Covid-19: l’inquinamento crea un’autostrada per la diffusione del virus in Pianura Padana | CORRIERE DELLA SERA

3 years ago 187


Pubblicata la ricerca della Società italiana di medicina ambientale (Sima) che ipotizza che le polveri sottili trasportino il virus Sars-CoV-2 rendendo alcune zone italiane particolarmente esposte alla diffusione della malattia 

di Silvia Turin

Uno studio italiano che mette in relazione inquinamento e diffusione del coronavirus (già “uscito” e anticipato dal Corriere QUI), ha avuto l’ufficialità della pubblicazione dopo l’ultima revisione sull’importante rivista scientifica BMJ (British Medical Journal).

Lo studio italiano

Nella ricerca, condotta dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima), frutto di una collaborazione con ricercatori delle Università di Bologna, Bari e Trieste, si ipotizza che il particolato atmosferico sia in grado di trasportare il virus e che quindi ambienti particolarmente inquinati (come la Pianura Padana) diventino una sorta di «autostrada per la diffusione del Covid-19», come si legge nel comunicato Sima. Il tutto parte dalle analisi eseguite su 34 campioni di PM10 nell’aria di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti con due diversi campionatori d’aria per un periodo continuativo di 3 settimane, dal 21 febbraio al 13 marzo. Nei campioni di particolato atmosferico (comunemente dette “polveri sottili”) sono state trovate tracce dell’Rna di Sars-CoV-2. Secondo Gianluigi De Gennaro, professore di Chimica dell’Ambiente all’Università di Bari: «Questa è la prima prova che l’Rna del SARS-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria, suggerendo così che, in condizioni di stabilità atmosferica e alte concentrazioni di PM, le micro-goccioline infettate contenenti il coronavirus SARS-CoV-2 possano stabilizzarsi sulle particelle per creare dei cluster col particolato, aumentando la persistenza del virus nell’atmosfera, come già ipotizzato sulla base di recenti ricerche internazionali. L’individuazione del virus sulle polveri potrebbe essere anche un buon marker per verificarne la diffusione negli ambienti indoor come ospedali, uffici e locali aperti al pubblico».

Pianura padana come una stanza chiusa

«Complessivamente, gli sforamenti di PM10 si rivelavano un significativo fattore predittivo di infezione da COVID-19, potendo spiegare la diversa velocità di propagazione del virus nelle 110 Province italiane», spiega il professor Prisco Piscitelli, epidemiologo e vicepresidente SIMA e De Gennaro conclude con un’immagine a effetto: «La pianura padana in inverno è assimilabile ad un ambiente indoor con il soffitto di qualche decina di metri, dove in presenza di una grande circolazione virale le condizioni di stabilità atmosferica, il tasso di umidità e la scarsa ventilazione hanno di fatto aperto al Coronavirus delle vere e proprie “autostrade”». Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, invita il governo a utilizzare il “Recovery Fund” «su progettualità concrete che possano ridurre nel breve/medio periodo l’impatto dell’uomo sull’ambiente con l’abbandono dei combustibili fossili e per una rapida transizione energetica ed ecologica verso una ripartenza verde che coniughi il giusto progresso economico con la sostenibilità ambientale necessaria alla tutela della salute umana».


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