Nei Paesi Ue nel 2022 si sono installati 15 GW di nuovi parchi eolici, quasi tutti sulla terraferma, il 90% del totale.
Ciirca un terzo in più rispetto al 2021, anche se bisogna raggiungere numeri ben più alti per centrare gli obiettivi al 2030 sulle rinnovabili.
Germania, Svezia e Finlandia sono i principali mercati eolici, mentre in Italia il nuovo installato dello scorso anno è di 456 MW, comunque in crescita rispetto ai circa 300 MW del 2021.
Questi i dati preliminari più importanti diffusi da WindEurope e Anev, le associazioni che rappresentano, rispettivamente, il comparto eolico europeo e italiano.
I progressi del 2022 sono incoraggianti, sottolinea WindEurope, ma ci sono diversi aspetti migliorabili nello sviluppo degli impianti. Ad esempio, si fa poco repowering (potenziamento di parchi esistenti).
Eppure, si sottolinea, in media il repowering consente di triplicare la produzione di un parco eolico con un quarto di turbine in meno, aumentando i fattori di capacità complessivi; per quanto riguarda i nuovi impianti, si parla di fattori di capacità superiori al 35% per i parchi eolici a terra e intorno al 50% per le nuove installazioni offshore.
Per ogni GW installato, le moderne turbine eoliche producono mediamente 3 TWh/anno sulla terraferma e 4,4 TWh/anno in mare.
Il principale collo di bottiglia è dato dalla lentezza delle autorizzazioni. A livello Ue ci sono circa 80 GW di progetti eolici bloccati nelle procedure di autorizzazione. Qui potrebbe arrivare in aiuto il nuovo regolamento europeo che accorcia i tempi massimi entro cui dare via libera alla realizzazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili e ai progetti di repowering.
Inoltre, il provvedimento fissa il principio del prevalente interesse pubblico per lo sviluppo delle energie green.
Altro aspetto che desta preoccupazione è il calo degli investimenti per nuovi parchi eolici, registrato nel 2022, determinato da vari fattori, tra cui inflazione, incertezze degli operatori sul futuro del mercato elettrico europeo (Bruxelles sta lavorando alla riforma del market design), rincari dei materiali.
Secondo WindEurope, la strada per incrementare le installazioni eoliche è supportare maggiormente a livello europeo le imprese del settore con sussidi e incentivi, come puntano a fare gli Stati Uniti con il maxi piano di crediti di imposta (Inflation Reduction Act).
Inoltre, occorre favorire il mercato dei PPA, i contratti pluriennali di energia rinnovabile siglati tra operatori eolici e clienti industriali-commerciali.
In Italia, intanto, come emerge dalla grafica preparata da Anev, la potenza cumulativa eolica installata ha toccato 11.764 MW nel 2022 (dati provvisori).
La Regione leader è la Puglia, con quasi 3 GW di impianti, seguita da Sicilia, Campania e Basilicata, con rispettivamente 2,1-1,8-1,5 GW di eolico.
Anche in termini di produzione è la Puglia a essere in testa, con oltre 5.800 GWh prodotti con il vento nel 2022. Interessante il dato sugli occupati del settore eolico, che lo scorso anno sono aumentati del 7% sul 2021 arrivando a 17mila totali (5.500 diretti e 11.500 indiretti).
La nota di WindEurope