È stata posticipata di un anno l’entrata in vigore dello Eudr, la legge europea contro la deforestazione. Oggi, giovedì 14 novembre, il Parlamento europeo ha votato per rinviare l’attuazione delle nuove regole. La proposta è passata con 371 voti a favore, 240 contrari e 30 astenuti dopo l’inserimento di alcune modifiche al testo proposte dai Popolari. Tra queste, la richiesta di aggiungere una categoria di «Paesi a rischio zero» a cui garantire requisiti semplificati. Ma la vera novità non riguarda la legge in senso stretto, quanto il significato politico che porta con sé. Il rinvio del regolamento contro la deforestazione è passato infatti con i voti dei Popolari, dei Conservatori e dell’ultradestra dei Patrioti. Si è spaccata, insomma, la «maggioranza Ursula», già ai ferri corti sulle nomine dei vicepresidenti della Commissione europea. Nello scrutinio finale, Socialisti, Verdi e una parte dei Liberali si sono opposti al rinvio dello Eudr.
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La mossa a sorpresa del Ppe
A ottobre, cedendo alle pressioni di partner internazionali e del Ppe, la Commissione europea aveva proposto il rinvio di un anno dell’attuazione dello Eudr. La nuova legge – che attende ora il via libera definitivo del Consiglio Ue – entrerà dunque in vigore il 30 dicembre 2025 per le grandi aziende e il 30 giugno 2026 per le Pmi, anziché rispettivamente il 30 dicembre 2024 e il 30 giugno 2025. La richiesta di Ursula von der Leyen di posticipare lo Eudr era stata accolta tutto sommato con favore anche dai Liberali e da una parte dei Socialisti, ossia gli altri due gruppi politici che fanno parte della maggioranza insieme al Ppe. I Popolari, però, hanno deciso di forzare la mano, presentando a sorpresa una quindicina di emendamenti volti ad ammorbidire ancora di più il testo della legge. C’è una richiesta, in particolare, che ha fatto infuriare i Socialisti: la proposta di rinviare il regolamento di due anni, invece di uno.
L’ennesima spaccatura tra Popolari e Socialisti
Alla fine, il Ppe si è convinto a ritirare alcuni degli emendamenti più controversi, ma non è bastato per placare l’ira degli alleati di maggioranza, assieme ai quali continuano (a fatica) i negoziati sulle nomine dei vicepresidenti della Commissione europea. Dopo il voto in plenaria sul rinvio del regolamento contro la deforestazione, i Socialisti hanno lanciato un appello alla stessa von der Leyen, in cui chiedono alla Commissione di ritirare la sua proposta di rinvio. «In coalizione con l’estrema destra, il Ppe ha indebolito le disposizioni chiave del regolamento Ue contro deforestazione», si legge in una nota diffusa dal gruppo, che parla di un «significativo passo indietro per gli impegni ambientali dell’Ue». Sulla stessa linea anche i Verdi, secondo cui gli emendamenti approvati oggi in aula «sventrano il regolamento sulla deforestazione». Anche il gruppo ecologista si appella a von der Leyen affinché si esponga pubblicamente in difesa della legge e ritiri la proposta di rinvio.
November 14, 2024Cosa prevede il regolamento Ue contro la deforestazione
Lo Eudr, già formalmente entrato in vigore a fine giugno 2023 ma ancora non attuato, rafforza i controlli dell’Ue sugli operatori o commercianti che devono poter dimostrare che alcuni prodotti immessi sul mercato Ue – tra cui caffè, cacao e olio di palma – non arrivano da terreni recentemente disboscati né hanno contribuito in qualche modo al degrado forestale. La Fao stima che 420 milioni di ettari di foresta, un’area più grande dell’intera Unione europea, siano andati persi a causa della deforestazione tra il 1990 e il 2020. I consumi del Vecchio Continente sono responsabili di circa il 10% della deforestazione mondiale, con olio di palma e soia che da soli rappresentano più di due terzi dei terreni andati persi. Si stima che in Italia siano circa 200mila le aziende che saranno coinvolte dal nuovo regolamento, con impatti molto diversi tra grandi e piccoli operatori.
In copertina: Manfred Weber, leader dei Popolari europei, durante il voto sulla legge contro la deforestazione al Parlamento europeo di Bruxelles, 14 novembre 2024 (EPA/Olivier Hoslet)
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