Il 23 febbraio scorso il Gruppo FS ha annunciato la costituzione della società “FS Security S.p.A.”, che ingloberà le divisioni di sicurezza aziendale di RFI e FS, il reparto di protezione che è incaricato del controllo e la vigilanza dei beni aziendali.
Nel comunicato si legge che la nuova società del Gruppo sarà chiamata “ad assicurare sempre maggiore sicurezza in tutte le aree ferroviaria, in coordinamento con le forze dell'ordine”. Gli addetti alla sicurezza che il gruppo ricerca andranno ad integrare l’organico già in forza per garantire un’ulteriore presenza nelle tante stazioni di piccole dimensioni oggi sprovviste di vigilanza.
Subito dopo la comunicazione, molteplici sono stati gli annunci di lavoro apparsi in giro per la rete nei quali vengono ricercati “addetti alla sicurezza”. Sarebbero 1000, altri dicono 1500 o più, le posizioni che FS Security starebbe selezionando per rimpinguare il suo organico.
La notizia ha creato non poche perplessità, soprattutto, per le centinaia di lavoratori e lavoratrici che oggi sono impiegati nei servizi di sicurezza appaltati agli istituti di vigilanza privata.
Il sospetto - al momento è solo un timore - è che il Gruppo FS/RFI possa operare una retrocessione dell’appalto in questione non affidandosi più a società esterne.
La preoccupazione è alimentata anche dai ritardi registrati nella procedura di affidamento della gara in corso che si è arenata già dallo scorso anno, in una fase di “graduatoria provvisoria”, e che stenta a ripartire.
La vicenda, di cui si dovrà attendere l’epilogo, non fa altro che riportare alla luce un problema ormai persistente nei servizi affidati alle GPG: la precarietà insita nel sistema degli appalti.
Una tipologia contrattuale che garantisce enormi risparmi – quindi profitti - alle stazioni appaltanti, ma che con il meccanismo del “massimo ribasso” finisce per strozzare i lavoratori che vedono sgretolare le loro tutele e precarizzare il loro posto di lavoro. Il sistema degli appalti genera instabilità e povertà contrattuale: il continuo cambio di casacca, le tutele blande previste dai CCNL applicati, la libertà di variare il contratto applicato in fase di subentro e l’incertezza del futuro sono ormai la normalità nella maggior parte dei servizi di vigilanza.
Come in altre occasioni, anche questa vicenda contribuisce a minare la serenità di un comparto che non trova pace.
Come USB abbiamo inviato una nota alla direzione del Gruppo FS al fine di ricevere chiarimenti sul piano industriale che la società vuole attuare in merito ai servizi di vigilanza.
Siamo pronti ad essere parte attiva nella tutela dei lavoratori e delle lavoratrici impiegate nel servizio e a monitorare l’evoluzione di questo servizio.
USB – Vigilanza Privata