IL DISASTRO IN CORSO

1 year ago 60

di Gilbert Achcar

Dopo il devastante sisma che ha colpito la Turchia e la Siria si è posto il problema di cosa fare con le sanzioni internazionali che colpiscono il regime dittatoriale degli Assad, che fin dal 2012 ha reagito alla rivolta del popolo siriano con una feroce repressione, cui si è aggiunta, in loro aiuto, quella delle truppe iraniane, quelle libanesi di Hezbollah ed infine, dal 2015, l’intervento russo con bombardamenti in lungo e in largo tutto il Paese. Senza dimenticare che la stessa Turchia ha invaso quel pezzo di Siria dove si trovano i curdi siriani.

All’indomani del sisma il dittatore Assad, cinicamente e crudelmente come gli è congeniale, ha invitato a non inviare aiuti internazionali nelle “zone ribelli” che coincidono con quelle più colpite e dove la popolazione soffre pene disumane.

Ovviamente, l’urgenza di soccorrere le vittime del sisma deve essere prioritaria, purché ciò non significhi lasciare nelle mani proditorie del regime non solo feroce ma anche corrotto gli aiuti internazionali destinati alle vittime del sisma.

Insomma, sarebbe logico togliere quelle sanzioni che colpiscono la popolazione, ma lasciare quelle contro gli esponenti del regime e in ogni caso non fidarsi della gestione da parte dell’apparato statale siriano di qualunque tipo di aiuto internazionale.

Rproject continuerà nei prossimi giorni a seguire questa vicenda che non è un dettaglio, ma è invece dirimente per il futuro assai prossimo della Siria.

La redazione  

La Siria e il disastro in corso

Se il termine “catastrofe” è corretto per descrivere ciò che è accaduto alla Palestina dalla fondazione dello Stato di Israele sul suo territorio nel 1948, altrettanto ciò che è accaduto alla Siria, soprattutto dall’inizio dell’espansione della guerra nel 2012, merita di essere definito una “catastrofe.” È uno dei due più grandi disastri della storia araba moderna e contemporanea, molto più grande della Nakba della Palestina se lo consideriamo a partire dal numero delle vittime. Il numero di persone uccise nelle battaglie e nella repressione nella sola Siria negli ultimi undici anni è circa dieci volte il numero di palestinesi che sono caduti vittime del sionismo dall’inizio della sua invasione della Palestina. Per quanto riguarda il numero di rifugiati siriani fuori dal loro paese più gli sfollati all’interno dei suoi confini, è uguale al numero totale di palestinesi che vivono in patria e nella diaspora. L’unica catastrofe paragonabile alle dimensioni della catastrofe siriana nella nostra regione è quella che ha colpito l’Iraq da quando Saddam Hussein ha preso il controllo del governo e lo ha costretto alle sue folli guerre, fino all’occupazione americana e poi all’invasione dell’ISIS e a ciò che ne è seguito.

Non abbiamo citato le suddette percentuali per sottovalutare la tragedia palestinese, che è la questione della patria rubata, ma piuttosto per sottolineare l’orribile portata della tragedia siriana, resa ancora più terrificante dal fatto che il Paese è stato vittima di cinque occupazioni: quella sionista nel Golan dal 1967, poi quelle iraniana, turca, russa e americana che è aumentata durante il decennio. Il tempo colpisce ancora il popolo siriano e ora il peggior terremoto che ha colpito la Turchia dal 1939 con l’epicentro nella città di Gaziantep, in un certo senso la capitale dei profughi siriani in Turchia. La prima delle due scosse che hanno colpito la regione prima dell’alba di lunedì, e la più forte di esse, ha coperto una vasta area nel nord-ovest della Siria, al centro di essa si trova Aleppo, e si estende fino a Idlib a ovest.

Naturalmente l’entroterra turco, con i due popoli, turco e curdo, residenti nell’area colpita dal terremoto, è quello più colpito dall’onda d’urto. Tuttavia, i territori siriani sono molto più deboli di quelli turchi di fronte alla catastrofe, in quanto vi è uno Stato, in una parte di esso, la cui capacità di uccidere e distruggere è diventata di gran lunga superiore alla sua capacità di salvare e rimuovere le macerie, mentre nelle altre parti sono prive di Stato e sono al di fuori della di intervento della maggior parte delle organizzazioni umanitarie internazionali. Inoltre, i rifugiati siriani nel sud-est della Turchia erano ammassati in molti fragili edifici costruiti senza tener conto delle regole per le zone sismiche, sperando di aumentare i profitti, che sono crollati terribilmente. Ciò significa che la percentuale di siriani tra i terremotati, che certamente sono decine di migliaia, sarà sproporzionatamente alta rispetto alla popolazione nel suo complesso.

Gente davvero povera della Siria, ma quale maledizione l’ha colpita con l’ascesa al potere di Bashar al-Assad, che ha ereditato la presidenza della Repubblica da suo padre? Dopo che Hafez al-Assad ha imposto la sua dittatura presidenziale alla Siria per trent’anni, il figlio ha trascorso nella stessa posizione quasi ventitré anni, il che significa che la sua presidenza sarebbe stata equivalente a quella di suo padre dopo soli sette anni! La situazione è che gli anni del figlio sono assai peggiori degli anni del padre, poiché più della metà della presidenza di Bashar sono gli anni della rovina della Siria

In effetti, la grande catastrofe della Siria è questo sistema in cui un giovane trentacinquenne e senza la minima esperienza di governo ha ereditato la leadership di una delle società più antiche e complesse. 

Quando la Siria è stata coinvolta nello sconvolgimento sociale e politico, come il resto dei paesi arabi nel 2011, non ha cercato una soluzione alla crisi che preservasse la sicurezza del paese e del suo popolo. Al contrario sta bruciando il Paese, attuando l’odioso slogan: “Assad o bruciamo il Paese”. La verità è che il terribile terremoto che ha colpito la Siria e il suo popolo ha solo peggiorato le cose e ha lasciato la Siria devastata durante il regno di Bashar al-Assad. Ossia, nelle peggiori condizioni di fronte a un terremoto naturale dopo tutti i terremoti provocati dall’uomo e tragedie che l’hanno colpita.

07/02/2023

Traduzione dall’arabo a cura della Redazione di Rproject utilizzando traduttori automatici.

Qui il testo originale tratto da www.alquds.co.uk

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