Ci segnalano i nostri contatti un post Facebook che mostrerebbe “il vero volto della Statua della Libertà”, ovvero il viso di Isabella Eugenie Boyer, secondo il post “la donna più bella del mondo” all’epoca, moglie del Singer fondatore della ditta produttrice dell’omonima macchina da cucito.
In realtà siamo a due bufale in uno: è ignota l’ispirazione del viso della Statua della Libertà (ancorché la Boyer è tra le “papabili”) e la donna nella foto è una creazione dell’intelligenza artificiale.
“Il vero volto della Statua della Libertà” è in realtà una creazione artistica moderna (con AI)
Negli anni si è cercato di scoprire se Frédéric Auguste Bartholdi si fosse ispirato ad una donna in particolare. Tra le varie ipotesi ci sono state l’ipotesi (scartata come fake news) che la Statua della Libertà fosse basata su una donna di colore liberata dalla schiavitù, la citata ipotesi per cui anni dopo, risposata e col titolo di Duchessa di Camposelice, la Boyer avesse incontrato Bartholdi impressionandolo con la sua beltà (anche questa ipotesi mai verificata) e l’ipotesi che Lady Liberty fosse stata ispirata dalla madre di Bartholdi.
Tutto quello che sappiamo è che è una raffigurazione simbolica della dea Grecoromana “Libertas”, appunto la Dea della Libertà.
Il mistero sulle sue orgini rende l’immaginazione più fertile, ed ha consentito all’artista Bas Uterwijk, noto per aver ricostruito con l’AI e ritocchi artistici diverse figure storiche, come un Van Gogh “accurato rispetto agli autoritratti”, un Gesù Cristo, un Napoleone, un Giulio Cesare, un “Uomo Vitruviano” e una Dea Afrodite di cimentarsi nella creazione di una Lady Liberty. Tutte figure “famose prima che fossero diffuse le fotografie”.
La sua interpretazione è ovviamente basata direttamente sulla Statua, e non sulla Duchessa di Camposelice, la quale aveva tratti somatici completamente diversi.
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