Green Pass: in un paese normale.

3 years ago 35

In un paese normale, democratico, civile, quando c'è una grave malattia che mette in pericolo i propri cittadini, lo stato mette a disposizione le sue risorse per il bene di tutti.
Gli ospedali, le cure, i medici, tutto a disposizione. Se poi arriva un vaccino ecco che mette a disposizione anche il vaccino, gratis per tutti.

Che bella la civiltà.

Paghiamo le tasse, lavoriamo anche per lo stato e lo stato ci ripaga così.

Ma c'è sempre chi quelle cure o gli ospedali non li vuole. Avvertito insiste, non li vuole.
Peccato.
Ma siamo liberi e quindi chi non li vuole non li usa. Sta a casa aspettando che le cose vadano avanti, sperando bene.

C'è anche chi non vuole il vaccino. Strano no?
Ma ognuno ha le sue idee, c'è chi non si fida, chi ha paura degli aghi, va bene. Uno stato civile non obbliga nessuno (anche se potrebbe farlo per il bene comune, lo dice la costituzione) e chi non vuole vaccinarsi non si vaccina. In un paese  normale va così.
Ma come facciamo ora a far convivere tutti? Per rispettare le libertà di ognuno e le scelte personali bisogna trovare un modo che non discrimini nessuno ma garantisca tutti.
Se io vaccinato (che ho scelto di proteggermi dalla malattia) voglio andare in giro, nei bar, al cinema, incontro chi non è vaccinato (che ha scelto di non proteggersi dalla malattia) rischio di ammalarmi per la scelta di un altro. In pratica le due scelte entrerebbero in contrasto, si scontrerebbero e non sarebbe giusto né limitare la libertà del vaccinato né del non vaccinato.
Allora cosa fa un paese normale? Usa un certificato.

Un documento che dice: "Ho basse possibilità di avere la malattia". Tutto può succedere ma sicuramente ho fatto il possibile per garantirti di non essere contagioso.

Chiamalo come vuoi: bollino verde, scheda sanitaria, green pass, non importa, ciò che importa è che dica che io sono abbastanza sicuro di non essere un rischio per chi mi sta vicino, sono a basso rischio.

Perché vaccinato, perché guarito o perché accertato con un tampone, "stai tranquillo, molto probabilmente non sono infetto e quindi molto probabilmente non contagerò nessuno".
Non ho nessun obbligo di fare farmaci o vaccini, se ho intenzione di stare vicino a persone che vogliono sicurezza per la propria salute devo garantirla e se proprio voglio entrare al bar senza vaccinarmi faccio un tampone e ho risolto. Nel rispetto di tutti.



Così tutti, chiunque, adulti, bambini, vaccinati, non vaccinati, donne in gravidanza, potranno stare assieme, vivere normalmente, tornare a fare ciò che vogliono, sanno che attorno ci saranno persone che hanno fatto il possibile per non contagiare gli altri. Una bella soluzione.
Serve a tutti, rispetta le scelte e le libertà di tutti, non obbliga a niente, addirittura è rispettoso di chi ha scelto di non vaccinarsi (protegge anche lui!), in questo modo saprà che in quel locale o in quella stanza ci sono solo persone con tutta probabilità non contagiose.
In un paese normale.
E se proprio non voglio nemmeno il Green pass perché sono fatti miei va bene.
Non lo faccio e invece di prendere il caffè seduto all'interno lo prenderò all'esterno. Invece di andare in una sauna non ci vado, invece di stare al chiuso starò all'aperto, stiamo parlando di rinunce relative e sicuramente non fondamentali, mi sembra evidente. E poi lo facciamo per la comunità, per collaborare, per dare il nostro aiuto in un momento di emergenza. Una rinuncia minima, banale, per un problema enorme e difficile.
Lo facciamo per il bene del nostro paese.
Questo in un paese normale.

Perché in un paese incivile c'è chi non vuole il Green Pass, chi non lo vuole ma lo compra falso, chi scende in piazza per manifestare, chi urla e aizza la folla, chi ne fa un problema politico, chi si stressa e chi lo strappa.
Ti piacerebbe vivere in un paese normale nel quale chi governa spiega che tutto questo è a favore del cittadino e della sua salute e il cittadino lo capisce e lo sostiene, vero?
Sarebbe bellissimo. Tutti lo vorremmo ma tanti non fanno nulla per realizzarlo.
In un paese normale.

Alla prossima.
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