È la notizia del giorno: esplode diga a Zaporizhzhia, vicino alla centrale nucleare di cui tanto abbiamo parlato. Ovviamente, dall’inizio del conflitto ci sono terrori nucleari in corso. Parliamo dell’URSS di Chernobyl del resto.
Ma le possibilità di esplosione sono e restano infime, specialmente contando che al momento le attività della centrale sono sospese, con sospetta “exusatio non petita” dalla Russia per temuti “attacchi ucraini” che invece portano il marchio Russo.
Ma questo non è esattamente una buona notizia. Non moriremo nell’Olocausto Radioattivo che la stessa TV Russa descrive ossessivamente come un obiettivo desiderabile e un sacrificio necessario nel quale i bravi russi arderanno nel fuoco nucleare che li porterà al “Paradiso di Putin” e gli occidentali moriranno e basta.
Ma nuovamente in una guerra che la Russia gestisce in modo brutale, da assedio medioevale, civili hanno perso casa, sicurezza, ospedali, cibo e acqua.
Esplode diga a Zaporizhzhia: nessun rischio nucleare, ma molti altri sì
Un drammatico risveglio per la città di Kakhova, vicino alla Centrale di Zaporizha: la diga di una vicina centrale idroelettrica viene fatta saltare per aria.
Parte il solito balletto di responsabilità con le “fonti russe” pronte a incolpare l’Ucraina. Ma il tempismo è assai sospetto: all’alba della controffensiva di primavera, rimandata all’estate per consentire l’arrivo dei mezzi occidentali, “curiosamente” accade che qualcuno fa saltare una diga allagando un intero abitato.
Quindi ostacolando il traffico di truppe, affamando intere popolazioni e generalmente dirottando risorse ucraine verso la salvezza dei civili. E nessuno ama credere nelle coincidenze.
Non ci crede l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Ucraina, che ricorda come la distruzione della diga di Kakhovka “mette in pericolo migliaia di civili, lasciando molti senza casa e con gravi necessità umanitarie”.
Non ci crede il cancelliere tedesco Scholz, che si spinge a dichiarare l’evento “qualcosa che si inserisce in molti dei crimini che abbiamo visto commessi dai soldati russi in Ucraina e fa parte di una guerra che ha attaccato obiettivi civili: città, villaggi, ospedali, scuole”.
Non ci crede la portavoce del Comando Sud Ucraino “Erano consapevoli che il movimento delle forze di difesa avrebbe avuto luogo, e in questo modo hanno cercato di influenzare le forze di difesa in modo che l’attraversamento del fiume Dnipro, che temevano, non avvenisse”.
E francamente, abbiamo enormi difficoltà a crederci anche noi, dati i pregressi delle “fonti russe” che non hanno mai brillato per correttezza e precisione.
Insomma, se dovessimo credere all'”inside job ucraino”, ci toccherebbe credere agli europei affamati che mangiano scoiattoli crudi e all’attacco dei mutanti stregoni nazisti alieni gay Ucraini, clonati per ripopolare la Russia e il Mondo con un esercito di Supermen Nazisti geneticamente clonati per odiare, cercare e distruggere i bolscevichi.
Non esattamente pregressi che consentono affidabilità.
Certo, al momento non siamo in grado di escludere alcuno scenario possibile, ma anche l’affidabilità della fonte è spesso un indizio utile per la ricostruzione dell’evento.
Cosa comporta
L’AIEA ovviamente manderà ispettori: ripetiamo che non c’è rischio immediato per l’impianto.
C’è però rischio concreto per la popolazione civile: tutte le bizzarre fantasie dei complottisti in Emilia Romagna (insieme che spesso, abbiamo visto, si accompagna alle fake news filorusse) si sono avverate in Ucraina.
Un atto deliberato ha causato l’evacuazione di quasi un migliaio di persone, numero che crescerà, tagliandone ancora di più fuori dalla possibilità di avere una casa, un riparo, corrente elettrica e quant’altro necessario per vivere in sicurezza.
Anche tralasciando il tentativo che gli analisti riportano come tentativo di rallentare la controffensiva Ucraina, i civili dovranno convivere con lo sversamento di tonnellate di olio per macchinari e una catastrofe sociale ed ambientale.
La teoria citata della mano Russa è anche confermata dall’Institute for the Study of War. Per gli esperti è possibile che i russi creino le «condizioni informative» per far saltare la diga dopo essersi ritirati dall’area occidentale di Kherson, per poi addossare tutte le responsabilità sugli ucraini.
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