Curare la dislessia coi videogiochi? Facciamo un discorso più ampio

2 months ago 30

Curare la dislessia coi videogiochi? Questo è il contenuto di un video che ci è stato sottoposto, ma facciamo un discorso più ampio: la mente non è un muscolo, ma può essere allenata. Questo è corretto.

La dislessia è un disturbo che impatta la capacità di riconoscere le lettere, i segni dell’ortografia, le regole di conversione da grafemi a suono e la costruzione di singoli suoni in parole, in maniera automatica.

Curare la dislessia coi videogiochi? Facciamo un discorso più ampio

Curare la dislessia coi videogiochi? Facciamo un discorso più ampio

La riabilitazione è possibile, e riguarda software specifici e con metodi di tipo sub-lessicale che mirano ad automatizzare il rapporto tra sillabe e corrispondenze fonologiche: questo è indubbio.

Cosa c’entrano i videogiochi? C’entrano dal fatto che continuare ad allenare la mente aiuta.

Curare la dislessia coi videogiochi? Facciamo un discorso più ampio

Sappiamo già come alcune testate per l’educazione e l’intrattenimento del fanciullo, vedasi ad esempio Topolino, usano particolari font ad alta leggibilità per aiutare i discenti dislessici.

Un font a maggiore spaziatura e con caratteri riconoscibili aiuta la mente, come un leggero ma costante allenamento riabilita i muscoli. E per “riabilitare la mente”?

A parità di condizioni il dislessico farà sempre maggiore fatica nel leggere, e dovrà imprimersi una concentrazione maggiore. Ben venga dunque qualsiasi strumento che la concentrazione la alleni.

Ma costringere un bambino a specifici esercizi è il modo migliore per farglieli odiare: bisogna trovare qualcosa che piaccia a tutti e stimoli l’attenzione.

Secondo un recentissimo studio condotto da Bertoni e colleghi (Bertoni et al., 2024), questo qualcosa possono essere i videogiochi di azione.

Trailer del nuovo Assassin's Creed

Trailer del nuovo Assassin’s Creed

Il motivo è evidente: per primeggiare in un gioco di azione devi mantenere la concentrazione per un periodo almeno lungo quanto la partita, focalizzandoti su quello che accade sullo schermo, sulle strategie e sulla lettura delle informazioni fornite a video.

Praticamente un videogame di azione prende una serie di esercizi di lettura, ascolto, reazione agli stimoli e te li trasforma, ad esempio, nelle avventure dei personaggi di Assassin’s Creed e nelle loro missioni ad alta adrenalina per sconfiggere nemici e fuggire dagli ostacoli.

Il ragazzino non lo sa, pensa a divertirsi, ma sta prendendo parte degli esercizi che il medico gli raccomanda di fare e ne sta facendo almeno parte quando è convinto di starsi svagando.

E questo in fondo va bene.

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