Cosa sapete sul naso di Federico da Montefeltro?

1 month ago 26

Uno dei miti ricorrenti che tutti abbiamo sentito anche a scuola è quello sul naso di Federico da Montefeltro. Condottiero di ventura, duca e signorotto rinascimentale ribattezzato da Google “artista visivo” per motivi a noi ignoti che secondo la volgata, dovrebbe la curiosa forma del naso apparsa in diversi ritratti ad una forma di “rinoplastica utilitaria antelitteram”

Cosa sapete sul naso di Federico da Montefeltro, artista visivo?

Cosa sapete sul naso di Federico da Montefeltro, artista visivo?

Federico da Montefeltro, rimasto privo della vista di un occhio e sfigurato a causa di un incidente durante una competizione, avrebbe deciso di sottoporsi ad una rinoplastica per sostuire la “gobba” sul suo naso con uno scalino consentendo una prodigiosa visione a 360 gradi all’occhio rimasto.

In realtà tale teoria è stata sorpassata dalla storia.

Cosa sapete sul naso di Federico da Montefeltro?

Eugubino, classe 1422, Federico fu figlio di figlio naturale di Guidantonio da Montefeltro e di una donna nubile, poi legittimato con bolla papale (oggi diremmo “legalmente”).

Già le fake news cominciarono presto a diventare una costante della sua vita, attribuendogli svariati natali, uno più nobile e ricco dell’altro (anche allo scopo di cementare il suo crescente potere).

Ebbe una sfolgorante carriera da mercenario che all’apice del potere lo rese Duca di Urbino fino al momento del suo trapasso, nel 1482 per malattia, probabilmente malaria.

Nel 1450, probabilmente durante il torneo per commemorare l’ascesa di Francesco Sforza al titolo di duca di Milano, fu sfigurato da un colpo di lancia che lo privò della vista dall’occhio destro.

Da allora nei ritratti ufficiali nasconderà il volto sfregiato facendosi dipingere solo di profilo, con l’iconico naso con uno scalino. Molti testi, compresi testi scolastici ed educativi, riportano la teoria per cui Federico da Montefeltro avrebbe deciso di sottoporsi ad una “seconda operazione” di rinoplastica per farsi abbassare e modificare il profilo del naso.

Ma il British Journal of Plastic Surgery (1982) 35, 247-250 da diversi anni riportava tale scenario come improbabile.

Anche postulando la capacità miracolosa del Duca di Urbino di muovere l’occhio rimasto con angoli da camaleonte, contrarre i muscoli allo spasimo non comporterebbe un incremento della visione tale da giustificare l’operazione: provate a chiudere un occhio e vedere “quanto naso” potete vedere con la coda dell’occhio dell’altro.

Esempio dell'elmo usato all'epoca

Esempio dell’elmo usato all’epoca

Inoltre i testi dell’epoca giustificano il bisogno di una “visione perfetta” per vedere eventuali avvelenatori con la coda dell’occhio: ma in caso di una “operazione di rinoplastica”, anche postulando un medico dell’epoca in grado di rimuovere l’esatta porzione di naso necessaria e una straordinaria capacità oculare del Duca, egli si sarebbe consegnato a medicinali e ferri taglienti di un medico, aumentando quel rischio.

La ricostruzione offerta dal dottor Winters, chirurgo plastico, parte dal concetto di giostra dell’epoca. Due cavalieri che corrono su due corsie separate da un guardrail ligneo colpendosi con lance di legno inclini a spezzarsi, protetti da elmi con visori che potevano essere sollevati (non essendo disponibile il “vetro antinfortunistico” dei caschi moderni).

Lo stesso incidente (verosimilmente un moncone di lancia che, sollevata la visiera, ha sfregiato il duca) oltre all’occhio avrà fratturato parte del naso, aumentando così la deformità.

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