Incendi, disastri ambientali, vittime, vogliamo davvero complicare la vita agli incendiari? Il Daspo ambientale.

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Ogliastra, incendio notturno (5 agosto 2023)

Niente da fare.

Nell’estate 2023, dopo le Isole greche, la Sicilia e una preoccupante ripresa della crescita dell’emergenza nel Bel Paese, i roghi di boschi, pascoli, zone umide, coste riprendono la loro ribalta anche in Sardegna.

Come ogni anno, come una maledizione consuetudinaria.

Dal Rapporto European forest fire information system (Effis) del 2021 (ultimi dati definitivi disponibili) è emerso che nei vari Stati dell’Unione Europea sono andati a fuoco oltre mezzo milione di ettari, di cui circa il 20% nelle aree naturali protette della Rete Natura 2000.   L’Italia è stato il Paese più pesantemente colpito, con 159.537 ettari andati a fuoco.   

Prevenzione, efficienti apparati di protezione civile, sensibilizzazione, sì, si è fatto tanto e si può e si deve migliorare ancora.

Ma non sarà mai abbastanza.

Le cause sono sempre le stesse: incuria, lassismo, distrazione per i comportamenti colposi, speculazione, vendetta, minaccia, protesta per i comportamenti dolosi.

Il caso clinico del piromane vero e proprio in realtà è davvero raro.

Non nascondiamoci dietro a un dito, l’incendiario che mette fuoco sui monti di Gairo o in Baronìa, fra Posada e Siniscola, o nel canneto lungo la Via Fiume, area di riproduzione dell’avifauna selvatica nella zona umida del Molentargius – Saline, non viene dal Giappone.

L’inasprimento delle pene effettuato ieri dal Governo Draghi con il  decreto-legge n. 120 dell’8 settembre 2021, convertito nella legge n. 155/2021 e oggi annunciato dal Governo Meloni è certamente utile (se verrà concretizzato in legge), ma risolverebbe ben poco, considerato anche il fatto che – fra permessi premio, liberazioni anticipate per buona condotta, sconti di pena di ogni genere – l’incendiario definitivamente condannato (salvo prescrizione) dopo anni di procedimento penale in troppo breve tempo è già fuori.

Nel mentre potrebbe continuare ad appiccare incendi, come spesso in realtà accade.

Quartu S. Elena, canneto Saline lungo Via Fiume bruciato (7 agosto 2023)

Solo a titolo di esempio, qualche caso.

Certamente vale la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva passata in giudicato, ma G.F., 53 anni, algherese, era stato arrestato il 2 agosto 2021 su disposizione della magistratura sassarese con l’accusa di aver tentato di appiccare il fuoco per ben otto volte nell’ultimo anno nella Pineta dunale di Maria Pia, sul litorale di Alghero, proprio mentre la relativa spiaggia era piena di bagnanti.

L.L., allora 44enne muratore di Villacidro, venne trovato con il cerino in mano nei boschi del Linas dagli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Arrestato, venne condannato a 4 anni di reclusione dal Tribunale di Cagliari l’8 luglio 2009.     Era sospettato di esser l’autore di ben 63 incendi.

R.A., 66 anni, di Palmas Arborea, è stato arrestato lo scorso 2 agosto 2023 dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale in quanto sospettato di esser l’autore di ben sei incendi fra campagne e zone umide dell’Oristanese.

Ribadiamo pubblicamente ancora una volta la proposta di daspo ambientale.

Il Daspo (da D.A.SPO.,acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura prevista dalla legge italiana al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi.

E’ nato in Italia per contrastare la violenza in occasione di manifestazioni sportive, nasce in particolare per le partite di calcio, con la legge n. 401/1989 e si evolve con numerosi altri passaggi normativi fino alla legge n. 41/2007.

Il provvedimento amministrativo viene emesso dal Questore competente per territorio e inibisce l’accesso ai luoghi dove si svolgono determinate manifestazioni sportive.

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 512/2002, ha incluso il Daspo fra le misure di prevenzione, irrogabili, quindi, anche in assenza di commissione di reati.

Misure analoghe sono state emanate con il c.d. Daspo urbano, introdotto con il decreto-legge n. 113/2018, convertito nella legge n. 132/2018, che impone l’allontanamento da luoghi pubblici frequentati (stazioni, aeroporti, mercati, monumenti, ecc.) di soggetti autori di fatti ritenuti di degrado urbano.

Gli attentati all’ambiente (e al patrimonio culturale) potrebbero e dovrebbero essere un nuovo campo privilegiato per l’adozione di simili misure di prevenzione.

Gli incendiari vanno estirpati dal contesto socio-ambientale dove distruggono natura, abitazioni, attività lavorative, almeno per un congruo periodo di tempo.

Ed Eleonora d’Arborea sarebbe stata molto più drastica

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Oniferi, innesco incendio (da pagina FB Stefania Piras, 27 luglio 2021)

A.N.S.A., 7 agosto 2023

Trovati inneschi, caccia agli incendiari in Sardegna.

Sale a quattro il bilancio dei feriti.

C’è la mano dell’uomo dietro alla maggior parte degli incendi che ieri hanno devastato mezza Sardegna, con centinaia di ettari andati in fumo e almeno 600 persone evacuate da abitazioni e resort e un fuggi fuggi dalle spiagge minacciate dalle fiamme.

La natura dolosa è stata accertata dagli agenti della Forestale per alcuni roghi divampati nel sud dell’Isola e a Gairo, nel nuorese: sono stati trovati degli inneschi che testimoniano l’azione volontaria da parte, finora, di ignoti. Il resto lo ha fatto la tempesta di maestrale che ha alimentato il fuoco costringendo l’impiego di una imponente task force di elicotteri e canadair.

A Gairo, secondo quanto accertato dagli investigatori della Forestale, l’incendio è stato appiccato poco prima delle 20, nel momento in cui il vento di maestrale ha raggiunto la massima intensità della giornata. In fumo una cinquantina di ettari tra bassa macchia mediterranea, pascolo e una piccolissima porzione di bosco, salvato fortunatamente dalle squadre a terra. Diversi inneschi sono stati trovati al di sopra dei canali di guardia, costruiti come opere di difesa idrogeologica sopra il paese. Ancora incerta, invece, la natura dell’incendio scoppiato nei centri costieri di Posada e Siniscola, sulla costa nord orientale dell’Isola, dove sono state evacuate almeno 600 persone. Un rogo che ha provocato danni gravissimi: 400 ettari distrutti dal fuoco tra le borgate disseminate di case sparse, aziende agricole e attività turistiche. Le fiamme sono arrivate a ridosso delle abitazioni sulla costa, tra Monte Longu e San Giovanni di Posada. Le fiamme sono partite intorno alle 14 di ieri dall’entroterra, poi spinte dal maestrale lungo la costa. Le indagini sono affidate al Nucleo investigativo provinciale del Corpo forestale (Nipas), supportato dal Nucleo regionale (Niar). Tutti gli atti saranno trasmessi alle procure di Nuoro e Lanusei competenti la prima per i territori di Posada e Siniscola, la seconda per Gairo.

Sale a quattro il bilancio dei feriti negli incendi che ieri hanno devastato la Sardegna. Nel gigantesco rogo scoppiato tra Posada e Siniscola, nella costa nord orientale della Sardegna, oltre al pensionato travolto dallo scoppio di una bombola e all’anziana di 78 anni rimasta ustionata alle braccia e alle gambe a San Giovanni di Posada, un 23enne di Siniscola è rimasto intossicato. Il giovane ha riportato un’insufficienza respiratoria acuta a causa del fumo sprigionato dalle fiamme ed è stato trasferito con l’elisoccorso del 118 all’ospedale San Francesco di Nuoro in codice rosso.

Oltre 12mila persone senz’acqua a Posada. 

 Il gigantesco rogo scoppiato ieri è in fase di bonifica ma un’altra emergenza sta mettendo in ginocchio Posada in queste ore. Le fiamme hanno investito il potabilizzatore del paese e i cittadini e residenti e turisti in villeggiatura sulla costa – dalle 12mila alle 14mila persone – sono rimaste senza acqua potabile. Il sindaco di Posada Salvatore Ruiu, nelle prime ore della mattina, ha emanato un’ordinanza in cui si fa divieto dell’uso di acqua per uso alimentare. Per limitare i disagi l’amministrazione comunale ha provveduto a far arrivare due autobotti per il paese e per la località balneare di San Giovanni. “Nel frattempo – assicura il sindaco Ruiu – stiamo provvedendo a ripristinare la funzionalità del potabilizzatore ma non sappiamo ancora quando sarà possibile riavere l’acqua potabile”.

Sardegna, spegnimento di un incendio

(foto da pagina FB Stefania Piras, per conto GrIG, J.I., S.D., archivio GrIG)

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