Il disastro del nuovo "rivoluzionario" reattore nucleare francese - Esquire.com

4 years ago 333

Ritardi, errori, sprechi: la stessa ministra dell'energia ha definito Flamanville "un casino".


La nuova ministra dell'energia francese ha appena definito il più grande progetto nucleare del paese "un casino". Il reattore pressurizzato europeo (EPR) che è stato commissionato per la centrale nucleare di Flamanville, dove si unirà a due reattori ad acqua pressurizzata esistenti, ha avuto fin qui un percorso costellato di ritardi e problemi. L'ultima modifica al progetto ha espanso le tempistiche da 13 (già molti) a 17 anni (un'enormità).

L'obiettivo con il progetto EPR era crare le centrali nucleari migliori del mondo, equipaggiandole con singoli reattori più potenti e più sicuri. L'EPR utilizza meno uranio perché il suo sistema chimico è più efficiente. Non è un vero salto tecnologico, è un perfezionamento di tecnologie esistenti, e proprio per questo le nuove tempistiche sono difficili da far digerire all'opinione pubblica.

Gli ingegneri però restano entusiasti, lo sono così tanto da continuare a ripetere che hanno già un progetto EPR 2 in cantiere. Ma vediamo di ripercorrere la storia in breve per capirci qualcosa di più.

L'EPR risale agli anni 2000, quando i primi due reattori furono commissionati per Francia e Finlandia. Malgrado i progressi compiuti nel 2007 e nel 2005, rispettivamente, nessuno dei due reattori ha rispettato i tempi previsti. Ora, la Finlandia dovrebbe arrivare prima nel 2021, se rispetterà il giorno di apertura riprogrammato. La Francia adesso mira al 2023. Il governo francese uscente ha firmato l'ultima estensione a marzo.

A luglio, "la Corte dei conti francese si è scagliata contro l'edificio di Flamanville, dicendo che EDF aveva ampiamente sottovalutato i suoi costi e il calendario per il completamento", riferisce il sito Montel: "Inizialmente, il reattore EPR avrebbe dovuto iniziare le operazioni commerciali nel 2013 e costare 3,3 miliardi di euro. Tuttavia, il progetto è stato stravolto da ritardi e aumenti dei costi.

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