[CONTRIBUTO] L’uranio impoverito, il “metallo del disonore” – ancora lui!

1 year ago 70

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):

L’uranio impoverito,

il “metallo del disonore”

– ancora lui!

E dunque si torna a parlare delle armi all’uranio impoverito. Il merito è del governo britannico, e del compito che si è auto-assegnato di “avanguardia della guerra contro la Russia, a tutti i costi, con tutti i mezzi, in ogni luogo”.

L’escalation bellicista con cui il Regno Unito di Johnson, Truss, Sunak ha cercato e cerca disperatamente di riconquistare qualche centimetro dell’enorme spazio di mercato perduto negli ultimi 100 anni, ha portato infatti i suoi governanti-avventurieri a strombazzare ai quattro venti il seguente annuncio democratico-umanitario: forniremo all’Ucraina proiettili all’uranio impoverito. Salvo poi – una volta incassata a stretto giro la risposta russa: “è un ulteriore passo verso l’apocalisse nucleare” – affidare al ministro degli esteri Cleverley il compito di minimizzare “sono munizioni puramente convenzionali”. Il che è manifestamente falso. A meno che per convenzionali non si voglia intendere in uso da decenni da parte degli umanisti della Nato, il che è invece vero.

Alcuni anni fa i redattori di questo blog (non i più giovani, ma quelli “diversamente giovani”) hanno curato la traduzione italiana della prima e più importante denuncia dell’uso massiccio dell’uranio impoverito contro la popolazione irachena nella prima guerra all’Iraq (almeno 400 tonnellate) proveniente dagli Stati Uniti, opera dell’International Action Center. A suo tempo (il tempo della guerra alla “piccola Jugoslavia”) il libro uscì a cura del Centro di documentazione sul movimento operaio Wilhelm Wolff di Marghera, e le due edizioni andarono presto esaurite. Tuttavia, chi sia interessato/a a riceverne una fotocopia, può scrivere a com.internazionalista@gmail.com (il costo è di 15 euro).

Ne riportiamo qui di seguito l’Indice e parte della Introduzione. Come si vedrà le ciniche rassicurazioni di oggi da parte dei criminali britannici, o dei criminali amerikani che, come l’ex-portavoce del Pentagono Kirby, si sono precipitati a difendere la decisione di Londra, sono del tutto simili a quelle di molti anni fa. Nel frattempo, però, la documentazione che smentisce questi macellai di carne umana è diventata schiacciante. Solo per i soldati italiani schierati in Kosovo, che (nota bene) non erano il bersaglio delle armi all’uranio impoverito, ma ne facevano uso contro le popolazioni serbe e kosovare, i numeri che dà il Centro studi osservatorio militare sono i seguenti: 7.600 ammalati di cancro, circa 400 morti, su appena qualche migliaio in più di soldati impiegati. Chiaro l’effetto?

Il che, è ovvio, non ci porta a tessere le lodi dei ‘sani’ proiettili al tungsteno, come abbiamo letto su qualche sito filo-russo… Per noi la guerra in atto in Ucraina, si combatta con proiettili al tungsteno o all’uranio impoverito, è – per la sua natura – una guerra reazionaria, una guerra capitalista da ambo i lati, imperialista, contro cui batterci senza esitazioni e riserve.

Redazione Il Pungolo Rosso

Introduzione a “Il metallo del disonore: l’uranio impoverito”

Questo è un libro importante, da conoscere e far conoscere.

Esso contiene la denuncia documentata, scientifica, militante della guerra condotta con armi all’uranio impoverito: il nuovo tipo di guerra totale che il Pentagono, la Nato, l’Occidente tutto hanno inaugurato dieci anni fa, sperimentandola sulle carni del popolo iracheno, ed hanno poi gloriosamente replicato in Bosnia, in Kosovo ed in Serbia contro i popoli jugoslavi.

Parliamo di guerra totale perché le armi all’uranio impoverito (dai missili ai proiettili d’ogni calibro), oltre a seminare la morte immediata con più efficacia delle armi convenzionali tradizionali, hanno anche il “pregio” di seminare, tra le popolazioni prese a bersaglio, la morte lenta, differita nel tempo. Tumori di ogni genere (ai polmoni, al cervello, alla pelle, ai bronchi, alla vescica, allo stomaco, al seno), leucemia, abbattimento permanente di tutte le difese immunitarie (un effetto simile a quello che provoca l’Aids): ecco che cosa sono in grado di produrre le armi all’uranio impoverito, capaci contemporaneamente di devastare l’esistenza delle future generazioni con l’enorme aumento di terribili alterazioni congenite nei nuovi nati, ed un altrettanto micidiale caduta della fertilità e della funzionalità sessuale. E non è finita. Infatti, i bombardamenti all’uranio impoverito hanno un altro gravissimo effetto letale: contaminare per milioni e milioni di anni (arrestatevi per un istante a riflettere su questo ‘particolare’ tempo) la terra, l’acqua, l’intero ambiente naturale dell’uomo. Si tratta, insomma, della perfetta fusione tra la guerra nucleare, chimica e biologica, alla faccia dell’infinità di convenzioni e risoluzioni internazionali che “mettono al bando” le armi di distruzione di massa…

Un veterno della guerra del Golfo con suo figlio.

Ecco perché si devono chiamare con la massima energia tutti coloro che si sentono bollire il sangue dinanzi ad un simile crimine a mobilitarsi, a lottare, per porre fine ad esso, e – tanto per incominciare – a raccogliere e diffondere sulla più larga scala possibile questa denuncia.

Viceversa, la consegna dei poteri economici, politici e militari che stanno dietro questa vera e propria pratica del genocidio, è quella del silenzio. Il silenzio totale. Oppure, quando vengono chiamati in causa in modo stringente, è quella della irrisione: “l’uranio impoverito è tanto radioattivo e nocivo quanto la cassa del mio orologio” (un generale italiano), “è meno pericoloso di un fiammifero acceso” (un portavoce K-For). In ogni caso, si garantisce, non esistono prove inconfutabili che produce dei danni. Ed invece questo testo fornisce proprio una inconfutabile analisi delle mostruose conseguenze che l’ultimissima forma della guerra di distruzione capitalistica produce. Un’analisi che necessariamente contiene, per il suo rigore, qualche parte tecnica di lettura un po’ difficile (e forse non indispensabile) per i profani, ma che altri interventi sanno tradurre in modo adeguato per i non specialisti. Di essa si deve tenere a mente almeno un dato ‘tecnico’: non esiste alcuna soglia di sicurezza per le radiazioni, per cui in questa materia ogni forma di minimizzazione è in sprezzo della salute e della vita dell’uomo e della natura. Ma non meno rilevante è un dato politico: il feroce embargo imposto alle popolazioni irachene e serbo-jugoslave, rendendo praticamente impossibile ad esse approvvigionarsi delle apparecchiature e delle medicine indispensabili, potenzia al massimo gli effetti devastanti dei bombardamenti radioattivi. Guerra nucleare-chimica-biologica combinata con la guerra economico-politica: in Iraq sono state falciate in questo modo oltre un milione e mezzo di vite! […]

Indice

Sulla questione il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia segnala, tra le altre, queste fonti:

LA GUERRA INFINITA, LE CONSEGUENZE DELLE BOMBE ALL’URANIO IMPOVERITO IN SERBIA (di Maria Elena Scandaliato / Rainews24, 2/12/2022), VIDEO: https://www.raiplay.it/video/2022/12/Spotlight-La-guerra-infinita-Le-conseguenze-delluranio-impoverito-in-Serbia-e198d619-b7a8-4398-ad33-56eff941f140.html

BRITAIN PROVIDING DEPLETED URANIUM ARMS TO UKRAINE RISKS NUCLEAR COLLISION – CHINESE EXPERTS: https://antibellum679354512.wordpress.com/2023/03/22/britain-providing-depleted-uranium-arms-to-ukraine-risks-nuclear-collision-chinese-experts/

NATO’S USE OF DEPLETED URANIUM WEAPONS IN SERBIA IN 1999: THE WAR THAT WON’T END (By Dr. Rudolf Hänsel – Global Research, March 22, 2023)

https://www.globalresearch.ca/nato-use-uranium-weapons-serbia-1999-war-wont-end/5812949

https://www.beoforum.rs/en/nato-agression-belgrade-forum-for-the-world-of-equals/838-natos-use-of-depleted-uranium-weapons-in-serbia-in-1999-the-war-that-wont-end.html

NATO BACAO URANIJUM I NA BEOGRAD? SUMORNE SLUTNJE POSLE ANALIZA IZ TORINA (Novosti online, 25. 07. 2022.)

BEOGRAĐANKA Ksenija Tadić imala je 24 godine u vreme NATO bombardovanja, 1999.
Ona je jedna od dvoje obolelih od raka kod kojih je sudski veštak i profesor Univerziteta u Rimu dr Rita Čeli utvrdila oko 500 puta veću količinu osiromašenog uranijuma 238 nego kod bilo kog drugog čoveka na svetu. Teških metala, nađenih u njihovim telima, nema u prirodi, niti u industrijski zagađenim gradovima, već isključivo u projektilima. Nakon analiza, dovedene su u pitanje tvrdnje da severno od Vranja nije bilo ozračene municije.

KOMPLETAN TEKST PROČITAJTE U ŠTAMPANOM IZDANJU “VEČERNJIH NOVOSTI” U UTORAK, 26. JULA.

https://www.novosti.rs/drustvo/vesti/1139345/najnovije-vesti-nato-bombardovanje-beograd-uranijum-torino

Tutti e tre gli isotopi hanno un tempo di dimezzamento molto lungo e quello dell’U-238 è di 4.468×109 anni. Questo significa che affinché la sua radioattività si dimezzi deve trascorrere un tempo pari a quello di dimezzamento.

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