È evidente che i difensori dell’ambiente, nel nostro paese, hanno un problema di comunicazione. Dicono no a tutto (nucleare, gas, petrolio, eolico, solare, idrogeno etc.) e sono facilmente accusabili di voler tornare al lume a petrolio (comunque un combustibile fossile). A ogni proposta di soluzione questi disfattisti sollevano una serie di possibili problemi e alla fine non si capisce cosa vogliano. Sanno solo dire no.
Psicologicamente, chi propone problemi non è ben visto, mentre chi arriva con possibili soluzioni viene accolto come un salvatore della patria. Spesso accade che le “soluzioni” generino altri problemi e si potrebbe pensare che questo dia maggiore credibilità a chi ha avvertito che quelle soluzioni erano farlocche. Non è così. Chi ha causato i problemi con le sue “soluzioni” coglie la palla al balzo per proporre le soluzioni ai problemi che ha generato. E trova credito, senza cambiare l’impostazione dei suoi approcci, generando così altri problemi. Che si affretterà a “risolvere”, per mettere finalmente a tacere gli scocciatori che vedono sempre problemi.
È un circolo vizioso dal quale non riusciamo a uscire. Se si chiede la transizione ecologica significa che quello che c’era “prima” non va bene. E quello che c’era “prima” è un certo modo di fare economia e tecnologia. Bene, ci rendiamo conto che questo è un problema, e chi si presenta con le soluzioni? Economisti e tecnologi. E gli ecologi? Quelli strepitano. Come ho fatto io da quando ho iniziato questo blog. Dicono che quelle soluzioni non sono soluzioni e genereranno molti problemi. Disfattisti! Ci propongono un nucleare di quarta generazione (che non esiste) e ci dicono che il problema delle scorie non si pone. Dimenticando che non riusciamo a dislocare le poche che abbiamo.
Non parliamo dell’economia. La transizione ecologica si basa su un concetto elementare: la crescita infinita del capitale economico non è possibile. Questa folle aspettativa sta erodendo il capitale naturale e mette in pericolo anche l’economia. Giusto! Transizione ecologica!!! Nuovo patto verde!!! Sostenibilità!!!
Ed ecco che arrivano gli economisti e i tecnologi. Gli ecologi? Sono dei rompiballe… dicono no a tutto. E qual è l’obiettivo della transizione ecologica? Ovvio: la crescita del Pil. Ma come… è proprio la crescita del Pil ad aver generato i problemi e ora me la proponete per risolverli? Ma noi adesso abbiamo il nucleare di quarta generazione!!! Ma se non c’è!! Ecco i soliti disfattisti che non credono al progresso!!! Lo faremo, abbi fede. E così il nucleare diventa verde.
È un circolo vizioso dal quale non riusciamo a uscire (lo ripeto, lo so, succede così con i circoli viziosi). Cosa proponete in alternativa? Le rinnovabili??? Ah ah ah! Non funzionano mica! Ecco che i proponenti delle soluzioni trovano problemi… Ma se la Germania lo sta facendo!! Che vuoi che capiscano in Germania!!! E poi serve il litio. Dove lo prendiamo?
Quando sono “loro” a proporre problemi, trovano subito sponde. Se gli dici che dobbiamo innovare tecnologicamente, per superare quei problemi, ecco che tornano con nucleare, gas, idrogeno. Tutto, ma non le rinnovabili.
Neppure i premi Nobel, come Giorgio Parisi, riescono a convincere dicendo che il Pil non può aumentare all’infinito. Piccolo dettaglio: i mezzi di informazione sono in mano “loro” e battono forte la grancassa per convincere che le soluzioni ci sono. I disfattisti siamo “noi”, le soluzioni che proponiamo non funzionano e non funzioneranno (il nucleare di quarta generazione sì).
Morale: il Pnrr servirà per continuare come prima. Tutti si incontrano a Glasgow e dicono che così non si può andare avanti. Ma a Glasgow i rappresentanti delle industrie basate sul fossile sono più di tutti gli altri partecipanti. Diciamo A e poi facciamo B, facendo finta di perseguire A. Volendo essere maliziosi si potrebbe dire che certi poteri economici hanno grandi possibilità di influenzare l’opinione pubblica e i decisori. Mentre quelli che si preoccupano del futuro dell’ambiente e della nostra specie hanno sì argomenti, ma non la forza di farli valere. In certi paesi ce l’hanno, attraverso un’offerta politica che persegue certe visioni, come in Germania. Ma non da noi. Il M5S pareva avere queste visioni e, infatti, ha imposto l’istituzione di un Ministero della Transizione Ecologica. Ma poi il Ministero propone il nucleare e dice che gli ambientalisti sono dei radical chic che dicono no a tutto, nemici del progresso. Punto e a capo, si torna al punto di partenza. Il muro di gomma, che ti dà ragione a parole e poi ti dà torto con i fatti, funziona a meraviglia. E se si dovesse pensare a un partito per fare come in Germania, non si saprebbe per chi votare.
I sistemi naturali, intanto, continuano a cambiare a causa delle nostre azioni e cambiano in peggio per noi. Ma che problema c’è? Stiamo cercando altri pianeti abitabili e programmiamo missioni interplanetarie per colonizzarli. Non siamo mica scemi…
Già. Non siamo mica scemi. La soluzione potrebbe essere di mettere quegli economisti e quei tecnologi su un bel razzo e mandarli su altri pianeti, in avanscoperta. Cercando nel frattempo di mettere qualche toppa a questo, con economisti e tecnologi che collaborino con gli ecologi. Ci sarebbe il nucleare di quinta generazione…
L'articolo ‘I difensori dell’ambiente sanno solo dire no’: un circolo vizioso da cui non riusciamo a uscire proviene da Il Fatto Quotidiano.