Ci è stato chiesto di esaminare una condivisione che riporta come “consiglio di vita” usare sale sulle ferite per un effetto anestetizzante. Si tratta ovviamente di quello che già in passato chiamammo, rubando il termine al gergo videoludico, “griefing”
Una specie di sadico scherzone che si basa sul convincere l’uditorio ad ascoltare consigli nocivi, dannosi, spesso umilianti e in molti casi dannosi per la salute.
Un simile utente in vena di “scherzi sadici” potrà ad esempio convincerti a buttare acqua e ghiaccio nell’olio da frittura per avere “patatine più croccanti” sperando che tu sia gravemente ustionato dal getto di olio bollente. Oppure convincerti a mutilare un caricabatterie per cellulare di buona marca per renderlo “wireless” o presentarti in comune agitando escrementi di cane addosso agli addetti per ottenere un bonus istantaneo dai 900 ai 450 euro.
O in questo caso a strofinare sale sulle tue ferite.
Il consiglio di usare sale sulle ferite era solo uno scherzo di pessimo gusto
Il sale sulle ferite ha infatti un effetto fortemente irritante, strappando per osmosi l’acqua alle cellule nella ferita e creando una forte sensazione di bruciore, alla quale aggiungere l’irritazione dei grani di sale grosso su una pelle già dolorante ed ora anche irritata.
Il sale potrebbe uccidere molti batteri, ma non tutti, e quelli sopravvissuti potrebbero anzi aggredire una ferita già infiammata ed ora ancora più infiammata e irritata.
Se una soluzione salina sterile, dove il sale è in bassa concentrazione, è idonea al lavaggio delle ferite, l’unico scopo del sale su una ferita aperta è, appunto, ridere di voi mentre vi infliggete un grave dolore.
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