Il ritiro del vaccino AstraZeneca e la narrazione fuorviante No Vax

7 months ago 348

In questi giorni si parla molto del ritiro del vaccino anti Covid-19 Vaxzevria di AstraZeneca. La narrazione No Vax ha preso l’occasione per sostenere che tale decisione sia dovuta a un problema di sicurezza e a seguito di recenti notizie su presunte “prime ammissioni” da parte della società su un evento avverso che ha scatenato il panico fin dal 2021 durante i primi mesi della campagna vaccinale per poi arrivare al caso di Camilla Canepa. Il tema è quello delle trombosi, di fatto molto rare e che non determinano un cambio del rapporto rischi e benefici del vaccino. In questo articolo spieghiamo perché AstraZeneca non ha ammesso «per la prima volta» questo rischio e del come non sia collegato al ritiro.

Per chi ha fretta

  • AstraZeneca riporta il rischio di trombosi fin dal marzo 2021 all’interno del “bugiardino”.
  • Il rischio risulta tutt’oggi estremamente raro, ma è stato ampiamente tenuto in considerazione da ricercatori, istituzioni e dalla stessa società.
  • La notizia riguarda l’ammissione durante un procedimento giudiziario nel Regno Unito, come riportato dal Telegraph.
  • Nell’articolo del Telegraph si legge chiaramente che AstraZeneca riporta ciò che sapeva e che aveva riportato nel bugiardino fin dal marzo 2021.
  • Nell’articolo del Telegraph si legge chiaramente che AstraZeneca non ha ammesso il legame tra il vaccino e i casi di trombosi indicati nella causa legale.
  • Secondo quanto riportato dal Telegraph, solo in caso di ammissione di un nesso causale porterebbe la stessa società a dover risarcire i malati o le loro famiglie.
  • AstraZeneca aveva presentato la richiesta di ritiro all’EMA tempo prima rispetto all’articolo del Telegraph.
  • Il ritiro del vaccino è legato a questioni commerciali e non legali. Viene considerata la scarsa richiesta e la non efficacia rispetto ad altri prodotti aggiornati contro le varianti del Sars-Cov-2.
  • Ad oggi, l’EMA non ha cambiato il suo parere in merito al vaccino, considerando un rapporto rischi e benefici a suo favore.

Analisi

Dal 30 aprile circa, circolano diversi post contenenti la seguente affermazione:

ASTRAZENECA AMMETTE CHE IL SUO INTRUGLIO ERA UN VELENO. Però i fanatici medievali erano i No Vax. Il culto della scienzah è l’altra faccia della medaglia del fanatismo religioso. La scienza è la nuova religione messianica, di matrice atea e nichilista. Analizzo gli aspetti religiosi del culto della scienza nel mio libro, “La caduta del Transumanesimo”.

Nei post viene allegato lo screenshot di un articolo de Il Giornale d’Italia dove leggiamo:

Dopo aver negato per anni possibili correlazioni tra i suoi vaccini e la trombosi con la sindrome da trombocitopenia (Tts), l’azienda anglosvedese ha fatto marcia indietro.

AstraZeneca non ha ammesso di aver prodotto un veleno

La narrazione viene diffusa basandosi sulle notizie provenienti dal Regno Unito, dove però non viene riportata alcuna ammissione del genere. Come vedremo in questo articolo, la narrazione No Vax si basa su continue dimenticanze e rielaborazioni dei fatti per sostenere un’infondata strage a livello mondiale da parte del vaccino AstraZeneca. Inoltre, le motivazioni del ritiro risultano altre e appartenenti alle regole del mercato (domanda e offerta).

AstraZeneca e il bugiardino del marzo 2021

La narrazione No Vax pretende di sostenere che AstraZeneca abbia ammesso per la prima volta il rischio di trombosi con sindrome da trombocitopenia (TTS), che ricordiamo essere estremamente raro. Questa narrazione viene smentita dalla stessa AstraZeneca che nel marzo 2021 aveva aggiornato il bugiardino informando del rischio. La comunicazione di tale aggiornamento era stata ben riportata dai media, con l’ulteriore intervento dell’EMA nel ricordare che «i benefici del vaccino nel combattere la minaccia della Covid-19 continuano a superare il rischio di effetti collaterali».

L’EMA parla chiaramente dei rischi legati alla trombosi in un comunicato del 7 aprile 2021. Nel settembre 2021, il sito di AstraZeneca riporta ancora una volta tale rischio e di come possa essere trattato precocemente: «Incidents of thrombosis with thrombocytopenia (TTS) have been reported in a small number of people. Early diagnosis allows appropriate treatment of these events».

Il vaccino AstraZeneca è stato ampiamente preso di mira dagli ambienti No Vax, questo grazie anche al disastro comunicativo generato durante la campagna vaccinale. C’è stata anche una mancanza di tutela, come riportato in un nostro articolo dove specificavamo che non andava dato agli under 30.

Cosa succede nel Regno Unito

I No Vax, per confermare le loro dicerie, si aggrappano a una recente notizia che però riguarda un caso giudiziario nel Regno Unito. «AstraZeneca ammette per la prima volta che il suo vaccino anti-Covid può causare rari effetti collaterali nei documenti giudiziari» titola il Telegraph, il quale cita un fatto avvenuto in sede giudiziaria.

La vicenda narrata riguarda in particolare il cittadino britannico Jamie Scott, il quale aveva ricevuto il vaccino – secondo quanto riporta il Telegraph – il 23 aprile 2021, tempo dopo l’aggiornamento del bugiardino che informava di tale rischio. Anche Camilla Canepa aveva ricevuto il vaccino tempo dopo, la quale – secondo gli esperti – si sarebbe potuta salvare in tempo.

Leggendo l’articolo, AstraZeneca ricorda ciò che aveva già riportato nel bugiardino fin da marzo 2021 e affermando alcuni punti chiave della sua difesa: «la TTS può verificarsi anche in assenza del vaccino» e che «il nesso di causalità in ogni singolo caso sarà oggetto di verifica da parte di esperti». La Corte tiene conto di cinquantuno casi di persone vaccinate che hanno riscontrato la TTS, ma non vi è prova effettiva che siano tutti collegati ad AstraZeneca.

Come ben specificato nell’articolo del Telegraph, nel caso AstraZeneca accettasse di associare il vaccino ai casi contestati, la società potrebbe dover corrispondere dei risarcimenti nei confronti dei malati o dei loro familiari.

Il ritiro dei vaccini, non solo di Vaxzevria

Come riportato nel comunicato dell’EMA del 27 marzo 2024, il vaccino Vaxzevria è stato ritirato a seguito della richiesta presentata da AstraZeneca il 5 marzo 2024. Ossia, oltre un mese prima dell’articolo del Telegraph dove si riporta la notizia giudiziaria.

Rispetto ad altri vaccini, Vaxzevria non è stato aggiornato per le note varianti. Ciò comporta che il prodotto non fosse più adatto nell’affrontare le nuove condizioni pandemiche. Teniamo conto che il vaccino risultava già come il meno efficace (60%) rispetto ai concorrenti di Pfizer e Moderna.

Questo non è successo solo per AstraZeneca, anche altri produttori di vaccini avevano fatto le stesse richieste all’EMA. Il ritiro di Valneva è del settembre 2023, mentre quello di VidPrevtyn Beta (Sanofi Pasteur) del marzo 2024.

Conclusioni

La notizia riguarda una causa legale nel Regno Unito. AstraZeneca riporta per la prima volta in tribunale ciò che ufficialmente e negli stessi bugiardini del vaccino Vaxzevria afferma fin dal mese di marzo 2021. Il rischio di trombosi risulta essere estremamente basso, tanto che la stessa EMA non aveva provveduto a un ritiro forzato. Il ritiro del 2024 riguarda logiche di mercato, avendo AstraZeneca un prodotto ormai obsoleto che non è stato aggiornato contro le nuove varianti del Sars-Cov-2. Non è stato l’unico vaccino ritirato su richiesta delle stesse case produttrici.

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