Con una domanda di energia elettrica a dicembre particolarmente bassa (-9,1%) rispetto ad un anno fa, si chiude un anno per certi versi anomalo e deficitario per il contributo delle fonti rinnovabili.
A dicembre le rinnovabili (6,7 TWh) coprono solo il 26,9% della richiesta con un segno negativo, rispetto a dicembre 2021, di tutte le fonti. In crescita nel mese la produzione elettrica da carbone (+43% su dicembre 2021) e in aumento anche l’import di elettricità dall’estero.
Partendo dalla tabella riassuntiva di Terna, estrapolata dal rapporto mensile (vedi in fondo all’articolo), vediamo più avanti i dati principali del 2022.
La domanda di energia elettrica nel paese è diminuita dell’1% a confronto con il 2021: 316,8 TWh (circa 3 TWh in meno). Un dato in linea a quello degli ultimi dieci anni, con l’eccezione del 2020, anno caratterizzato dal lockdown causa Covid. Nel grafico l’andamento della domanda di energia elettrica in Italia dal 2000.
Per la prima volta dal 2014 la produzione da fonti rinnovabili scende sotto la soglia dei 100 TWh, ammontando a 98,4 TWh, con un calo di circa 14,8 TWh rispetto al 2021 (-13%).
Di conseguenza anche la percentuale di rinnovabili sulla domanda elettrica scende sensibilmente: dal 35,4 del 2021 al 31,1% dell’anno appena concluso.
Nel 2022 la generazione termoelettrica è aumentata del 6,1%, con un peso importante di quella da carbone (+61,4%).
L’aumento di elettricità da fossili è di circa 11 TWh e va in parte a sostituire la mancanza della produzione idroelettrica che perde nel 2022 circa 16,9 TWh rispetto all’anno precedente (-37,7%).
In termini di produzione elettrica nazionale le rinnovabili vanno a soddisfare circa il 35,6% (contro il 40,5% del 2021).
Nel grafico seguente si può notare come la produzione di elettricità rinnovabili, a fronte di una domanda grosso modo stabile, non cresca sostanzialmente dal 2018, con il picco negativo del 2022.
Andamento delle diverse fonti rinnovabili
Come detto, l’idroelettrico perde il 37,7% sull’anno precedente, il dato peggiore di sempre. Ma le altre fonti non riescono a colmare il divario.
Solo il fotovoltaico aumenta la sua generazione di 2,9 TWh (+11,8% sul 2021), arrivando ad una produzione annuale di 27,5 TWh, la massima di sempre.
Più o meno stabile l’elettricità prodotta dal vento con i suoi 20,3 TWh: -1,8%. Sostanzialmente al palo la bioenergia (-2,1%) e la geotermia (-1,6%).
Il solare fotovoltaico soddisfa l’8,7% della domanda elettrica annuale del paese, un punto percentuale più di un anno fa. L’eolico si attesa al 6,4% della richiesta elettrica nazionale.
Insieme le due fonti arrivano a coprire al 15,1% con 47,9 TWh, superando nell’annualità 2022 di ben 20 TWh la generazione da idroelettrico.
Dal grafico qui sotto possiamo valutare un aumento in nove anni della produzione delle due fonti, eolico e FV, pari al 29,8% (+11 TWh). Un dato che non può però considerarsi confortante visto che le due fonti dovranno più che triplicare la loro produzione annuale in appena otto anni.
Nell’ultimo grafico rappresentiamo le quote delle diverse rinnovabili sulla loro produzione totale: quella dell’idroelettrico (senza includere l’apporto dei pompaggi) è appena del 28,4%, quando nel 2021 era del 39,6%. Il fotovoltaico è al 28%, l’eolico (20,7%), la bioenergia (17,4%) e la geotermia (5,5%).
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- Rapporto mensile Terna (dicembre 2022)
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