I fossi di cava sono i fondamentali impluvi naturali che consentono il deflusso delle acque nelle zone estrattive del marmo sulle Alpi Apuane.
Pur essendo intuitiva la loro importanza per la difesa del suolo e il regime idrogeologico, nel corso del tempo spesso sono stati oggetto di scarichi illeciti di detriti da estrazione e lavorazione del marmo trasformandosi in ravaneti e scoli dell’inquinante marmettola.
La marmettola, poi, va a inquinare sorgenti, falde e torrenti.
Un vero e proprio disastro ambientale strisciante che l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha denunciato in tutte le sedi.
Tale consueto inquinamento produce “pesanti ripercussioni sull’ambiente fluviale”, degradando drasticamente la qualità ecologica dei corsi d’acqua delle Apuane, come afferma l’A.R.P.A.T. (Progetto Cave: qualità ecologica nel triennio 2017-2019, febb. 2021).
E che fanno le amministrazioni pubbliche competenti? Sanzionano i trasgressori e impongono il ripristino ambientale?
Ma quando mai, si adoperano per sdemanializzare i corsi d’acqua ridotti a ravaneti marmettolizzati e, così, premiare gli inquinatori.
Da tempo, infatti, su richiesta delle amministrazioni comunali interessate, in particolare a Carrara, si ipotizza l’avvio di una procedura di sdemanializzazione dei fossi di cava nelle aree interessate da estrazioni minerarie, così, in pratica, da farli rientrare in qualche modo nella normale attività estrattiva.
Il GrIG ha, quindi, provveduto (20 marzo 2023) a inviare una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti finalizzata a scongiurare l’ipotesi nefasta della sdemanializzazione dei fossi di cava, con la richiesta di adozione dei necessari provvedimenti di ripristino ambientale e idrogeologico.
Coinvolti i Ministeri dell’Ambiente e della Cultura, la Regione Toscana, il Comune di Carrara, i Carabinieri Forestale, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca, informata per opportuna valutazione degli aspetti di competenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Massa.
Il GrIG auspica che questo gravissimo fenomeno di illegalità ambientale sia finalmente eliminato, per il risanamento ambientale e idrogeologico, nonchè la difesa da nuove alluvioni, vere e proprie calamità innaturali.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto A.G., archivio GrIG)