Il trillo del diavolo: I Nightwish, Richard Dawkins e l’origine della vita sulla Terra

1 year ago 62

di Gianni Comoretto

I Nightwish sono una band metal sinfonica finlandese formatasi nel 1996 e tutt’oggi molto attiva, caratterizzata specialmente nei concerti da una forte simbologia neopagana. Il loro ottavo album, Endless forms most beautiful, pubblicato nel 2015, ha come tema conduttore la bellezza e il potere della ragione e del pensiero scientifico. Il disco vede l’esordio in studio del soprano Floor Jansen come voce femminile del gruppo, ruolo che continua a coprire fino ad oggi. Il titolo dell’album è una citazione dal capitolo finale di “Sull’origine delle specie” di Charles Darwin: 

C’è una grandiosità in questa visione della vita, con le sue potenzialità, nata originariamente in poche forme o solamente in una; e che, mentre il pianeta continuava a ruotare secondo la legge immutabile della gravità, da un inizio così semplice si sono evolute, e continuano ad evolversi, una moltitudine infinita di forme sommamente belle e meravigliose.

Questo filo conduttore si sviluppa in diversi brani, in cui si alterna il senso del meraviglioso, la denuncia dell’oscurantismo presente nell’integralismo religioso e frequenti riferimenti ad autori evoluzionisti, in particolare Richard Dawkins: il brano “Shudder before the beautiful” si apre con una citazione di Dawkins, e “Endless forms most beautiful” è direttamente ispirato dal libro “The Dawn of life” sempre di Dawkins. Un po’ a contrappasso, il brano “Walden” è ispirato dall’omonimo libro di Henry David Thoreau, naturalista con una forte componente trascendente, e “Elan” incoraggia a dare un significato alla propria vita in modo libero, rispettando tutte le differenti visioni. Un brano presente nel singolo associato all’album celebra (in modo un po’ ripetitivo, a dire il vero) il noto astrofisico e divulgatore Carl Sagan. 

Il brano conclusivo dell’album, “The greatest show on Earth”, è una suite sinfonica (originariamente lunga 30 minuti poi ridotti a 20 nel disco) che ripercorre con alcuni flash la storia della vita e della specie umana sulla Terra. Non è un racconto lineare, ma piuttosto una serie di citazioni di grandi temi volta a stimolare curiosità. La canzone è esplicitamente ispirata dall’omonimo libro di Dawkins ed è introdotta da una citazione letta direttamente dallo scienziato, che ci chiede se interrogarsi sulla natura, sul cosmo, non sia il miglior modo di spendere i pochi decenni della nostra vita. Dawkins recita le sue citazioni nel corso del brano, ed è intervenuto di persona sul palco in occasione di alcuni concerti live, ripresi nel video ufficiale. 

Il brano è diviso in cinque parti, ciascuna delle quali utilizza una struttura musicale differente. La prima si intitola “quattro virgola sei”, l’età della Terra in miliardi di anni. Cita la prima alba: l’Archeano è il periodo geologico che va dalla formazione della Terra alla comparsa delle prime forme di vita. La parte successiva è dedicata all’apparizione delle prime forme di chimica del carbonio in grado di replicarsi, grazie al fatto che la Terra è nella zona di Goldilocks (Riccioli d’Oro, la favola in cui la bambina trova la minestra non troppo calda e non troppo fredda). LUCA (Last Unique Common Ancestor), è il progenitore degli esseri viventi oggi. Ma la vita può cominciare solo con una chiara distinzione tra interno ed esterno, in cui canali ionici regolano il flusso di materia, materia che si è formata nelle stelle. 

Un brano ripetuto ricorda che c’è una traccia scritta, in questa vita (il DNA), e che noi siamo solo un elemento, figli di cose successe centinaia di milioni di anni fa (nel Devoniano, una delle prime ere geologiche), e progenitori di cose future. La terza parte parla finalmente di noi, dei fabbricanti di utensili. Ingegnoso figlio di padri nessuno dei quali è morto giovane (chi muore giovane non lascia eredi), e di una piccola australopitecina dell’Afar. La visione è molto pessimistica, rimarcata dal tempo musicale, frenetico, caratterizzato da forti dissonanze: siamo legati alle nostre paure, alle nostre superstizioni, al pensiero irrazionale, ma anche l’hybris, il desiderio di dominazione, la vendetta. 

Alla fine il nostro periodo sulla Terra terminerà, resteranno solo i topi. Abbiamo avuto la nostra chance. Ma abbiamo anche creato cose meravigliose. Come tutto siamo destinati a passare il testimone, ma siamo stati qui. Nel video le parole “we were here” vedono lo scorrere di volti di innumerevoli persone, di ogni razza e cultura, una molteplicità di volti e visioni che comunque è una ricchezza. 

Le ultime due parti sono largamente strumentali, con il ritorno al tempo lento e riflessivo ed alle armonie delle prime parti, e ruotano attorno a due citazioni. Per la quarta parte è una riflessione di Dawkins che invita a essere grati dell’opportunità unica che abbiamo di esistere. La vita non può che produrre una piccolissima frazione dell’enorme numero di possibili combinazioni del nostro DNA, e noi siamo in questa fortunata minoranza. La quinta riporta per esteso la citazione di Darwin che dà il nome all’album, e che nel video ufficiale viene recitata sul palco da Richard Dawkins. Una rara occasione per vedere un noto scienziato applaudito da un folto pubblico metal.                                                                                                      

 

“The Greatest Show On Earth”

[Part 1: Four Point Six]

Archaean horizon
The first sunrise
On a pristine gaea
Opus perfectum
Somewhere there, us sleeping

“After sleeping through a hundred million centuries we have finally opened our eyes on a sumptuous planet, sparkling with color, bountiful with life.
Within decades we must close our eyes again.
Isn’t it a noble and enlightened way of spending our brief time in the sun, to work at understanding the universe and how we have come to wake up in it?”

[Part 2: Life]

The cosmic law of gravity
Pulled the newborns around a fire
A careless cold infinity in every vast direction
Lonely farer in the Goldilocks zone
She has a tale to tell
From the stellar nursery into a carbon feast
Enter LUCA

The tapestry of chemistry
There’s a writing in the garden
Leading us to the mother of all

We are one
We are a universe
Forebears of what will be
Scions of the Devonian sea
Aeons pass
Writing the tale of us all
A day-to-day new opening
For the greatest show on Earth

Ion channels welcoming the outside world
To the stuff of stars
Bedding the tree of a biological holy
Enter life

The tapestry of chemistry
There’s a writing in the garden
Leading us to the mother of all

We are one
We are a universe
Forebears of what will be
Scions of the Devonian sea
Aeons pass
Writing the tale of us all
A day-to-day new opening
For the greatest show on Earth

We are here to care for the garden
The wonder of birth
Of every form most beautiful
Every form most beautiful

We are one
We are a universe
Forebears of what will be
Scions of the Devonian sea
Aeons pass writing the tale of us all
A day-to-day new opening
For the greatest show on Earth

[Part 3: The Toolmaker]

After a billion years
The show is still here
Not a single one of your fathers died young
The handy travelers
Out of Africa
Little Lucy of the Afar

Gave birth to fantasy
To idolatry
To self-destructive weaponry
Enter the God of gaps
Deep within the past
Atavistic dread of the hunted

Enter Ionia, the cradle of thought
The architecture of understanding
The human lust to feel so exceptional
To rule the Earth

Hunger for shiny rocks
For giant mushroom clouds
The will to do just as you’d be done by
Enter history, the grand finale
Enter ratkind

Man, he took his time in the sun
Had a dream to understand
A single grain of sand
He gave birth to poetry
But one day’ll cease to be
Greet the last light of the library

Man, he took his time in the sun
Had a dream to understand
A single grain of sand
He gave birth to poetry
But one day’ll cease to be
Greet the last light of the library

Man, he took his time in the sun
Had a dream to understand
A single grain of sand
He gave birth to poetry
But one day’ll cease to be
Greet the last light of the library

We were here!
We were here!
We were here!
We were here!

[Part 4: The Understanding]

“We are going to die, and that makes us the lucky ones. Most people are never going to die because they are never going to be born. The potential people who could have been here in my place but who will in fact never see the light of day outnumber the sand grains of Sahara. Certainly those unborn ghosts include greater poets than Keats, scientists greater than Newton. We know this because the set of possible people allowed by our DNA so massively exceeds the set of actual people. In the teeth of those stupefying odds it is you and I, in our ordinariness, that are here. We privileged few, who won the lottery of birth against all odds, how dare we whine at our inevitable return to that prior state from which the vast majority have never stirred?”

[Part 5: Sea-Worn Driftwood]

“There is grandeur in this view of life, with its several powers, having been originally breathed into a few forms or into one; and that whilst this planet has gone cycling on according to the fixed law of gravity, from so simple a beginning endless forms most beautiful and most wonderful have been, and are being, evolved.” 

 

Traduzione

[parte 1: quattro virgola sei]

Orizzonte archeano
la prima alba
su una gea pristina
opus perfectum
Da qualche parte, laggiù, noi addormentati

Dopo aver dormito per cento milioni di secoli abbiamo finalmente aperto i nostri occhi su un pianeta sontuoso, scintillante di colori, traboccante di vita.
Entro qualche decennio dovremo chiudere nuovamente i nostri occhi.
Lavorare a comprendere l’universo e come siamo giunti a risvegliarci in esso non è un modo nobile e illuminato di spendere il nostro breve tempo sotto il sole?

[Parte 2: la vita]

La legge cosmica della gravità
spinse i neonati intorno ad un fuoco.
Un indifferente freddo infinito in ogni vasta direzione
viaggiatore solitario nella regione di Riccioli d’Oro
Ha una storia da raccontarci
Dalla culla stellare nel banchetto del carbonio
Entra LUCA

L’arazzo della chimica
c’è uno scritto nel giardino
che ci conduce alla madre di tutti 

Siamo Uno
Siamo un Universo
Araldi di ciò che verrà
Rampolli del mare Devoniano
Gli Eoni passano
Scrivendo la storia di tutti noi
Un nuovo inizio giorno per giorno
Per il più grande spettacolo sulla Terra

Canali ionici danno il benvenuto al mondo esterno
Alla materia delle stelle
l’albero di una santità biologica
Entra in scena la vita

L’arazzo della chimica…..

Siamo qui per curare il giardino
La meraviglia della nascita
Di ogni forma sommamente bella
Di ogni forma sommamente bella

[Parte 3: il creatore di utensili]

Dopo un miliardo di anni
lo spettacolo è sempre qui
Nessuno dei tuoi padri è morto giovane
I viaggiatori pratici
Via dall’Africa
Piccola Lucy dell’Afar

Danno vita alla fantasia
All’idolatria
Alle armi auto-distruttive
Entra in scena il Dio dei vuoti
Profondo nel nostro passato
Il terrore atavico della preda

Entra in scena Ionia, la culla del pensiero
L’architettura della comprensione
La brama umana di sentirsi così eccezionale
Di comandare la Terra

Fame di pietre scintillanti
Di nuvole giganti a forma di fungo
La volontà di fare la stessa cosa che ti hanno fatto
Entra in  scena la Storia, il gran finale
Entra in scena il mondo dei topi

Uomo, ha preso il suo tempo sotto il sole
Aveva un sogno di comprendere
Un singolo granello di sabbia
Ha dato vita alla poesia
Ma un giorno ha cessato di esistere
Salutate l’ultima luce sulla biblioteca

Uomo…. (2 volte)

Siamo stati qui! (4 volte)

[Parte 4: la comprensione]

Dobbiamo morire e questo fa di noi quelli fortunati. La maggior parte delle persone non moriranno mai perché non sono mai nati. Il numero di persone che potrebbero essere state qui al mio posto ma che in realtà non vedranno mai la luce del Sole supera in numero i granelli di sabbia del Sahara. Certamente questi fantasmi mai nati includono poeti più grandi di Keats, scienziati più grandi di Newton. Lo sappiamo perché l’insieme di persone rese possibili dal nostro DNA supera in modo così massiccio l’insieme delle persone reali. Noi pochi privilegiati, che abbiamo vinto la lotteria della nascita contro tutte le probabilità, come possiamo lamentarci del nostro inevitabile ritorno allo stato precedente, da cui la vasta maggioranza non è mai emersa?

[Parte 5: legno corroso dal mare]

C’è una grandiosità in questa visione della vita, con le sue potenzialità, nata originariamente in poche forme o solamente in una; e che, mentre il pianeta continuava a ruotare secondo la legge immutabile della gravità, da un inizio così semplice si sono evolute, e continuano ad evolversi, una moltitudine infinita di forme sommamente belle e meravigliose. 

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