Il corso di formazione dell’OdG, organizzato dall’Usigrai, sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e interessi commerciali nei diritti sportivi ha offerto lo spazio per un confronto sul tema tra l’ad della Serie A, Luigi De Siervo, e il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani.
De Siervo: non siamo servizio pubblico
“In Italia abbiamo il diritto di cronaca più esteso al mondo. La mia proposta potrebbe essere ridurlo”, il punto di vista del dirigente sportivo. “Noi facciamo il nostro mestiere: dobbiamo guadagnare e non possiamo perdere. Il nostro lavoro è riprendere le partite e non quello che accade sugli spalti. Non siamo un servizio pubblico. Durante il covid il calcio ha avuto zero e con il pezzotto paghiamo già danni della pirateria”.
“Negli stadi, ha continuato De Siervo, già ci sono le potentissime telecamere del Ministero dell’Interno e i cellulari di tutti gli spettatori”. “Però abbiamo preso un impegno: tutte le immagini in nostro possesso saranno messe a disposizione, ma in diretta non le mando”.
Di Trapani: diritto di cronaca è libertà editoriale
Secondo Di Trapani “il diritto di cronaca non è la possibilità di scegliere le immagini nel vostro girato, il diritto di cronaca è la libertà editoriale”.
“Non avete mostrato lo striscione che invocava unità contro il covid nel febbraio 2020, qual era la paura? Metteva a rischio la democrazia? Lo striscione pro Zaki non lo avete inquadrato. Per non disturbare i diritti all’estero e in Egitto?”, ha continuato.
“Faccio una proposta: in Agcom apriamo un tavolo trimestrale di confronto per valutare se queste aperture producono gli effetti sperati, ovvero il ripristino di un completo diritto di cronaca negli stadi oppure no. Per me le telecamere del ministero dell’interno non risolvono il problema ma questo lo chiederò all’Agcom ogni tre mesi”, ha concluso.
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