Il ministro dei trasporti Matteo Salvini, dopo essere illegittimamente intervenuto a gamba tesa contro lo sciopero generale del 29 novembre, preannuncia a reti unificate la sua volontà di precettare tutti i settori dei trasporti nello sciopero del 13 dicembre indetto da USB, con l’obiettivo di “salvaguardare le spese natalizie degli italiani”.
Una vera e propria crociata anti-sciopero, raccontata con una serie di balle ministeriali che noi non possiamo accettare; quindi a scanso di equivoci specifichiamo alcune cose:
- Lo sciopero generale del 13 dicembre è stato indetto nel pieno rispetto della normativa più restrittiva di Europa, sia in termini di preavviso che di rarefazione oggettiva e soggettiva, nonché adeguato ai rilievi mossi dalla commissione di garanzia, astenendo il trasporto aereo per esempio. Come recita lo stesso art. 8 della legge, il ministro può intervenire sugli scioperi in casi di “fondato pregiudizio grave e imminente ai diritti della mobilità” non certo riconducibili alle spese natalizie o alla Ryders Cup, tanto per citare esempi concreti. È inammissibile che dopo aver rispettato la legge più restrittiva di Europa, il ministro metta mano a proprio piacimento a un diritto costituzionale per continuare la sua eterna campagna elettorale.
- Salvini è stato già smentito dal tribunale in un caso simile un anno fa. Infatti, nell’autunno 2023 il Ministro aveva lanciato la sua prima crociata, precettando ripetutamente lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale regolarmente indetto. Ciò è durato fino a che USB non ha deciso di disubbidire all’ennesima ordinanza e di trascinare le decisioni del ministro al TAR, ottenendo il sacrosanto riconoscimento delle proprie ragioni e smentendo quelle di Salvini. È ovvio che siamo pronti a ripetere la stessa cosa se accadrà nuovamente.
- La storia dello sciopero di venerdì è diventata insopportabile! Evidentemente non hanno detto al Ministro dei trasporti che i lavoratori e le lavoratrici dei trasporti lavorano normalmente su turni 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana e 12 mesi l’anno (come tra l’altro dimostrato dalla grande riuscita degli scioperi di domenica nella ferrovia). Rilanciare la trita storia degli scioperi di venerdì non fa altro che mostrare all’universo mondo la misera conoscenza del comparto che ne ha il ministro.
- Invece di tentare di reprimere gli scioperi, il Ministro dovrebbe fare semplicemente il suo dovere, dando ascolto a coloro che ogni giorno con il loro lavoro garantiscono la mobilità di milioni di persone -davvero e non per fini elettorali- con tutti i mezzi di trasporto nel nostro Paese. Questo nonostante le paghe sempre più basse, l’aumento dell’orario, della flessibilità e del precariato, in situazioni al limite per la salute e sicurezza e mettendo a repentaglio la propria incolumità. Lo stillicidio di astensioni dal lavoro nell’intero comparto con percentuali di adesioni mai viste da anni dovrebbe suggerire chi governa a interrogarsi sulle cause piuttosto di limitarsi a colpire i sintomi.
È tempo di non farsi più raccontare delle balle e di non fare più passi indietro sullo sciopero!
USB ha già convocato un presidio delle proprie strutture dei trasporti il 6 dicembre dalle ore 10.00 davanti al MIT, che parte dalle problematiche di tutti i settori dei trasporti rimaste inevase, contratti e democrazia in primis, ma che oggi assume la valenza di un presidio chiamato a difesa di un diritto, sancito nella carta costituzionale, che ci è stato donato dalle lotte di chi ci ha preceduto e che non può essere lasciato alla mercé di un ministro qualsiasi.
Abbiamo già disobbedito alle precettazioni illegittime e siamo pronti a farlo ancora!