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Gli storici anti-atomo: «Quel sì al nucleare svende la nostra terra»
Viadana, atto d’accusa dei sei militanti che furono arrestati nel 1983: «Il voto sulla centrale tradisce la battaglia di una comunità»
VIADANA. - «Il voto del consiglio comunale ha svenduto la nostra terra e bruciato il patrimonio politico-culturale della comunità». L’atto d’accusa arriva da Leida Avigni, Paolo Bergamaschi, Carla Bonato, Gaetano Carnevali, Ettore Masseroni e Agostino Soliani, sei dei nove cittadini viadanesi che, nell’ottobre 1983, furono arrestati per avere organizzato e partecipato ai blocchi tesi a impedire l’accesso delle trivelle Enel ai fondi agricoli (in zona Bellaguarda) dove, stando al piano energetico nazionale, si sarebbe dovuta costruire una centrale atomica.
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L'allerta nucleare dura da anni
Già l'11 settembre 2008 la Gazzetta si occupò del problema dei siti nucleari. Registrò la preoccupazione a Viadana e San Benedetto Po, i due Comuni mantovani individuati dal vecchio piano energetico nazionale come siti per ospitare centrali atomiche, per il rilancio del piano nucleare da Governo e Confindustria. In piedi come ipotesi anche i comuni di Ostiglia e Sermide.