La pugile algerina Imane Khalif, finalista alle Olimpiadi di Parigi 2024, viene accusata di essere uomo o trans. Sono diverse le teorie infondate proposte contro di lei, come quella sulle protezioni nelle zone intime e sul “certificato di nascita“. L’Algeria è un Paese a maggioranza di religione musulmana e, secondo i contestatori di Imane Khelif, un’ulteriore prova da considerare riguarda il fatto che non indossi l’hijab. Ignorano che la maggior parte delle atlete algerine non lo indossino durante queste Olimpiadi e in molte altre competizioni.
Per chi ha fretta
- In Algeria non è obbligatorio l’uso dell’hijab.
- Diverse atlete algerine, vincitrici alle Olimpiadi di Parigi 2024, e quelle della nazionale di calcio algerina non indossano l’hijab.
- L’ex ministra algerina Samia Moualfi non indossava l’hijab.
Analisi
Ecco uno dei post oggetto di verifica:
Imane Khelif non indossa l’hijab ma in compenso usa la conchiglia per proteggere i genitali. Al CIO basterebbe sottoporla a un esame di genere, come ha fatto la IBA, e invece non lo fa, limitandosi a farneticare di diritti e inclusione (come se fosse un diritto per un uomo picchiare una donna sul ring). Soprattutto, il CIO (non io, Putin o Vannacci) dichiara espressamente di accettare le iscrizioni dei pugili solo e soltanto in base al genere indicato nel passaporto. Direi che il caso è chiuso.
Il post contiene ulteriori informazioni fuorvianti, come quello del protettore obbligatorio (ne parliamo qui).
L’hijab non è obbligatorio in Algeria
La teoria si basa sulla pretesa che in ogni Paese di religione musulmana ci sia l’obbligo dell’hijab per le donne. Il fatto che Imane venga fotografata senza e che partecipi in quelle condizioni nelle competizioni internazionali da anni non dimostra che sia uomo. Chi sostiene la narrazione fuorviante potrebbe, a questo punto, accusare anche la ginnasta e campionessa olimpica algerina Kaylia Nemour.
Nel seguente articolo del 2023, dal sito ufficiale della CAF (Confederation of African Football), troviamo una foto delle ragazze della nazionale di calcio algerina qualificate per la competizione continentale in Marocco. Le ragazze non indossano l’hijab, ma divise classiche che non coprono parti del loro corpo.
Anche a livello politico, come possiamo vedere citando l’ex ministra algerina Samia Moualfi. Ecco un comunicato con la sua foto del 2021, quando venne nominata, con i capelli sciolti e senza alcun indumento che rimandi alla religione musulmana:
Conclusioni
Il fatto che Imane Khelif non indossi l’hijab, pensando che sia obbligatorio per la religione musulmana in Algeria, non significa che sia un uomo. Nel Paese nord africano non è previsto tale obbligo e molte atlete, giocatrici di calcio e l’ex ministra Samia Moualfi, come esempio di una alta carica governativa, non lo indossano.
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