IL MOVIMENTO ROSSOBRUNO: tra Marginalità e Derive di Massa.

4 years ago 389

"Il movimento rossobruno NON è rappresentabile da una sigla, un logo o un'etichetta verso cui puntare facilmente il dito per magari esorcizzare la propria rossobrunaggine endemica e coerente... ma, appunto, dall'insieme di contenuti, riferimenti 'geopolitici', identificazioni, manifestazioni di identitarismo, modo di schierarsi rispetto a qualunque problematica di rilevanza internazionale, dal modo di negare, manipolare o IGNORARE la Storia e solo alla fine, a pentola ben scoperchiata..., dalle simbologie e mitologie utili a tenere alto il morale della truppa (o dell'esercito) di idioti e fiancheggiatori."


Dopo 5 anni dalla prima uscita, questo come altri molti articoli e saggi a firma Massimo Greco non sono più raggiungibili via Facebook. A causa delle segnalazioni in branco di orde di fascio-complottisti, nazisti, sovranisti e rossobruni vari tutti i contenuti degli E-Book su geocities.ws sono stati messi al bando dall'algoritmo di Facebook. Occorrerà tempo per convincere gli addetti ai lavori e farli riflettere su ciò a cui spesso si prestano in sempre più innumerevoli casi. 


n

di
Massimo Greco 
Ottobre 2015


Formalmente ne prendono le distanze quasi tutti, specialmente a 'sinistra', puntando il dito altrove ma cercando sempre di non urtare la "sensibilità" che potrebbe compromettere il proprio mercatino interno. Altri NON vogliono assolutamente sentirne parlare, ne negano perfino il fenomeno, ma guarda caso all'occorrenza reagiscono, sempre, con fraseologie che sembrano prodotte a stampino di fabbrica.

Altri ancora, pochi, ne rivendicano addirittura perfin l''etichetta', ma questo rientra nelle strategie intestine che determinano conflittualità interne, non poche, che caratterizzano il fenomeno.

Fatta questa doverosa premessa, panoramica, va però subito detto che il movimento rossobruno NON è rappresentabile da una sigla, un logo o un'etichetta verso cui puntare facilmente il dito per magari esorcizzare la propria rossobrunaggine endemica e coerente... ma, appunto, dall'insieme di contenuti, riferimenti 'geopolitici', identificazioni, manifestazioni di identitarismo, modo di schierarsi rispetto a qualunque problematica di rilevanza internazionale, dal modo di negare, manipolare o IGNORARE la Storia e solo alla fine, a pentola ben scoperchiata..., dalle simbologie e mitologie utili a tenere alto il morale della truppa (o dell'esercito) di idioti e fiancheggiatori. Da qui non si scappa.

Ma da quando esiste il fenomeno? È cosa recente o vecchia?
Perché non è possibile riassumerne questo movimentismo sotto un unico feticcio da identificare facilmente?

In molti tra coloro che tentano di sminuire il fenomeno o che tentano di localizzarlo lontano dalle proprie botteghe e gregariati v'è il tentativo bislacco di storicizzarne evoluzione ed origini compiendo autentici, y de facto, capriole di DEVIAZIONISMO.

Fra questi tentativi quello di ricondurre il tutto, sebbene tra inconsistenti 'distinguo'..., al cosiddetto "nazi-maoismo", i movimenti 'comunitaristi' (che tra l'altro nessuno conosce in RAGIONE dell'irrilevanza anche storica).

Questa operazione oltre che ad essere gravemente insufficiente è anche spesso disonesta perché mira dichiaratamente a circoscrivere il problema su qualcosa difficilmente focalizzabile dai più o, peggio, ad allontanare l'attenzione dalla realtà per scopi, a questo punto, che devono difendere una tradizione di riferimenti e vaccate coerenti con lo stalinismo o comunque con la degenerazione che ha distrutto e sabotato, fino a prova contraria, l'esperienza comunista, rivoluzionaria ed internazionalista. In questo quadro vanno inclusi anche quanti cercano di sottovalutare il problema o a negarlo del tutto.

Tanto in Francia quanto in Italia assistiamo a fenomenologie molto analoghe di sottovalutazione:
« je préfère le terme de 'confusionnisme' »... « io preferirei parlare di "confusionismo"», in Francia è una reazione tipica ricorrente tra i dibattiti online tra quanti non gradiscono le implicazioni del "Rouge Bruns" e tentano ostinatamente di circoscrivere il fenomeno, pur facendo finta di non negarlo, relegandolo a fatto 'marginale', indefinito (o troppo facilmente circoscrivibile). Allo stesso modo troviamo reazioni analoghe negli ambienti della sinistra italiana come "Rifondazione" dove si preferisce minimizzare il Tutto riducendolo a fenomenologia di "social confusi" al solo ed unico scopo di deviare l'attenzione dalla realtà dei dati di fatto specie quando poi viene ad emergere che degni esponenti di questo partito scendono in piazza, a difesa del regime fascista di Assad, assieme alla crema del neo nazismo. È qui che i "distinguo" di certi farabutti finiscono col fare acqua da tutte le parti.

Per ragioni sempre e comunque insipienti medesimo ERRORE lo si può compiere concentrando l'attenzione esclusivamente verso alcuni personaggi noti, più o meno storici, che oggi fanno cronaca o gregariato di riferimento sul web.

Puntare il dito separatamente, disorganicamente o fissatamente contro un Giulietto Chiesa o un Fusaro, un Vattimo, i Costanzo Preve... fino agli Alain De Benoist o Dieudonné per salvarne altri (o essi stessi separatamente) resta operazione tronfia che si rivela puntualmente nella miseria di 'distinguo' che di volta in volta vengono sciorinati dai rispettivi seguaci o gregariato. Sebbene molti di questi personaggi presentino tanti elementi in comune occorre anche ammettere che nell'arcipelago da cui sgorgano spesso ci si accoltella a vicenda o alle spalle, vuoi per ragioni di bottega, per insipienza teorica e con violenza pari a quella che certo gregariato manifesta, con bava alla bocca, quando si sente scoperchiato o tirato in ballo da supposti "trotzkisti"... "nemici del popolo" o "servi dell'imperialismo mondialista" della "congiura giudaico pluto massonica del nuovo ordine mondiale"........

È, come sottolineato sin dall'inizio, dall'individuazione dei riferimenti storico-ideologici, dal fanatismo verso modelli sconfessati dalla Storia e dai rispettivi Eventi che si individua il rossobruno. O il conglomerato. È dalle convergenze 'trasversali' che si individua l'elemento comune che caratterizza il movimento rossobruno stesso.

Dall'atteggiamento o dal riferimento anti-internazionalista, nelle sue varie forme e linguaggi. Dalla difesa dei BOIA del comunismo. Dalla bavosa schizofrenia che rincorre la suggestione di "vie nazionali", "identitarie", oltreché dalla già fallimentare ricerca di modelli, deliri o schemi tattici di alleanze "interclassiste" o di teorizzazioni "geopolitiche" da contrapporre alla completezza dell'analisi materialistico scientifica della critica dell'economia politica.

Gli esempi storici, quindi, è riduttivo e mistificatorio farli risalire separatamente a episodi, sigle o fenomeni degli anni Sessanta o Settanta del '900 o solo a simbologie fenomeniche attuali alla ricerca di nuovi mausolei da elevare a mito spesso anche in conflitto o anche in concorrenza bottegaia fra loro. Anche se poi auspicano di unificare tutto certo LERDUME sotto una unica cappella.... (ed è proprio lì che poi, per fortuna, non si mettono d'accordo).

Con questo NON si vuole attaccare o sminuire il lavoro di quanti hanno compiuto uno sforzo di focalizzare il fenomeno mettendone sobriamente in evidenza connessioni, covi, e riferimenti, tirandosi dietro le nevrastenie o il linciaggio della fogna che di volta in volta si sentiva più o meno direttamente, o anche indirettamente, tirata in ballo.

Anzi, vi sono preziosi contributi chiarificatori che, come recensito nella colonna a fianco, specie nell'ultimo decennio, hanno costituito autorevolmente anche una Breccia di Porta Pia nel muro di connivenze, omertà e conformismi che accompagnavano la diffusa ignoranza sull'argomento in quistione. Occorre però fare anche lo sforzo di rendere tutto questo lavoro meno disorganico e più intransigente nella sua globalità. Poiché viste le connessioni ed i riferimenti con un passato che è stato anche FORGIATORE di certe Derive è giunto il momento di dare una spallata senza remore al motore produttore di mostri diffusi.

Altrimenti tutto un certo sforzo non servirà che al limitarsi alla punta dell'iceberg, protraendo così un processo destinato di fatto alla connivenza e all'irrisolutezza, continuando solo e soltanto ad assistere a nuove riedizioni di Rifognazioni Staliniste. Politburinate varie che non intendono assolutamente mettere in discussione quel passato forgiatore continuo di mostruosità analoghe, incluso il fetido cordone ombelicale che li lega perversamente ad esso e che andrebbe una volta per tutte reciso senza remore per estrarre il feto in putrefazione con tutte le sue ripugnanti metastasi travestite di rosso e buttarlo via.

FascINazione delle "vie nazionali" e CONVERGENZE TRASVERSALI
Occorre aguzzare la vista ma anche l'udito ... per individuare gli elementi che connettono, inesorabilmente, TUTTE le varianti del movimento rossobruno, con tutti i suoi feticciati tradizionali ed identitari, per poterne prendere rigidamente le distanze, anche per eventuali fini progettuali.

Individuare quali sono i processi e le reazioni di fronte a questioni chiave del movimento comunista e socialista, anche rispetto ad eventi storici;

qual è la loro linea di condotta, il loro "giudizio" presunto;

la consistenza analitica rispetto alle Fonti;

l'adesione più o meno fanatica a personaggi e/o teorie elevati a protagonisti fantoccio della Storia o l'atteggiamento rispetto ad eventi di carattere nazionale ed internazionale.

 

Comparare gli elementi in comune, che caratterizzano la realtà rossobruna, di fronte a vicende come la storia e la storiografia sul comunismo italiano, europeo ed internazionale, vicende come i DUE anni di alleanza Sovietico Nazista o rispetto alla degenerazione della via Sovietica, rispetto alla Cina, l'islam, il medioriente, l'olocausto, il bolivarismo o bolivarianismo, l'atteggiamento rispetto alla crema di dittatori di stati NAZIonali spacciati per "antimperialisti".

È un utilissimo esercizio che rivelerà, SEMPRE, l'elemento comune a tutti i Rossobruni. TUTTI. Specie quelli che pretendono di camuffarsi meglio.

Ed è anche consapevolezza di un atteggiamento più efficace e completo che darà sempre delle risposte dai risultati più che soddisfacenti rispetto ad approcci o prese di posizione superficiali e di sottovalutazione, tramite evidenze che NON è più tempo di sottovalutare o negare o peggio ancora ignorare.

Porsi domande e porle in qualunque sede anche quando si viene visti come intrusi... e quando ci si sente rispondere che "il problema è un altro"... oppure che "non è la sede"... o si viene accusati di "dividere"... allora statene certi di aver colto nel segno.

Se NON esistessero le convergenze trasversali non esisterebbe neppure il "movimento" rossobruno. Altrimenti sarebbe, come ammonito a livello di introduzione, tutto riconducibile ad un "partito" o una sigla, cosa che non ha alcun senso o significato, specie di questi tempi.

Queste convergenze trasversali sono contenutistiche e non di fittizia formalità e, come già evidenziato prima, si legano rispetto alla concezione del passato, l'adozione di miti, culti della personalità e modello ideologico geopolitico, identitarista ed anche di tradizione dell'immaginario collettivo politicizzato a "sinistra".

Quindi, a scanso di equivoci, tali trasversalità interessano di fatto endemicamente tutti i movimenti in campo: da quelli ambientalisti a quelli "pacifisti", i "No Muos", i "No-TAV", i cosiddetti "antagonisti", fin anche le componenti "anarchiche" come pure quelle "Trotzkyste", i movimenti "viola", degli "indignati"..., del giustizialismo antimafia, dei movimenti di "liberazione nazionale" come dei nazionalisti fino all'ultimo dei regionalismi "indipendentisti" o "secessionisti".

E, senza fare torto a nessuno, non possiamo non considerare le sintesi, diciamo così, più di "arco costituzionale" o "riformistico" che hanno saputo investire e capitalizzare, recentemente anche con grandi numeri, su certe "trasversalità", come il Movimento di Grillo, la Lega Nord e l'esperienza di "Tsipras". In tutte le casistiche citate basta voler mettere il dito nella piaga per veder sgorgare fetido pus, allo stesso modo e senza differenza alcuna.


Razzismo, "sovranità" e "identitarismo".

L'adozione di "sovranità" a parola d'ordine, come fenomeno ormai definibile "massivo", è un fatto recente in termini di propaganda ideologica. Un tempo relegato a terminologia tipica riscontrabile essenzialmente a livello di trattati di diritto costituzionale e marginalmente di economia monetaria per linguaggi sconosciuti ai più, anche per via della sua evidente connotazione da retaggio medievale, sebbene abbia fatto comparsa già in passato nella saggistica neo nazista, mai come nella più recente era di Internet dei social network ha assunto proporzioni diffuse.

Come fenomeno massivo ha avuto risalto tra le frequentazioni del Blog di Grillo (dove occorre non dimenticare che tra il 2007 e il 2008 fu censito come tra i primi 10 blog al mondo) che propagandavano la "sovranità monetaria" facendo proselitismo per conto di varie entità distintesi per la lotta al "signoraggio" identificato come fonte di tutti i mali. L'inconsistenza teorica di tale vera e propria ideologia, con note connessioni con le più tipiche organizzazioni di destra, anche estrema, sebbene facilmente smontabile ha avuto diffusione grazie anche alle derive populiste che pian piano son venute a rappresentare una ricca fetta di mercato elettorale.

Sulle varie connessioni anche razziste, fasciste e naziste di questo nuovo agglomerato che ha saputo anche vendersi come "capitalismo dal volto umano", si rimanda alle recensioni della colonna a fianco dove vi sono indagini che hanno ben studiato il fenomeno.

"Sovranità nazionale", identitaria, perfino "Sovranità alimentare", il nauseabondo riferimento alle "radici" e "tradizioni" assieme al desueto concetto di "Autodeterminazione Nazionale" (già demolito un secolo fa da Rosa Luxemburg nella sua critica a Lenin...) sono di fatto divenuti, appunto, parole d'ordine dei Cozzari dell'Anticapitalismo che sono andate oltre la dimensione apparentemente "virtuale" delle amenità da social network per fare capolino nelle piazze, fino a divenire slogan elettorale e poi addirittura logo su cui mettere la crocetta quando si va a votare. Oggi è estremamente evidente quanto siano emblematiche le convergenze trasversali, prima esposte, anche rispetto a tutti i riferimenti che girano attorno all'uso della "sovranità" come parola d'ordine.

Continua a leggere dalla fonte completa ed originale qui.



Read Entire Article