Vi avevamo già parlato dell’ultima evoluzione dell’Operazione Doppelganger. Evoluzione che ha un nome: Operazione Overload, nome dato dai gruppi di fact-checker, tra cui noi, che hanno studiato un fenomeno così asinino, così assurdo da trovare giustificazione solo in questi tempi difficili.
Se dovessimo spiegare in parole tecniche l’Operazione Overload, la definiremmo una massiccia campagna di disinformazione a mezzo social e email che cerca di inquinare l’informazione Occidentale dimostrando come i filorussi abbiano “attenzionato” il Fact Checking.
Se dovessimo usare invece parole semplici e brevi, la definiremmo la Dezinformatsiya, la “guerra cognitiva di Stalin”, ai tempi di Idiocracy.
Una versione così allucinata, semplificata e bastardizzata della dottrina Bolscevica dei tempi della Guerra Fredda da funzionare solo per un pubblico convinto che Brawndo il Troncasete disseti le piante grazie agli elettroliti, ma che funziona proprio per questo.
E ne parleremo con un report di Checkfirst e Reset, cui abbiamo fornito con orgoglio del materiale.
Perché uno spettro si aggira per l’Europa: più scalcinato ma più efficiente di quello descritto da Marx.
Dall’Operazione Doppelganger all’Operazione Overload: come le Fonti Russe inquinano l’informazione
Se ricorderete ve ne abbiamo parlato da un bel pezzo. Anche noi ci siamo trovati inondati di bizzarre segnalazioni sia in posta che in messaggeria. Account su gmail o altri servizi gratuiti con testi redatti in un inglese sgrammaticato, con link a canali Telegram filorussi mendcando il fact checking di notizie inverosimili quanto improbabili
Come ad esempio una “richiesta” di segnalazione su un improbabile articolo di giornale, falso come un dollaro con scritto “copechi” che descrive il famoso attore Misha Collins aiutare l’Ucraina solo perché il presunto “fallimento della serie Supernatural” l’avrebbe ridotto in miseria e pronto ad accettare “lavori umilianti” per pagare le spese
Oppure una mail dove si chiedeva “Se fosse vero che i giornalisti boicotteranno le Olimpiadi, leggi le notizie, lo dicono le fonti russe”. Seguita da canali Telegram dai nomi improbabili con improbabili storie di soldati stupratori.
E dove non arrivano mail e messaggi, ecco arrivare i post su X, di identico contenuto, con l’aggravante di cercare di parassitare il nostro pubblico.
Pubblico, quello del fact checking, mediamente più colto del pubblico di elezione dell’Operazione Overload.
Come avete visto la combinazione di fonti assolutamente di parte, storie assurde (proprio ieri un “Overload” ci ha mandato una bizzarra storia a base di Ucraini che prendono a colpi di missile le aquile), account gmail “freschi di stampa” e l’inglese incerto da traduzione automatica dovrebbero uccidere la credibilità dell’assunto.
Del resto, siamo al livello di credibilità di una spia stereotipata che ti fermi per strada dicendo
Tovarish compagno fact checker, guardare qui! Da? Notizia interessante di Russia, da? Dire se è vera, da? Tovarish, perché mer*oda stampa nazista fascista di Occidente korrotto e kapitalista non dire questa notizia vera? Io non essere Russo da? Neppure bolscevico, Compagno Tovarish non vedere Gmail? Io Puorco Kapitalista Nazista Fascista come te, io chiede soltanto, perché tu non risponde?
Eppure, l’Operazione Overload è ancora in corso
Operazione Overload: come funziona
Leggerete un report completo qui, cui hanno partecipato i Fact Checker di molte nazioni Europee, Italia compresa. Capirete non potevamo stare con le mani in mano mentre la democrazia è in pericolo.
Il funzionamento base dell’Operazione Overload è una versione martellante ed evoluta dell’Operazione Doppelganger.
Falsi articoli di giornale vengono creati a getto continuo, anche con un fortissimo aiuto dell’Intelligenza Artificiale. Immagini generate con AI mostrano città occidentali sfregiate da graffiti filorussi, scene improbabili di bandiere rosse e simbologia bolscevico-comunista vintage, mentre montaggi con un piccolo aiuto tecnologico mostrano audio ridoppiati e video assemblati male coi loghi delle principali emittenti internazionali. Ma, spesso, dimenticandoo musiche free perché i troll non possono permettersi i diritti d’autore e i loghi di programmi di editing gratuito.
I messaggi vengono scaricati a getto continuo su canali Telegram in lingua Russa, per poi essere vomitati rapidamente sui social Occidentali. Lo scopo è trovare account “boccaloni” pronti a ricondividere contenuti creati appositamente per l’Opinione pubblica interna e per le “quinte colonne” occidentali esterne.
A questo punto i post, con una vita di scaffale brevissima, si muovono secondo la c.d. “legge di Brandolini“: il fact checking richiede tempo per l’esecuzione e ricerche, inventarsi una bufala molto meno.
Grazie alla legge di Brandolini ci saranno sempre più bufale che smentite, e ogni bufala smentita sarà sostituita da decine di bufale anche solo parzialmente simili.
Bufale che torneranno in madre patria “nobilitate” dalla condivisione da “utili idioti” locali che diventeranno involontari garanti della credibilità.
La narrativa
Il contenuto medio delle bufale l’abbiamo visto in passato durante l’Operazione Doppelganger: la Russia è gloriosa, la Russia è vittoriosa, la Russia è l’erede del Comunismo Boslcevico che ha salvato il mondo dal Nazifascismo e vuole liberare l’Ucraina dal nazismo. L’Occidente, noi tutti, siamo nazisti fascisti malvagi e lo sforzo bellico ci ha ridotto ad una landa desolata, ridotta alla fame come l’Australia dei film di Mad Max, dove gli Occidentali mangiano scoiattoli per la fame, vivendo in case gelide e piene di insetti, governati da guerrafondai pronti a invocare l’atomica per sterminare gli “innocenti Russi”, in un mondo dove persi gli austeri valori della Fede Ortodossa e del Comunismo Bolscevico il “Capitalismo Occidentale Nazista” ha sdoganato “perversioni” come l’omosessualità con insegnanti gay che insegnano la pedofilia ai bambini.
Neppure noi fact checker siamo indenni dagli attacchi: false testate di fact checking dichiano a getto continuo che se le notizie Doppelganger non sono presenti sulle testate reali è perché i governi Mondiali periodicamente cancellano e purificano gli archivi, pagando “fact checker di Stato” per negare la loro esistenza.
Altro segnale tipico della provenienza “Operazione Overload” è il fatto che nonostante la preferenza sia per testate come Euronews e DW, raramente gli Overload e i Doppelganger copieranno notizie locali, ma solo notizie generali che descrivono l’Occidente come un blocco unico, ostile e “denazificabile”.
Altro elemento tipico della narrativa Overload è quello già visto sin dai primi mesi del conflitto, in forma assai meno strutturata: l’Occidente invaso da “orde di falsi rifugiati Ucraini”, nazisti e violenti che impongono il nazismo ai pochi Occidentali filorussi rimasti in un disegno di nazificazione costante, vivendo di truffe, crimine e vendita di armi protetti dai “Poteri Forti” e da una Unione Europea diventata assieme alla NATO un nuovo “Asse di Ferro” creato per combattere i valori russi.
L’uso di X e Telegram
Le vicissitudini note di X hanno dato all’Operazione Overload lo spunto per evolversi dall’Operazione Doppelganger. Sappiamo che al momento su X la moderazione è alquanto difficoltosa, con account chiaramente trolleschi pronti a nobilitarsi comprando la spunta blu di rito.
Questo consente di avere i canali Telegram come fornitori di contenuto e i canali X come diffusori. Account troll si alternano nel ruolo di “creatore e condivisore”, con un “ping”, un contenuto Telegram piantato su X che viene “disseminato” ovunque, per poi riciclarsi, saltuariamente venendo sospesi.
Virtualmente non esiste testata giornalistica o di fact checking che non sia stata visitata da questi sgradevoli ospiti, per rubarci viralità o per cercare di “rubare” utenti ai social occidental per radicalizzarli su Telegram o VKontakte
Spesso i bersagli sono proprio giornalisti: come Hajo Seppelt, giornalista sportivo noto per aver parlato del doping sportivo in Russia accusato di volere l doping libero per gli Ucraini o la collega Fact Checker Catalina Marchant accusata di aver pagato “artisti Ucraini poveri” per disegnare gli (inesistenti) graffiti per poi consentirci di scrivere questo report “diffamando la Russia”.
Effetti secondari
Siamo chiari: se siamo costretti a sottoporre a fact checking esempi di idiozia come “la bufala dell’Ucraino che cannoneggia le aquile”, “del graffito contro Zelensky” e “degli hacker che sventolano falce e martello”, non possiamo occuparci di notizie più serie.
Se l’intero fact checking viene invaso di segnalazioni, perdiamo tutti tempo ed efficacia.
E inoltre ci sarà sempre qualcuno nel bacino di filorussi complottisti notutto accuratamente coltivato dai canali filorussi pronto a giurare che se noi fact checker abbiamo smentito qualcosa è perché è vero ma i Poteri Forti non vogliono.
Cosa fare?
Bisognerebbe agire a livello social.
Urlare “al fuoco” dove un incendio non c’è non è informazione, perseguire una politica attiva di ban dei contenuti della disinformazione filorussa è quindi una soluzione desiderabile.
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