Ci siete cascati tutti, ed è colpa del cinema, dei videogiochi e dei ricordi di infanzia: il guerriero con lo spadone sulla schiena ha senso solo se questi si chiama He-Man.
O nella surreale scena di Wonder Woman (2017) in cui l’avvenente principessa e semidea part-time Diana decide di infiltrarsi ad una festa di nazisti rubando un elegante abito da sera ad una donna dalla corporatura diversa dal suo fisico statuario (appaertenente all’attrice Gal Gadot) e incastrando un enorme spadone sulla schiena senza alcun fodero.
In realtà semplicemente a provarci, storicamente, saresti già morto.
Il guerriero con lo spadone sulla schiena esiste solo in He-Man (e nei videogiochi)
Chiediamo un piccolo aiuto ai testi di Lorenzo Manara, storico e scrittore.
Egli ci ricorderà infatti che una spada a due mani può raggiungere agevolmente i 170 cm di lunghezza, e se andiamo all’estero la katana media si aggirava, tra elsa e lama, intorno al metro.
Provate ad attaccarvi una riga da disegno tecnico compresa dagli uno ai due metri alla schiena (o per ripetere la tragicomica scena del film Wonder Woman, infilarvela nella maglietta fino a incastarla le mutande per tenerla ferma…).
Provate ad estrarla rapidamente senza ammazzarvi, senza sfasciare tutti gli oggetti intorno a voi, percuotervi da soli la base della nuca o compiere gesti ridicoli e inconsulti.
Semplicemente questo sarebbe impossibile.
Non a caso ogni museo mostrerà foderi che possono essere appesi alla cintura, dal lato opposto quello della mano con cui si intende sfoderare la spada.
Poteva capitare che un guerriero cavalcasse con la spada appesa alla schiena: ma anche con altri oggetti utili appesi alla schiena, per lo stesso modo con cui viaggiando preferiamo trasportare i nostri oggetti in un comodo zaino, un trolley o entrambi.
Ciò non significa che per strada apriremo costantemente zainetto e trolley: li svuoteremo arrivati a destinazione, come il nostro spadaccino arrivato a destinazione e smontato da cavallo riorganizzava in accampamento i suoi oggetti in modo più razionale.
Manara registra solo due note eccezioni storiche: le dadao indossate sulla schiena dai soldati rivoluzionari del 1930 a scopo di intimidazione e non bellico (in caso di esecuzioni semplicemente arrivava un rivoluzionario ostentando la sua spada e aveva tutto il tempo per estrarla con calma e organizzare una decapitazione) e le nodachi, gli spadoni “azzoppacavalli, katane da quasi due metri che veniva portate “in coppia”: un guerriero estraeva la nodachi portata dall’altro in modo da avere un’arma pronta senza darsi al contorsionismo.
Spiacente, oggi non abbiamo quindi certi favolosi segreti da rivelare a chi solleverà la sua spada al cielo urlando “Per il potere di Greyskull!”
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