Ci sono voluti anni, ma alla fine il climatologo americano Michael Mann l’ha spuntata contro quelli che l’avevano insultato paragonandolo a uno stupratore di ragazzini per il suo lavoro nella scienza del clima. Al processo per diffamazione, la giuria ha condannato i denigratori a pagare a Mann una compensazione di un milione di dollari, poco meno di un milione di euro.
Michael Mann è noto soprattutto per il suo grafico detto la “Mazza da Hockey”, che evidenzia il brusco incremento di temperature planetarie nell’ultimo secolo, circa. E’ un grafico fondamentale per dimostrare l’esistenza e la gravità del riscaldamento globale. Quindi, non c’è da stupirsi che Mann sia stato per anni – e lo è tuttora — il bersaglio di una campagna di insulti e denigrazione a livello personale. Questa vittoria se la meritava di certo.
Ma cambia qualcosa nel dibattito sul clima? Probabilmente no. Quelli che vedono la scienza del clima come un elaborato imbroglio ordito per costringerci a mangiare farina di grilli non cambieranno certamente idea per la condanna dei denigratori di Mann. Anzi, ci vedranno una conferma del complotto degli allevatori di grilli.
Ormai il dibattito è completamente politicizzato e si sa che il dibattito politico serve solo a rafforzare le convinzioni dei già convinti. Quindi, serve a poco impegnarsi in questi scambi di insulti dove si rischia sempre di fare di peggio di quanto non sia stato fatto finora (difficile, ma sempre possibile). Come esempio: recentemente Franco Prodi, noto per le sue idee in contrasto con quelle del consenso generale sul clima, è stato paragonato a Vladimir Putin (lo sentite al minuto 2:00 a questo link). Indipendentemente dal fatto che Prodi abbia ragione o torto, è una vicenda che certamente non aiuta la scienza del clima.
Nel frattempo, l’universo se ne infischia degli insulti che gli esseri umani si scambiano fra loro. Questo povero pianeta sul quale ci capita di vivere sta venendo insultato ben di più da una serie di azioni scriteriate che includono la distruzione del suolo fertile, la perdita di biodiversità, la deforestazione, il sovrasfruttamento delle risorse, l’inquinamento da metalli pesanti, particolato, microplastiche e altra robaccia. E in più – ah, sì – il fatto che continuiamo scaricare i rifiuti della combustione degli idrocarburi, che chiamiamo “gas serra”, nell’atmosfera. Una cosetta che rischia di portarci a condizioni climatiche nelle quali gli esseri umani potrebbero non sopravvivere. E le cose vanno sempre peggio con il 2023 che ha battuto tutti i record di temperatura da quando si fanno le misure.
E allora? A parte il dibattito, che è quello che è, fortunatamente ci sono anche cose molto positive in corso. Lo sviluppo dell’energia fotovoltaica e eolica continua con una rapidità impressionante, e con esso l’elettrificazione di un po’ di tutto, dalle pompe di calore ai veicoli elettrici. Con queste tecnologie possiamo ridurre, e poi eliminare, le emissioni di gas serra che ci stanno causando tanti danni. Non è detto che queste cose possano risolvere tutti i problemi, ma perlomeno sono una grossa speranza per il futuro. Se nessuno ostacola questi sviluppi, e se ci lavoriamo sopra seriamente (e alla svelta, perché la temperatura aumenta sempre di più) possiamo sperare in un mondo più pulito, più sano, meno rumoroso, dove il clima sarà sotto controllo.
Tutto questo può avvenire senza bisogno di insultare nessuno. Anche se i più assatanati non cambieranno le loro idee sulla scienza del clima, perlomeno dovrebbero convenire che l’energia fotovoltaica a basso costo gli conviene. E la farina di grilli? Magari non è neanche tanto cattiva per farci la pizza o i biscotti ma, se tutto va bene, non ne avremo bisogno.
L'articolo Il climatologo Michael Mann vince una causa per diffamazione: è una cosa buona per il clima? proviene da Il Fatto Quotidiano.