Doveva essere il blocco totale della Francia, e così è stato. Lo sciopero generale del 7 marzo, fatto in coincidenza con l’inizio della discussione sulla riforma delle pensioni in Senato, è stata una di quelle giornate memorabili per la Francia, non solo per il segnale politico di estremo impatto dato al governo transalpino, ma nell’indicazione che viene data all’Unione Europea che considera le pensioni uno dei grimaldelli per dare vita a un nuovo trend restrittivo dei diritti sociali nel settennato in corso.Ma l’aspetto più significativo è il fatto che i due mesi di altissima conflittualità sociale in Francia stanno andando ben oltre la vertenza e stanno assumendo tratti di una generalizzazione che è evidente non solo nelle giornate di sciopero. Basti pensare alle continue occupazioni di scuole e università che si stanno susseguendo in tutto il Paese da diverse settimane o all’intreccio con le battaglie dei movimenti climatici che ridanno corpo a quel famoso slogan ...