Hollywood si blocca: sceneggiatori in sciopero. E tra i nodi spunta anche l’AI

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Hollywood si blocca per la prima volta in 15 anni. Gli sceneggiatori americani ha indetto lo sciopero contro gli studi di produzione e di distribuzione di film, serie e programmi televisivi.
L’annuncio è arrivato con una nota del Writers Guild of America (WGA) – il sindacato che riunisce oltre 11mila sceneggiatori tra New York, Los Angeles e altre città americane – , messa on line alle 21.00 di Los Angeles del primo maggio (le 6.00 del 2 a Roma), a tre ore dalla scadenza del contratto triennale della categoria sul cui rinnovo le parti non hanno trovato un accordo, dopo quasi due mesi di contrattazione.

Il precedente

L’ultimo sciopero a Hollywood era stato 15 anni fa: anche allora furono gli scrittori di cinema e tv a paralizzare l’industria cinematografica per 100 giorni, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008. Uno sciopero che costò agli Studios circa 2 miliardi di dollari.

La nota

“Il comitato di negoziazione della WGA – si legge nella nota firmata dai rappresentanti che hanno condotto la contrattazione – ha trascorso le ultime sei settimane a negoziare con Netflix, Amazon, Apple, Disney, Discovery-Warner, NBC Universal, Paramount e Sony sotto l’egida dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP). Nel corso della trattativa, abbiamo spiegato come le pratiche commerciali di queste società abbiano ridotto drasticamente i nostri compensi e i nostri diritti d’autore e, quindi, minato le nostre condizioni di lavoro. Abbiamo chiarito che siamo determinati a raggiungere un nuovo contratto con una retribuzione equa che rifletta il valore del nostro contributo al successo dell’industria e includa protezioni per garantire che la scrittura continui ad essere una professione sostenibile”. Il 98% dei quasi 10.000 iscritti al sindacato aveva votato due settimane fa per autorizzare i propri rappresentanti ad arrivare allo strappo, in caso gli Studios avessero continuato a fare muro.

I nodi da sciogliere

I punti della discordia restano i salari, i diritti d’autore e il lavoro di scrittura che precede l’effettiva produzione, spesso non retribuito.
Da un’indagine tra gli iscritti alla WGA, segnala Ansa, risulta che la metà di loro percepisce la paga minima (mentre dieci anni fa guadagnava così solo il 33%) e che lo stipendio settimanale medio è sceso del 23%, considerando l’inflazione. Una questione spinosa è il ricorso alle mini-room. Gli Studios non assumono più sceneggiatori per scrivere uno show di cui è stato approvato il pilota. Ormai, convocano piccoli gruppi di creativi per scrivere in tempi brevi 8-10 episodi, ancor prima di decidere se entrare in produzione. Se poi la serie non si fa, non sempre pagano.

Un altro nodo da sciogliere è quello dei diritti d’autore per i lavori destinati allo streaming. Se anni fa era facile calcolarli sui biglietti venduti e sui passaggi televisivi, la situazione ora è molto più complicata. Quando il CEO di Netflix Ted Sarandos ha festeggiato il successo di Bridgerton – guardato da 82 milioni di account nel 2020 – la sceneggiatrice Leila Cohan ha twittato: ”Questa è una bella notizia! Sai cosa sarebbe bello anche? Ricevere i diritti d’autore proporzionati a questo grande successo!’.

Anche l’intelligenza artificiale, segnala Reuters, entra nella partita. Il sindacato vorrebbe garanzie per impedire agli studios di utilizzarla per generare nuove sceneggiature partendo da altre sceneggiature. E, allo stesso modo, che non venga chiesto agli autori di riscrivere bozze create dall’intelligenza artificiale.

Gli impatti

Il blocco, secondo i media locali, avrà una ricaduta su più di 800.000 lavoratori dello spettacolo, bloccando set, produzioni e programmi come Jimmy Kimmel Live o The Tonight Show starring Jimmy Fallon.
Non avrei un programma, se non fosse per i miei autori. Sono con loro fino in fondo”, ha esemplificato Jimmy Kimmel sul tappeto della Met Gala. Molti volti noti del piccolo e grande schermo esprimono solidarietà agli scrittori.
L’hanno fatto anche i sindacati di attori e registi: il loro contratto scade tra un mese. Tempi duri per gli Studios.

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