In Italia 110mila tetti di industrie possono ospitare impianti FV sopra i 200 kWp

1 year ago 219

Per ampiezza, posizione geografica e caratteristiche aziendali, come i consumi energetici e la solidità finanziaria, sarebbero circa 110.000 gli stabilimenti e i capannoni industriali in Italia con tetti idonei a ospitare impianti fotovoltaici di media-grande taglia.

Si tratta di circa 300 kmq di superfici, sufficienti a realizzare 30 GW di nuove installazioni FV che coprirebbero il 75% dell’obiettivo al 2030 di potenza fotovoltaica installata per impianti superiori ai 200 kWp e il 60% del target totale di 50 GW, secondo la traiettoria tracciata dal pacchetto europeo Fit-for-55.

Il calcolo dei tetti disponibili è stata fatto da Cerved, società informatica di gestione, elaborazione e distribuzione dei dati camerali. L’azienda, grazie ad analisi satellitari per l’esame del territorio, altre informazioni incrociate e un’applicazione di intelligenza artificiale per elaborarle, ha fornito un ulteriore quadro delle potenzialità del solare FV in Italia, e alcuni significativi segnali su come sia possibile affrontare i problemi di sicurezza energetica del paese e aiutare ad abbattere i costi delle imprese.

Ma dall’analisi di Cerved verranno anche informazioni utili al sistema finanziario, che stima un potenziale in investimenti tra 30 e 36 miliardi di euro.

Va ricordato che l’obiettivo a fine decennio è molto ambizioso, tanto che il Pniec dovrà aggiornare la potenza FV da installare dagli attuali 26 GW a circa 75 GW.

Peraltro, questo calcolo potenziale sul segmento commerciale-industriale può essere affiancato al recente studio dall’Enea che spiegava come nel nostro Paese anche gli edifici ad uso residenziale (oltre 12 milioni) potrebbero offrire un notevole spazio per impianti solari.

Lo studio dell’Enea valuta nel 30% della superficie dei loro tetti (450 kmq) la disponibilità per installare impianti FV per una potenza di circa 72 GW, con una producibilità pari a quasi 80 TWh, cioè oltre il 25% degli attuali consumi elettrici nazionali (vedi Pannelli FV sul 20% dei tetti italiani per coprire i fabbisogni elettrici del residenziale).

Tornando all’analisi di Cerved, il suo amministratore delegato Andrea Mignanelli ha detto: “Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico, ma non hanno idea del suo potenziale di produzione; le imprese energivore, ad esempio, che stanno sostenendo elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall’installazione di impianti propri. Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata”.

Cerved ha stilato infatti una mappa delle aziende, completa di indirizzo e ragione sociale, a cui proporre finanziamenti ad hoc. In una nota ha sottolineato inoltre come anche lo sviluppo dell’autoconsumo diffuso sia un’altra grande opportunità per il settore industriale, in particolare per le Pmi, che possono partecipare anche alle Comunità energetiche rinnovabili (CER).

La ricerca di Cerved, attraverso dati satellitari e tecnologie di Image Detection basate su AI, ha potuto geolocalizzare gli immobili e i siti produttivi con una copertura unitaria superiore ai 2.000 mq, sufficientemente per installare impianti di almeno 200 kWp, una taglia particolarmente attrattiva per gli operatori del settore FV.

Quindi sono stati selezionati i tetti piani oppure orientati a sud/sud ovest, pari a circa il 65% del totale e sono state tolte dal computo eventuali ostruzioni, in media il 3% delle superfici. Sono state analizzate poi le caratteristiche del territorio (precipitazioni, distanza dalla rete elettrica, vincoli paesaggistici, rischio idrogeologico, comunità energetiche).

Questa mole di informazioni è stata integrata con il ricco ecosistema di dati sulle imprese italiane di cui Cerved dispone, che comprende il consumo energetico delle aziende e la loro affidabilità creditizia, i profili ESG, i costi degli impianti fotovoltaici e l’esigenza di finanziamenti.

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