erano in regola: non avevo voglia di discutere e ho chiuso la finestra per continuare a fare le faccende. Non mi ero accorta che la bambina stava giocando poco distante. Sono passati una manciata di minuti e ho sentito il suo pianto a dirotto: mi si è gelato il sangue ma sono subito scesa in strada dove già c’erano i genitori che stavano chiedendo aiuto”.

Sono partite le telefonate di emergenza e qualcuno ha chiesto a gran voce ai cacciatori, che si trovavano in mezzo a un campo di girasoli, di smettere subito di sparare. Nel giro di pochi minuti l’ambulanza ha portato la bambina al Pronto soccorso di Arezzo per valutare e medicare l’ustione alla guancia mentre una pattuglia della volante ha identificato alcuni cacciatori presenti quando la bimba è rimasta ferita.

Adesso la parola passa ai genitori che potrebbero sporgere denuncia per lesioni personali colpose, reato che si persegue a querela di parte ed è punito con condanne fino a tre mesi o con la multa fino a 309 euro.

“La sicurezza è la prima cosa – afferma Sergio Fabianelli, vice presidente aretino dell’Associazione Migratoristi Italiani per la tutela delle cacce tradizionali – ogni anno organizziamo corsi per quanti vogliono avvicinarsi al mondo della caccia e su questo punto battiamo molto. Sono molto dispiaciuto e spero che episodi così non si ripetano”.

incidente di caccia

P.S. Sergio Fabianelli avrà pure tanta buona volontà, ma vive sulla Luna…

bosco e girasoli

(foto da La Nuova Sardegna, L.A.C., da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

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