Il Leone berbero.

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Leone berbero (Pantera leo leo), Monti dell’Atlante (1925)

Questa è, molto probabilmente, l’ultima fotografia del Leone berbero (Pantera leo leo) in natura.

E’ stata scattata nel 1925 sui Monti dell’Atlante da Marcelin Flandrin durante un volo aereo sulla rotta Casablanca – Dakar.

L’ultimo esemplare selvatico, di cui si abbia notizia, fu abbattuto nel 1942, presso il passo montano di Tizi n’Tichka, nell’Atlante marocchino.

Da allora si spera che alcuni esemplari, con vari gradi di ibridazione, siano tuttora viventi nello zoo di Tèmara, vicino Rabat: si tratta dei discendenti dei Leoni del serraglio personale del Re del Marocco.  Così altri esemplari sparsi presso parchi faunistici e zoo di varie parti del mondo.

Vi sono alcuni progetti di reintroduzione in natura, tuttora non concretizzati.

Presente in tutta l’Africa settentrionale, venne fatto oggetto di ampia cattura durante l’Impero romano per destinarlo alle venationes e agli spettacoli circensi. Dopo la caduta dell’Impero romano la popolazione selvatica riprese consistenza, ma la caccia sfrenata e la riduzione degli habitat naturali portò alla sua scomparsa nel ‘700 in Libia, poi in Nubia e sul Tassili, nel 1891 in Tunisia e nel 1893 in Algeria.    Rimase solo sui Monti dell’Atlante.

Senza dubbio il più grande e maestoso Leone in epoca storica.

Grande criniera scura, fino a 3 quintali di peso, lungo fino a tre metri e mezzo.

Il suo declino è dovuto alla caccia e alla distruzione degli habitat naturali, nient’altro.

La sua storia dovrebbe portarci a profonde riflessioni.

Senza il Leone berbero siamo tutti più poveri e più soli.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Leone (Panthera leo)

Leone (Panthera Leo), areale (I.U.C.N., 2014)

(foto Marcelin Flandrin, P.F., archivio GrIG)

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