L’industria della carne e dei latticini nasconde un grande segreto: è responsabile di massicce emissioni di metano i cui effetti stanno aggravando la crisi climatica in corso.
A rivelarlo è un recente rapporto di Greenpeace Nordic, secondo il quale le emissioni stimate di metano di 29 tra le principali aziende del settore, tra cui il gruppo italiano Cremonini, sono paragonabili a quelle delle più grandi aziende di combustibili fossili.
Il metano è un gas serra 80 volte più potente dell’anidride carbonica (CO2) nell’arco di 20 anni dall’emissione, e oggi gli allevamenti rappresentano la più grande fonte di metano di origine antropica. Ridurre queste emissioni è d’importanza cruciale se vogliamo rallentare la crisi climatica!
Ridurre carne e latticini è fondamentale per rallentare il riscaldamento globale
Se eliminare i combustibili fossili è un passo fondamentale per frenare la crisi climatica, questo da solo non basta. Le emissioni di metano che derivano dalla produzione industriale di carne e latticini hanno un ruolo altrettanto critico. Ridurre queste emissioni infatti può influenzare in modo significativo la rapidità con cui il pianeta si riscalderà nei prossimi decenni.
Proprio per questo, nei Paesi più ricchi, è urgente una trasformazione del settore zootecnico, accompagnata da una riduzione della sovrapproduzione e del consumo eccessivo di carne e latticini. Una trasformazione – questa – che deve essere a sua volta affiancata da una transizione verso una dieta maggiormente a base vegetale, come raccomandato anche dalla dieta EAT-Lancet Planetary Health.
Insieme tutto questo non solo ridurrebbe il peso della zootecnia sull’ambiente, ma potrebbe avere un “effetto di raffreddamento” della temperatura globale di 0,12°C entro il 2050.
L’impatto sulle temperature globali
Anche se 0,12°C può sembrare un valore insignificante, ogni frazione di grado è cruciale per limitare i danni del cambiamento climatico. Se riuscissimo a evitare un aumento di 0,3°C, potremmo ridurre l’esposizione al caldo estremo per 410 milioni di persone.
Ridurre le emissioni di metano dovute alla produzione industriale di carne e latticini sarà fondamentale per rallentare il riscaldamento nel prossimo futuro. Trascurare un’azione tempestiva in questo settore significherebbe aumentare le temperature medie globali di altri 0,16°C già nel 2030 a causa della sola espansione del settore di carne e latticini.
Abbiamo stimato le emissioni di metano anche di un gruppo italiano: la holding Cremonini
Anche l’Italia è coinvolta in modo diretto nel conteggio delle emissioni di metano legate al settore industriale della carne e dei latticini. Nel rapporto di Greenpeace è presente infatti anche il gruppo Cremonini, il più grande produttore di carne bovina in Italia, nonché uno dei principali attori del mercato europeo. Per rendere l’idea, Cremonini controlla numerosi marchi nazionali come Montana, Manzotin, Fiorani e Montagna, e rifornisce di carne bovina McDonald’s Italia.
Nel 2022, il gruppo, tramite la controllata Inalca ha commercializzato quasi 480.000 tonnellate di carne, per un totale di emissioni stimate pari a 0,32 megatonnellate di metano. Eppure, al momento, il gruppo non sembra aver stabilito degli obiettivi specifici a medio termine da raggiungere per la riduzione delle emissioni.
Le azioni di protesta di Greenpeace in tutto il mondo
In vista della COP29, il summit mondiale sul clima delle Nazioni Unite di novembre, è necessario che i leader politici tirino il freno dell’emergenza climatica e chiedano un cambiamento nell’industria della carne e dei latticini, così come nell’industria dei combustibili fossili.
Per questo attivisti e attiviste di Greenpeace oggi hanno protestato pacificamente davanti ad alcune delle più grandi aziende di carne e latticini del mondo: la responsabilità di questi colossi nei confronti della crisi climatica non può più essere ignorata!
Ridurre le emissioni di queste grandi aziende è essenziale per evitare gli effetti più gravi del riscaldamento globale
La lotta al cambiamento climatico non può più ignorare l’impatto delle emissioni di metano provenienti dalle grandi aziende di carne e latticini. Se vogliamo davvero frenare l’aumento delle temperature globali e guadagnare tempo prezioso per la transizione energetica, è necessario intervenire al più presto anche su questo settore.
Ridurre la produzione industriale di carne e latticini, promuovendo al contempo una dieta più sostenibile, potrebbe rappresentare una svolta significativa contro il riscaldamento globale. Non è più solo una questione di responsabilità delle aziende o dei consumatori: i governi devono intervenire con politiche mirate a favorire una transizione agroecologica giusta e sostenibile!
È giunto il momento di passare a un sistema alimentare più equo e migliore per le persone, gli animali e il pianeta.
Aiutaci a chiedere al nostro governo una transizione del modello zootecnico giusta e sostenibile!