F1, la Fia imbavaglia i piloti: stop a commenti politici non autorizzati

1 year ago 53

Dopo la Fifa in Qatar, tocca alla Fia mettere il bavaglio ai piloti. In una revisione del suo Codice Sportivo Internazionale (Csi), la Federazione Internazionale dell’Automobile ha annunciato che vieterà “dichiarazioni e commenti” politici, in particolare da parte dei piloti, in nome del principio di neutralità.

Autorizzazioni e sanzioni

La norma è legata all’articolo 12, comma 2, del Csi sulle “violazioni delle norme”, con l’ente che considera ora reato “la formulazione e l’esposizione in genere di dichiarazioni o osservazioni di natura politica, religiosa e personale, in particolare in violazione del principio generale di neutralità improntato Fia”, che disciplina i campionati mondiali di Formula 1, rally (Wrc) e endurance (Wec).

Per essere autorizzate, si spiega ancora nell’aggiornamento pubblicato lsul sito web della Fia stessa, queste prese di posizione di tipo politico da parte di piloti e personaggi del paddock richiederanno la “previa approvazione scritta della Fia per le competizioni internazionali o dell’Ente Sportivo Nazionale competente per le competizioni nazionali”.
Le misure entreranno in vigore dal gennaio 2023, mentre la natura delle sanzioni non è stata specificata.

“Il codice sportivo, ha spiegato la Fia in una nota, è stato aggiornato in conformità con la neutralità politica dello sport come principio etico universale fondamentale del Movimento Olimpico, sancito nel Codice Etico del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), nonché dal principio di universalità di cui all’articolo 1.2”, relativo al codice sportivo internazionale stesso.

Le prese di posizione di Hamilton e Vettel

Negli ultimi anni, diversi piloti di Formula 1 hanno apertamente preso posizione per delle cause durante i Gran Premi, in particolare con messaggi sui loro indumenti di gara o sul casco. Tra di loro, soprattutto Lewis Hamilton, impegnato contro le discriminazioni razziali, e Sebastian Vettel, molto sensibile alle cause ambientali e alle lotte per i diritti civili.
Nel 2020, sul podio del Gran Premio di Toscana, Hamilton, ad esempio, aveva indossato una maglietta che chiedeva di “arrestare i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor”, donna di colore uccisa dalla polizia nel suo appartamento negli Stati Uniti. Un fatto che aveva portato la Fia a rivedere le proprie regole di protocollo durante le cerimonie post gara. Nel 2021, invece, Vettel aveva indossato una maglietta per la difesa degli omosessuali, e a favore del movimento Lgbt+, in occasione del Gp d’Ungheria e, più recentemente, un casco contro lo sfruttamento delle sabbie bituminose nel Gp del Canada dello scorso giugno.

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